È morto Andrea Camilleri, il papà di Montalbano. Aveva 93 anni

«Se potessi vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio “cunto”, passare tra il pubblico con la coppola in mano»

Se ne è andato anche Andrea Camilleri, aveva 93 anni.
La mattina dello scorso 17 giugno Camilleri era stato ricoverato all'ospedale Santo Spirito di Roma per un arresto cardiorespiratorio.
Giunto in condizioni critiche, è stato ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione, dove ha cessato di vivere esattamente un mese dopo senza mai aver ripreso conoscenza.
Il creatore del commissario Montalbano è stato colpito dal malore mentre si stava preparando a partecipare con la sua «Autodifesa di Caino» allo spettacolo che si sarebbe tenuto il 15 luglio alle antiche Terme di Caracalla.
 
Andrea Calogero Camilleri era nato il 6 settembre del 1925 a Porto Empedocle (AG), figlio unico di Carmelina Fragapane e di Giuseppe Camilleri, ispettore delle compagnie portuali che partecipò alla marcia su Roma.
Dal 1939 al 1943, dopo una breve esperienza in collegio vescovile, dal quale fu espulso per aver lanciato delle uova contro un crocifisso, studia al Liceo Classico «Empedocle» di Agrigento dove nel 1943 otterrà la maturità senza fare esami, poiché, a causa dei bombardamenti e in previsione dell'imminente sbarco in Sicilia delle forze alleate, le autorità scolastiche decisero di chiudere le scuole e di considerare valido il secondo scrutinio trimestrale.
A giugno dello stesso anno comincia, come ricorda lo scrittore, «una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere, di sangue, di paure».
Tra il 1946 e il 1947 vive a Enna, in due misere stanzette prive di riscaldamento e, casualmente, dapprima attirato dal tepore, comincia a frequentare con assiduità la Biblioteca Comunale diretta dall'avvocato Fontanazza. Diventato suo amico questi gli fa conoscere gli scritti originali di due celebrità letterarie locali: Nino Savarese e Francesco Lanza.
Diventa anche amico di Franco Cannarozzo, che poi divenne un famoso scrittore di romanzi di fantascienza con lo pseudonimo di Franco Enna.
 
Camilleri aveva cominciato a lavorare come regista teatrale nel 1942.
Nel 1944 si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Palermo, senza conseguire la laurea. S'iscrive al Partito Comunista Italiano e dal 1945 pubblica racconti e poesie, arrivando anche fra i finalisti del Premio Saint Vincent.
Nel 1949 viene ammesso, unico allievo regista per quell'anno, all'Accademia nazionale d'arte drammatica, dove conclude gli studi nel 1952, contemporaneamente ad allievi attori che diverranno celebri, come Luigi Vannucchi, Franco Graziosi e Alessandro Sperlì, con i quali stringe amicizia.
Da allora esegue la regia di più di cento opere, soprattutto di drammi di Pirandello.
Tra il 1945 e il 1950 pubblica racconti e poesie, vincendo anche il Premio Saint Vincent. Alcune sue poesie vengono pubblicate in un'antologia curata da Giuseppe Ungaretti.
Scrive i suoi primi racconti per riviste e per quotidiani come «L'Italia socialista» e «L'Ora» di Palermo.
 
È il primo a portare Beckett in Italia, di cui mette in scena Finale di partita nel 1958 al Teatro dei Satiri di Roma e poi ne cura una versione televisiva con Adolfo Celi e Renato Rascel.
A Camilleri si devono anche le rappresentazioni teatrali di testi di Ionesco («Il nuovo inquilino» nel 1959 e «Le sedie nel 1976»), Adamov («Come siamo stati nel 1957», prima assoluta in Italia), Strindberg, T. S. Eliot. Porta in teatro i poemi di Majakovskij nello spettacolo Il trucco e l'anima.
Nel 1954 partecipa con successo a un concorso per funzionari Rai, ma non viene assunto poiché comunista, come disse lui stesso. Tuttavia entra alla Rai tre anni dopo.
Nel 1957 sposa Rosetta Dello Siesto da cui ha tre figlie e quattro nipoti.
Insegna al Centro sperimentale di cinematografia di Roma dal 1958 al 1965 e poi dal 1968 al 1970. È titolare della cattedra di regia all'Accademia nazionale d'arte drammatica dal 1977 al 1997. Scrive su riviste italiane e straniere (Ridotto, Sipario, Il dramma, Le thèâtre dans le monde) e dal 1995 su l'«Almanacco letterario» (Edizione dell'Altana).
 
Dal 1959 a tutti gli anni sessanta, tra le molte produzioni Rai di cui si occupa come delegato alla produzione hanno successo gli sceneggiati Le avventure di Laura Storm, con Lauretta Masiero, e le fiction con il tenente Sheridan, protagonista Ubaldo Lay (fra cui la miniserie La donna di quadri), Le inchieste del commissario Maigret, protagonista Gino Cervi.
Nel 1968 cura la regia del teleromanzo Lazarillo, tratto dal romanzo Lazarillo de Tormes, con Paolo Carlini e Vittorio Guerrieri.
Nel 1978 esordisce nella narrativa con Il corso delle cose, scritto dieci anni prima e pubblicato gratuitamente da un editore a pagamento con l'impegno di citare l'editore stesso nei titoli dello sceneggiato TV La mano sugli occhi tratto dal libro che non viene distribuito e rimane ignoto al pubblico dei lettori.
Nel 1980 pubblica con Garzanti Un filo di fumo, primo di una serie di romanzi ambientati nell'immaginaria cittadina siciliana di Vigata a cavallo fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Grazie a quest'ultima opera Camilleri riceve il suo primo premio letterario a Gela.
 
Nel 1992 riprende a scrivere dopo dodici anni di pausa e pubblica «La stagione della caccia» e nel 1993 «La bolla di componenda», entrambe presso Sellerio Editore.
Nel 1994 pubblica «La forma dell'acqua», primo romanzo poliziesco con il commissario Montalbano e successivamente (1995) «Il birraio di Preston», che partecipa al Premio Viareggio e grazie al quale, pur senza classificarsi, riesce a ottenere un discreto successo di pubblico.
Camilleri diventa un autore di grande successo e i suoi libri, ristampati più volte, vendono mediamente intorno alle 60 000 copie, anche se non tutti trovano il consenso unanime della critica che lo accusa di essere a volte ripetitivo.
Dal 1995 al 2003 si amplia il fenomeno Camilleri, che di fatto esplode nel 1998. Titoli come «Il birraio di Preston» (1995) (quasi 70.000 copie vendute), «La concessione del telefono» e «La mossa del cavallo» (1999) vanno a ruba, mentre la serie televisiva su Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti, ne fa ormai un autore cult.
Nel 2001 viene pubblicato il romanzo «Il re di Girgenti», ambientato nel Seicento, interamente scritto in siciliano inframmezzato con lo spagnolo.
 
Alla fine del 2002 accetta la nomina di direttore artistico del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto, inaugurato nel febbraio 2003 alla presenza del Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi.
Pubblica, sempre con Sellerio, altri romanzi: nel 2004 «La pazienza del ragno», nel giugno 2005 «La luna di carta»: tutti con protagonista Salvo Montalbano.
A marzo 2005 viene edito «Privo di titolo». Tra il 2006 e il 2008, pubblica altri cinque romanzi che hanno per protagonista Montalbano: «La vampa d'agosto», «Le ali della sfinge», «La pista di sabbia», «Il campo del vasaio», «L'età del dubbio».
Nel 2007 vince il Premio letterario «La Tore - Isola d'Elba».
Il 2009 incomincia con il romanzo «La danza del gabbiano», vincitore nello stesso anno della XXVI edizione del Premio Cesare Pavese. Tutti presso Sellerio nella collana La Memoria, fondata da Leonardo Sciascia.
 
Nel 2010 nella stessa collana escono i successivi romanzi di Montalbano, «La caccia al tesoro» e «Il sorriso di Angelica», ai quali si affianca un terzo romanzo, «Acqua in bocca», pubblicato da Minimum fax. Scritto insieme con Carlo Lucarelli nella forma epistolare già sperimentata con successo ne La scomparsa di Patò, il romanzo vede per la prima volta il commissario Montalbano interagire con un altro investigatore letterario, l'ispettore Grazia Negro creata appunto da Lucarelli.
Nel febbraio 2008 per Mondadori pubblica «Il tailleur grigio» e nel giugno dello stesso anno con «Sellerio Il casellante», secondo romanzo di una trilogia di romanzi fantastici, primo dei quali è il romanzo «Maruzza Musumeci» pubblicato nel 2007, conclusasi nel 2009 con «Il sonaglio».
Inoltre, sempre nel 2008, pubblica, per la prima volta sul web (e precisamente sul quotidiano online AgrigentoNotizie) un suo racconto, «La finestra sul cortile» (già apparso in versione cartacea sul mensile Il Nasone di Prati), che vede come protagonista sempre il commissario Montalbano, inserito come appendice nel libro Racconti di Montalbano.
Il 4 settembre 2008 ha vinto il Premio internacional de novela negra RBA con un inedito in lingua spagnola dal titolo «La muerte de Amalia Sacerdote» che sarà pubblicato in Spagna il 9 ottobre 2008 e in Italia nel 2009 con il titolo «La rizzagliata».
 
Di particolare interesse la serie di romanzi dedicata ai grandi pittori: nel 2007 pubblica per Mondadori Il colore del sole (Caravaggio), nel 2008 per Skira La Vucciria (Guttuso) e nel 2009 sempre per Skira il romanzo ambientato nella sua Agrigento Il cielo rubato. Dossier Renoir (Renoir).
Nel 2009 pubblica per Rizzoli il romanzo pirandelliano La tripla vita di Michele Sparacino.
Nel 2010, oltre ai già citati romanzi con protagonista Montalbano, escono presso Sellerio «Il nipote del Negus», una divertente storia ambientata nella Vigata del ventennio fascista, e, presso Mondadori, «L'intermittenza», thriller ambientato nella Milano odierna.
Nel 2011 Camilleri collabora con Edoardo De Angelis nel brano Spasimo, contenuto nell'album del cantautore romano Sale di Sicilia, insieme con Franco Battiato. Sempre lo stesso anno gli viene conferito il Premio Fondazione Il Campiello.
Negli anni seguenti sino a oggi Camilleri continua a pubblicare numerosi romanzi con protagonista Montalbano o che trattano eventi storici rielaborati dalla sua fantasia.
 
Camilleri è stato tradotto in almeno 120 lingue (tra cui inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, irlandese, russo, polacco, greco, norvegese, ungherese, giapponese, ebraico e croato) e ha venduto più di 10 milioni di copie.
Nella nota finale del suo centesimo libro, «L'altro capo del filo», pubblicato nel maggio 2016, Camilleri dichiara che questo è «un Montalbano scritto nella sopravvenuta cecità», infatti, a 91 anni ha dovuto dettare il romanzo alla sua assistente Valentina Alferj, «l'unica che sia in grado di scrivere in vigatese.».
Nel 2016 ha generato diritti d'autore per 283.000 euro posizionando Camilleri al posto N. 5 della classifica degli scrittori italiani più ricchi, rispettivamente dietro a Carlo Carmine, Giacomo Bruno, Michele Tribuzio, Alex Abate, autori e talora essi stessi editori, come Giacomo Bruno, per lo più di manuali di vita pratica.
 
Il filone narrativo del Commissario Montalbano è destinato a una conclusione in quanto nel 2006 Andrea Camilleri ha consegnato all'editore Sellerio l'ultimo libro con il finale della storia, chiedendo che questo venisse pubblicato dopo la sua morte; dichiarerà in proposito:
«Ho scritto la fine dieci anni fa... ho trovato la soluzione che mi piaceva e l'ho scritta di getto, non si sa mai se poi arriva l'Alzheimer. Ecco, temendo l'Alzheimer ho preferito scrivere subito il finale. La cosa che mi fa più sorridere è quando sento che il manoscritto è custodito nella cassaforte dell'editore... È semplicemente conservato in un cassetto.»
«Non può cadere in un burrone come Sherlock Holmes e poi ricomparire in altre forme» – racconta lo scrittore, che assicura: «Montalbano non muore».
 
Si ringrazia Wikipedia per le note e le foto.