Se ne è andato, all’età di 82 anni, Roberto Gervaso

È stato un apprezzato giornalista, un ottimo scrittore e un grande aforista italiano

>
Roberto Gervaso era nato a Roma il 9 luglio 1937.
Ha trascorso l'infanzia a Torino con la famiglia.
Si è laureato in Lettere moderne con una tesi su Tommaso Campanella.
Incomincia l'attività giornalistica nel 1960 al Corriere della Sera, presentato da Indro Montanelli.
Da Milano ottiene il trasferimento a Roma, dove proseguirà la sua carriera professionale.
Tra gli anni sessanta e settanta firma, insieme con Montanelli, i sei volumi dal 3º all'8º della Storia d'Italia, acquisendo grande notorietà.
 
Negli anni settanta lascia il Corriere della Sera; collabora ad altri giornali, lavora in radio e in televisione.
Come commentatore politico, a partire dal 1996 e ininterrottamente fino al 2006, ha condotto il programma Peste e Corna e... Gocce di storia, andato in onda dal lunedì al venerdì alle 7:30 su Rete 4.
È stato collaboratore di vari quotidiani (Il Mattino, Il Messaggero, Il Gazzettino) e periodici, opinionista e commentatore politico e di costume.
Ha curato la rubrica di aforismi ogni lunedì sul quotidiano il Giornale ed è stato presidente onorario della «European sexual dysfunction alliance» (ESDA).
Ha vinto due volte il Premio Bancarella: nel 1967 con L'Italia dei Comuni (scritto con Indro Montanelli) e nel 1973 con la biografia di Cagliostro.
 
Nel 2005 ha vinto il Premio Cimitile con «Qualcosa non va» (Mondadori).
È stato insignito dall'Università degli Studi Gabriele d'Annunzio dell'«Ordine della Minerva».
Nella sua vita ha conosciuto tre grandi crisi depressive: a 23, 43 e 71 anni (rispettivamente nel 1960, 1980 e 2008).
È stato vegetariano per oltre quarant'anni; ha dichiarato di esserlo diventato perché lo era sua madre, di provare verso la carne «una ripugnanza filosofica» e infine su consiglio di un medico, secondo il quale l'essere vegetariano lo avrebbe tenuto lontano da certe malattie.
Ha deciso di ritornare a mangiare carne dopo aver contratto una malattia.
 
Nel 1981 è stato scoperto appartenere alla loggia massonica P2.
Su questo fatto, aveva dichiarato: «Mi ero iscritto perché mi piaceva la massoneria e volevo scriverci un libro, come poi ho fatto.
«In realtà la P2 era un'entità affaristica contrapposta a quella di Cuccia e Agnelli, che aveva vinto.»
Sposato con Vittoria, aveva una figlia, Veronica (1974), anch'essa giornalista, che fin dal 1995 lavora con vari incarichi al Tg5.
È morto il 2 giugno 2020 a Milano, all'età di 82 anni, dopo una lunga battaglia contro un cancro alla prostata durata vent'anni.
 
I libri di Roberto Gervaso sono stati tradotti in Spagna, Portogallo, Francia, Gran Bretagna, Germania, America Latina, Giappone, Bulgaria, Polonia e negli Stati Uniti.
La nostra Sandra Matuella lo ha conosciuto e intervistato.
«Un caro ricordo di Roberto Gervaso al Vittoriale degli Italiani, — dice di lui Sandra (nella foto di copertina). — Scrittore colto, ironico e, per quanto mi riguarda, impareggiabile maestro di giornalismo.