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Il XXXII Premio Gambrinus Giuseppe Mazzotti ad Armando Aste

L’Honoris Causa all’88enne trentino che ha fatto e scritto la storia della montagna del dopoguerra

Per la prima volta nella storia del concorso dedicato al letterato trevigiano «salvatore» delle ville venete, quest’anno si assegnano ben due Premi Honoris Causa, e destinatari sono due decani dell’alpinismo italiano: accanto all’88enne trentino anche Spiro Dalla Porta Xydias.
Per entrambi la scalata è stata un’esperienza spirituale che avvicina al cielo.
Non era mai accaduto nella storia più che trentennale del Premio Gambrinus «Giuseppe Mazzotti» che venissero assegnati due Premi Honoris Causa: accade invece oggi, in questa XXXII edizione 2014, che il concorso «per libri di montagna, alpinismo, esplorazione - viaggi, ecologia e paesaggio, artigianato di tradizione e Finestra sulle Venezie sulla civiltà veneta» voglia incoronare due decani dell’alpinismo nazionale, un uomo dei monti, il trentino Armando Aste, e un uomo «di mare», il triestino Spiro Dalla Porta Xydias.
 
Aste e Dalla Porta Xydias sono due colonne dell’alpinismo nazionale del dopoguerra e il Premio Gambrinus «Giuseppe Mazzotti» con essi, nel corso della premiazione al Parco Gambrinus di San Polo di Piave - Treviso sabato 22 novembre 2014, ricostruirà e ripercorrerà quasi un secolo di storia di imprese e scalate, nonché le radici di un amore, quello verso la montagna, che non cessa mai, neanche con il sopraggiungere della vecchiaia perché, come ha detto Dalla Porta Xydias, «Oggi i monti li salgo con la penna, scrivendo. Non ho mai abbandonato la montagna».
 
Armando Aste è uno dei grandi alpinisti viventi, protagonista assoluto dell’epoca delle direttissime, delle solitarie e delle invernali, entrato nella leggenda e nella storia dell’alpinismo per le innumerevoli ascensioni compiute sulle Dolomiti, che hanno rappresentato l’evoluzione dall’arrampicata classica a quella moderna.
Nato a Isera, Trento, nel 1926, iniziò ad arrampicare sulle pendici del Monte Biaena a 22 anni, dopo il lavoro come operaio della Manifattura Tabacchi a Rovereto.
La travolgente passione per la roccia lo colse così, da autodidatta. La sua prima salita, nel 1947, fu sul Baffelan, per la Via del Pilastro, nelle Piccole Dolomiti vicentine.
Aste, iscritto alla SAT di Rovereto sin dagli anni Quaranta, fu protagonista dell’alpinismo europeo del dopoguerra e si dedicò con particolare passione, soprattutto agli inizi, alle solitarie. Non solo, fu il primo a portare il grande alpinismo invernale sul Civetta e sulle Dolomiti con la prima invernale della Via Carlesso - Sandri alla Torre Trieste, compiuta con Angelo Miorandi.
Aprì vie nuove di estrema difficoltà e di grande eleganza, con uno stile che privilegiava l’arrampicata libera.
Nella sua lunga carriera restano, fra le altre, due perle importanti: la partecipazione alla spedizione monzese alle Torres del Paine, in Patagonia, e la mitica prima salita italiana della parete nord dell’Eiger, realizzata nell’agosto 1962 con Franco Solina, Romano Perego, Andrea Mellano, Gildo Airoldi e Pierlorenzo Acquistapace.
Aste fu uno dei primi a salire numerose vette delle Dolomiti e delle Ande e gli sono stati dedicati molti sentieri e arrampicate (come, ad esempio, il percorso Aste - Susatti sul Monte Civetta a Belluno - prima salita con Fausto Susatti il 26 - 28 agosto 1954).
La sua vicenda umana e alpinistica è raccontata anche nei quattro volumi: Cuore di roccia (Manfrini Stampatori, 1988), I Pilastri del cielo (Nordpress, 2000), Alpinismo epistolare - Testimonianze (Nuovi Sentieri Editore, 2011) e Commiato – Riflessioni conclusive di un alpinista dilettante in congedo (Nuovi Sentieri, 2013). Ora sta ultimando il suo ultimo lavoro, Pensieri di un alpinista.
Fautore di un alpinismo ascetico, vissuto come cammino etico – morale, volto a migliorare se stesso, l’alpinista trentino ha sempre apertamente professato la sua forte fede cristiana.

Un alpinismo carico di ideali, non mera performance sportiva ma profonda elevazione spirituale, quasi una fede («Quand’ero giovane anch’io ero ambizioso e volevo essere più bravo degli altri - ha rivelato Aste in una recente intervista - poi ho capito che sopra i monti c’è il cielo, la vetta più importante da raggiungere), quello dei due «grandi saggi» Dalla Porta Xydias e Aste, che si ritrova anche nell’opera vincitrice della sezione «Alpinismo: imprese, vicende storiche, biografie e guide» (una delle tre sezioni di gara con «Ecologia e paesaggio» e «Artigianato di tradizione»): si tratta di «Huascaran 1993. Verso l’alto. Verso l’altro», di Franco Michieli, milanese, geografo ed esploratore (Club Alpino Italiano, Sezione di Cedegolo – Valle Camonica Editore, dicembre 2013).
Un libro che racconta la Huascaran Spedition 1993, a cui parteciparono oltre trenta alpinisti del Cai di Cedegolo, una inedita esperienza di alpinismo e solidarietà.
 
«Finalmente la figura di un alpinista grande – ha motivato la Giuria - che si distingue dai grandi per l’umiltà che ha accompagnato le sue straordinarie imprese, ma soprattutto che ha saputo fare della montagna un mezzo per aiutare gli altri.
«Franco Michieli, non si limita a raccontare con bravura le imprese di Battistino Bonali, ma allarga il suo sguardo per attirare l’attenzione dei lettori su quei paesi poveri ai piedi delle Ande dove da anni opera l’operazione Mato Grosso.
«Così Bonali intendeva fare anche con la spedizione 93 sullo Huascaran, in Perù, dove assieme al suo compagno di cordata Giandomenico Ducoli, perse la vita cadendo a pochi passi dalla cima.»
 
Accanto a Micheli, quest’anno salgono sul podio anche Stefano Mancuso e Alessandra Viola con «Verde Brillant» - Giunti Editore (Sezione Ecologia e Paesaggio) e Ottavio Cavalcanti con «Terra Acqua Mani Fuoco. Ceramica popolare in Calabria» – Rubbettino Editore (Sezione «Artigianato di tradizione»).
La trentaduesima edizione del Premio Gambrinus «Giuseppe Mazzotti» ha registrato la partecipazione di 120 opere da 75 case editrici.
L’elenco dei titoli dei libri partecipanti restituisce una visione ampia e poliedrica del Premio, in ideale continuità con l’eclettismo dell’intellettuale trevigiano Giuseppe Mazzotti, una delle personalità di maggiore spicco della cultura veneta e nazionale contemporanea, per 37 anni direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo di Treviso, alpinista, scrittore, gastronomo, consigliere del Touring Club.
 
Il Premio è promosso dall’Associazione «Premio Letterario Giuseppe Mazzotti», patrocinato e sostenuto dal Touring Club Italiano, dal Comune di San Polo di Piave, dalla Regione del Veneto, dalla Provincia di Treviso, dalla Camera di Commercio di Treviso, dal Club Alpino Italiano, dalla Confartigianato del Veneto, dalla Valcucine Spa, con il sostanziale contributo della Fondazione Veneto Banca Onlus.
 
Per informazioni: Segreteria del Premio Gambrinus Giuseppe Mazzotti
Tel. 0422 855609 - message@premiomazzotti.it - www.premiomazzotti.it

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