Che libri leggiamo in vacanza/ 3 – Di Luciana Grillo

Tre i libri di oggi: «Book Sun Lover», «Passeggiate nella periferia storica a Roma», «Il dolore delle donne»

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Quando si parte per le vacanze, in valigia si mette sempre (lo spero!) qualche libro da leggere sotto l’ombrellone o in qualche inevitabile giornata di pioggia.
Per ricordare i libri che portiamo e quelli che abbiamo letto, esiste un utilissimo Taccuino per chi ama leggere e viaggiare: lo ha ideato e scritto Isa Grassano che già alla pagina 7 cita Calvino: «Il Buon Lettore aspetta le vacanze con impazienza. Ha rimandato alle settimane che passerà in una solitaria località marina o montana un certo numero di letture che gli stanno a cuore…».
Nella prima parte del taccuino si trovano schede libro che comprendono sia i dati concreti come titolo-autore-editore, sia degli schemi da compilare per dare un voto, sia infine degli spazi per scrivere una recensione o riportare le frasi più significative.
 
Naturalmente Grassano coglie ogni occasione per arricchire queste pagine con notizie varie, da un breve riferimento ai parchi letterari, ai blog, agli artisti che hanno dipinto libri, a scrivanie e biblioteche, ai salotti letterari di cui ripercorre sinteticamente la storia, proseguendo poi con i festival letterari, con la citazione della Giornata Mondiale del libro, con i luoghi descritti dagli autori, con le biblioteche spontanee dove chiunque può lasciare o prendere un libro, con le panchine letterarie eccetera.
Molto utile la pagina con l’elenco dei libri che si vorrebbe comprare e quella con la lista dei libri dati in prestito.
 
A tutto ciò Grassano aggiunge le librerie più particolari e anche i locali dove si può leggere e mangiare, oltre ai proverbi e a semplici quiz per mantenere allenata la memoria, ad esempio: «Quale paese è rievocato in Mediterraneo di Eugenio Montale?» oppure «Dove si trova la via San Biagio dei Librai, dove ebbe origine l’arte dei maestri librai?».
A disposizione dei lettori risposte multiple e, dopo qualche pagina, le risposte esatte.

Con lo stesso sistema, nella seconda parte Isa Grassano ci invita a scrivere le mete dei nostri viaggi, a dare un punteggio, a raccontare le emozioni, con riferimenti a luoghi più o meno celebri, come Villa d’Este a Tivoli (citazione di Goethe), Palazzo Farnese a Roma, il Museo della Musica a Bologna, il Volo dell’Angelo nelle Dolomiti lucane, o la Stanza Segreta di Michelangelo all’interno delle Cappelle Medicee a Firenze.
«E questo è solo un assaggio»! con i viaggi – e così si chiude il taccuino – Grassano ci invita a giocare… e possiamo farlo anche con gli amici, sotto l’ombrellone.

Isa Grassano, «Book Sun Lover - Il taccuino per chi ama leggere e viaggiare» - Giraldi editore 2024 - Pagine 158 – Prezzo di copertina € 12,90.

Un’altra autrice, Irene Ranaldi, ci propone le passeggiate nelle periferie romane, in quelle di cui sentiamo parlare solo quando si racconta un fatto di cronaca nera, da Primavalle al Tufello, da Pietralata al Trullo. Queste storiche periferie hanno una loro storia e un’identità precisa, che l’autrice, da sociologa urbana, scopre e riporta con cura.
La prefazione di Paolo Masini, Assessore del Campidoglio alle Periferie, presenta le periferie viste dall’occhio attento del politico che si occupa del benessere dei cittadini e che presenta – servendosi anche di attori «di borgata» come Franco Citti e Ninetto Davoli – le criticità incontrate e affrontate, ad esempio la dispersione scolastica, e l’entusiasmo dei ragazzi di San Basilio che per la prima volta, vedono manifesti che parlano di loro, «Ma no male come le altre volte. Ma beneee».
Masini ha imparato a conoscere il respiro di questa Roma e conclude: «Irene Ranaldi con questa guida ci aiuta ad ascoltare quel respiro che è quello di questa città, della sua storia e delle sue mura, quello di queste donne e di questi uomini. Ora sta a tutti noi saperlo ascoltare e renderlo sereno».
 
Ranaldi dunque ci guida, muovendosi con una mappa personale da cui scaturisce la visione di rioni, quartieri e borgate connotati da una precisa identità, quartieri spesso nati perché in varie epoche, ma certamente durante il fascismo, dai rioni del centro gli abitanti furono costretti ad andare via, verso le borgate, «ufficiali e abusive» da cui poi si partiva ogni giorno per andare al lavoro.
Dunque si va verso l’esterno, il quartiere Tuscolano risulta il più popoloso, mentre incredibilmente gli alloggi precari erano ai Parioli… le periferie diventano sempre più estese quando arrivano a Roma da Puglie, Basilicata, Calabria e Sicilia i tanti migranti in cerca di fortuna.
 
Il viaggio comincia da Primavalle, dove da rioni centrale come i Fori furono deportati tanti romani a cui «il regime aveva promesso, dopo gli sfratti e le demolizioni, case e appartamenti di buona qualità in zone più che dignitose».
E prosegue verso l’Aniene, verso Monte Sacro con i settecento villini, verso il Tufello che dal 1936 accolse gli emigranti italiani di ritorno dalla Francia e dalle colonie, verso Monte Sacro Alto, set di numerosi film di Verdone, verso San Basilio dove fu giustiziata dalle SS Caterina Martinelli «mentre con altre donne del quartiere assaltava un forno nel tentativo d conquistarsi il pane con cui sfamare la famiglia».
 
In queste passeggiate, Pasolini è sempre presente, perché ha descritto le borgate con rigore e verità: da Pietralata a Castel Bertone, dove vive Anna Magnani nel film «Mamma Roma», dal Quarticciolo al Trullo, dove Pasolini girò «Uccellacci e uccellini».
Dopo l’Aniene, ecco il Tevere e il mare, le casette “Pater” di Acilia, fino al Borghetto dell’Acquedotto Felice, alla scoperta di angli sconosciuti e di persone speciali come don Roberto Sardelli.
La postfazione di Giulia Anania è un omaggio sentito alla cultura e alla volontà di andare oltre le apparenze di Irene Rambaldi, che lanciando «la moda di passeggiate non convenzionali…ha contribuito a spostare l’anima della città verso le periferie».

Irene Ranaldi, «Passeggiare nella periferia storica a Roma» - Iacobelli editore 2024 - Pagine 126 – Prezzo di copertina € 16,00.

Per gli adulti, ma soprattutto per gli studenti delle secondarie superiori sono felice di presentare un libro molto interessante, che parla di un tema purtroppo attuale come la violenza contro le donne e ci insegna che non si tratta di un atteggiamento maschile recente… affonda addirittura nella mitologia e attraversa le letterature di ogni tempo, rileggendo gli autori che ne hanno scritto, da Omero a Dante, da D’Annunzio a Flaubert, da Pirandello a Pavese, da Virginia Woolf a Margaret Atwood.
L’autore sostiene che questo dramma si sviluppa a ogni latitudine, in Paesi diversi per cultura e civiltà, e considera gli autori come degli influencer, forse pericolosi, perché avrebbero potuto e potrebbero ancora influenzare lettori e lettrici.
Perciò tante pagine, ritenute scomode da editori e docenti sono state trascurate e nei testi scolastici si trovano sempre prose e versi «educativi, corretti, esemplari»…
 
La scuola deve «avere il coraggio di non ottundere i sensi della letteratura, di non smussarne gli spigoli più fastidiosi, di insegnarla e di servirsene per lo scopo principale per cui la letteratura esiste: che non è insegnare a scrivere bene, ma a vivere bene. Non allevare futuri poeti, ma far maturare cittadini».
Si parte da Omero e dalle parole di Zeus a sua moglie Era: «Stai al tuo posto, zitta, e obbedisci./ Ti avviso: se ti metto addosso le mani / non basteranno tutti gli dèi dell’Olimpo ad aiutarti», si prosegue con Dante, che racconta nel V canto dell’Inferno la storia di Francesca promessa sposa di Gianciotto Malatesta quando aveva solo sei anni. Lui diciassette di più.
Sappiamo bene come andò a finire; possiamo leggere il canto e vedere la ritrosia di Francesca e anche affrontare il commento di De Sanctis, che la fa simbolo dell’amore romantico.
 
Poi troviamo Shakespeare, la sua Caterina “bisbetica domata”, Stendhal e la confessione di Julien, protagonista de «Il rosso e il nero», le figure manzoniane più note, Lucia e Gertrude, Emma Bovary di Flaubert, «quella bella farsa che i tre giovanotti fecero alla ragazza» nella novella Tentazioni di Verga… e via via, passando per Oscar Wilde e il suo Ritratto di Dorian Gray, per Ibsen e Casa di bambola, per Pirandello che ne La verità parla del cavalier Fiorìca, «un degno galantuomo, che sappiamo tutti che signore è, scovato lì, in maniche di camicia e coi calzoni in mano, signor presidente, nella tana di una sporca contadina», infine per Maraini che ne «La lunga vita di Marianna Ucrìa» racconta la storia di una tredicenne che, violentata dallo zio, perse la voce e fu poi costretta a sposare il violentatore in una sorta di matrimonio «riparatore».
Stefano Motta attualizza il discorso citando casi recenti e recentissimi.
 
Mi piace concludere questa sintetica recensione con i versi di Alda Merini, riportati all’inizio del libro: «Io canto le donne prevaricate dai bruti/ La loro sana bellezza (…), la folgore di un codice umano disapprovato da Dio».

Stefano Motta, «Il dolore delle donne - La violenza di genere nella letteratura, l’educazione affettiva nella scuola» - Ancora editore 2024 - Pagine 192 – Prezzi di copertina € 14,00.

Buone letture a tutti!
Luciana grillo