«A Rovereto la Pace corre sul parallelo del cuore» (F. Pivano)

Questo il succo della rivista «Le Tre Venezie», un centinaio di pagine che raccontano Rovereto nella sua identità di città di pace

È stata presentata questo pomeriggio nell'aula consiliare del Comune della città della Quercia la rivista «Le tre Venezie» che esce nelle edicole in questi giorni con un numero monografico interamente dedicato a «Rovereto Città della Pace» (costo 10 euro).

Tanti i temi trattati in una sorta di viaggio attraverso la città d'un tempo e quella odierna. Le pagine, corredate da belle fotografie, svelano la ricchezza di enti, istituzioni, personaggi che hanno reso grande Rovereto.
Si parla della Campana dei Caduti, di corso Bettini, del Museo Civico, quello della Guerra, il Mart, la Biblioteca, il sentiero della pace, l'Accademia degli Agiati, Antonio Rosmini, la seta, Mozart, la scuola Reale Elisabettiana…

All'incontro erano presenti il Sindaco Guglielmo Valduga e la coordinatrice editoriale della rivista Iva Berasi che ha esordito parlando di un prodotto accattivante sia per la qualità delle immagini che per l'interesse dei testi.
«È una rivista che si legge come tale: nei momenti di relax, ma non si butta. Si tiene come un libro per il pregio di foto e contenuti.»
La Berasi ha poi raccontato che l'idea di editare un numero monografico su «Rovereto Città della Pace» le era sembrata importante perché «Rovereto è l'unica città d'Italia a poter fregiare del titolo di pace per legge.»

Molti e sentiti i ringraziamenti a tutti coloro che hanno collaborato alla buona uscita del prodotto
«Con un unico dispiacere, - ha concluso la Berasi. - Quello di non aver potuto per motivi tecnici stampare la rivista a Rovereto.
«Mi sarebbe piaciuta una ricaduta interamente locale, purtroppo non è stato possibile.»

Nella prefazione il Sindaco Valduga ha disegnato la città di Rovereto come il luogo che costruisce pace.
«È qui e non altrove - ha detto il Primo Cittadino - che esistono simboli potenti come la Campana dei Caduti, l'Ossario e il Museo Storico della Guerra, testimonianze d'una memoria che racconta la storia di una città posta al centro di un crocevia geografico che l'ha resa permeabile al passaggio di popoli, di scambi commerciali e flussi di idee. Una terra duramente toccata anche dalle grandi sofferenze della guerra e degli esili. Gli accadimenti del passato oggi sono ben visibili nei monumenti e meno percettibili, ma fortemente radicati, nell'identità interiore della città, che, con un processo lento ma costante, ha saputo trasformare le memorie di guerra in un progetto di pace.»

Il Sindaco ha poi ricordato le persone che hanno contribuito a formare la storia della città.
«In primis Antonio Rosmini, che ha saputo coniugare il pensiero religioso a quello laico. E dopo di lui Zandonai, Melotti, Depero, Don Rossaro…»

Ha citato i luoghi dell'arte come il Mart, il valore internazionale della Campana dei Caduti divenuta osservatore speciale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite; il Museo della Guerra impegnato a livello provinciale in riflessioni sulla guerra contemporanea, il Museo Civico che sta veicolando l'archeologia sugli schermi televisivi, l'Accademia degli Agiati, la preziosità di casa Rosmini…

Infine il monito del Sindaco.
«La pace non è una conquista a termine, va continuamente coltivata e costruita giorno per giorno, in famiglia, col vicino di casa, sul lavoro.»
E l'augurio di Natale con le parole che la scrittrice Fernanda Pivano ha lasciato in eredità ai roveretani, «gente in cui la pace corre sul parallelo del cuore».