«Il Trentino e l’Italia: 1861-2011 – 150 anni fra cronaca e storia» Di Elio Fox e Luigi Sardi

Di Massimo Parolini

«Abbiamo nel nostro DNA un principio di appartenenze multiple che ci aiuta a non mettere in conflitto il nostro essere trentini, italiani, europei, in un periodo di crisi (non solo economica ma soprattutto etica e civile) in cui invece il rischio del conflitto delle appartenenze e dei nazionalismi (locali o statuali) è una forte tentazione.»
Sono le parole del presidente Dellai alla presentazione del bel volume di Elio Fox e Luigi Sardi «Il Trentino e l’Italia: 1861-2011» (Temi Editrice, pp. 625, € 38), presso la Sala Rosa della Regione Trentino-Alto Adige a Trento.
Un libro prezioso, anche sul piano grafico e tipografico, che fa il punto su di un secolo e mezzo di rapporti fra il nostro territorio e lo Stato Italiano (tra appartenenza e conflitti, tra cronaca e storia).
 
In un’approfondita introduzione, lo storico Vincenzo Calì (già direttore del Museo storico di Trento) ha ricordato la valenza del ruolo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel dare una forma condivisibile e valoriale alle celebrazioni per l’Unità.
«Oltre alla storia locale – ha raccontato Elio Fox, coautore del volume, giornalista, scrittore, fine conoscitore e divulgatore della cultura, della poesia e del teatro del Trentino, – il libro attinge al folklore, all’aneddotica, al mondo a me caro della poesia dialettale, attingendo a quei rigagnoli che formano i fiumi.»
«Insomma, – ha chiosato Fox – ci siamo soffermati anche sulla microstoria, nella quale è racchiusa la tenacia, il senso di responsabilità, la pazienza nel saper attendere qualcosa che cambiasse il corso della nostra storia.»
 
Gli ha fatto eco l’altro autore, Luigi Sardi, che dai quarant’anni di cronaca trascorsi al giornale Alto Adige, spesso in prima linea, ha attinto per focalizzare temi e personaggi, fatti e immagini di questo prezioso saggio di storia trentina.
Dalla convocazione del primo Parlamento italiano, il 17 marzo 1861, al dibattito nel 2011 tra Dellai, Durnwalder e Napolitano sull’Unità d’Italia, con la presa di distanza del leader sudtirolese dalle celebrazioni le seicento pagine del volume restituiscono una miriadi di storie, microstorie, che si innestano spesso nella macrostoria ma non appaiono nei manuali diffusi delle scuole trentine o italiane.
 
Fatti spesso importanti. Basti ricordare l’episodio dell’assassinio di Re Umberto a Monza nel 1900 dopo che aveva premiato con medaglia d’argento proprio l’Unione ginnastica del Trentino o la presenza del giovane Mussolini a Trento nel 1909 e la sua collaborazione con Battisti del cui giornale socialista sarà redattore.
Si parla della lunga lotta delle forze liberali per l’autonomia trentina con personaggi come Giovanni a Prato e Antonio Gazzoletti, del l’alluvione del 1882 e di quella del 1966, dell’arrivo della centrale elettrica di Ponte Cornicchio, e poi di Battisti, De Gasperi, della Michelin e dell’Abissinia, del bombardamento della Portela e dell’atomica, della pellagra e della Madonna pellegrina, della notte dei fuochi in Alto Adige (1961) e della nascita dell’Università a Trento (1962) con Kessler, della fine del culto del Simonino.
 
E della strategia della tensione (con una foto del giovane Marco Boato nel palco di Lotta Continua: un Boato ieri presente in sala che, in un acuto intervento, ha ricordato il vizio d’origine del conflitto tra Italia e Sud-Tirolo legato all’annessione di quel territorio all’Italia alla fine della Grande guerra).
Di Stava e di Cernobyl, del Cermis e del terremoto dell’Aquila. Un trentino che subisce e agisce, che aiuta e viene aiutato, geloso della sua autonomia ma aperto nella solidarietà nazionale nei momenti di bisogno.
 
Il libro restituisce tutto questo, corredato da centinaia di foto e da un stile di scrittura semplice, gustoso, comprensibile.
Non è un libro di storia specialistico, per pochi. È un grande contenitore di storie che hanno fatto la storia di un Trentino innestato in Italia e in Europa.
Si può aprire a caso e cogliere, come in un archivio-emeroteca la cronaca viva di un anno, che si è incarnato nelle vite e nei conflitti della gente, 150 preghiere del mattino – per stiracchiare il buon Hegel – da leggere con piacere. 
 
Massimo Parolini
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