«La guerra dei nostri nonni» – Di Aldo Cazzullo

Viene presentato oggi martedì 14 ottobre al Mart di Rovereto, sala conferenze, in occasione della mostra «La guerra che verrà non è la prima»

Titolo: La guerra dei nostri nonni
Sottotitolo: 1915-1918: Storie di uomini, donne, famiglie
 
Autore: Aldo Cazzullo
Editore: Mondadori 2014
 
Pagine: 248 brossura
Prezzo di copertina: € 17
 
Il libro di Aldo Cazzullo verrà presentato martedì 14 ottobre presso la sala conferenze del Mart di Rovereto, che ospita la mostra «La guerra che verrà non è la prima», in programma dal 4 ottobre fino al 20 settembre 2015.
 
 Il contenuto
La Grande Guerra non ha eroi. I protagonisti non sono re, imperatori, generali. Sono fanti contadini: i nostri nonni.
Aldo Cazzullo racconta il conflitto 1915-18 sul fronte italiano, alternando storie di uomini e di donne: le storie delle nostre famiglie.
Perché la guerra è l'inizio della libertà per le donne, che dimostrano di poter fare le stesse cose degli uomini: lavorare in fabbrica, guidare i tram, laurearsi, insegnare. Le vicende di crocerossine, prostitute, portatrici, spie, inviate di guerra, persino soldatesse in incognito, incrociano quelle di alpini, arditi, prigionieri, poeti in armi, grandi personaggi e altri sconosciuti.
Attraverso lettere, diari di guerra, testimonianze anche inedite, La guerra dei nostri nonni conduce nell'abisso del dolore: i mutilati al volto, di cui si è persa la memoria; le decimazioni di innocenti; l'«esercito dei folli», come il soldato che in manicomio proseguiva all'infinito il suo compito di contare i morti in trincea; le donne friulane e venete violentate dagli invasori; l'istituto degli «orfani dei vivi», dove le mamme andavano di nascosto a vedere i «piccoli tedeschi» che erano pur sempre loro figli.
Ma sia le testimonianze di una sofferenza che oggi non riusciamo neppure a immaginare, sia le tante storie a lieto fine, come quelle raccolte dall'autore su Facebook, restituiscono la stessa idea di fondo: la Grande Guerra fu la prima sfida dell'Italia unita; e fu vinta.
L'Italia poteva essere spazzata via; dimostrò di non essere più «un nome geografico», ma una nazione.
Questo non toglie nulla alle gravissime responsabilità, che il libro denuncia con forza, di politici, generali, affaristi, intellettuali, a cominciare da D'Annunzio, che trascinarono il Paese nel grande massacro.
Ma può aiutarci a ricordare chi erano i nostri nonni, di quale forza morale furono capaci, e quale patrimonio portiamo dentro di noi.