Il filosofo e scrittore Vito Mancuso incanta il pubblico trentino
Affollatissima serata all’istituto Martino Martini di Mezzolombardo per ascoltarlo parlare di amore davanti ad una platea di trecento persone
La ricetta, a dire il vero, non è nuova né rivoluzionaria. Ma se lo dice un filosofo che sull’amore ha speso anni di studi ben concentrati in un libro di grande successo come «Io amo: piccola filosofia dell’amore», c’è da credergli.
E il pubblico invitato dalla Cassa Rurale di Mezzolombardo ad ascoltare lo studioso scrittore di bestsellers non è mancato ieri sera all’istituto Martino Martini di Mezzolombardo. Aula magna stracolma e tante domande da fare (e da farsi): perché due esseri si attraggono, ma anche perché non ci si sopporta più, quale il valore della libertà.
In un mondo in cui ogni 65 minuti una donna perde la vita a causa dell’amore, dove quasi la metà dei matrimoni finisce anzitempo, queste domande non sono banali, ed investono l’intero universo della nostra esistenza.
Scomodando i miti – da Afrodite a Francesco Guccini – ed elaborando un pensiero «multidisciplinare» tra filosofia e fisica, Vito Mancuso queste risposte le ha date.
L'uomo non è cambiato molto
Incalzato dalle domande del direttore della Cassa Rurale Paolo Segnana, il filosofo ha spiegato la sua teoria. L’uomo non è cambiato molto negli anni.
Il bisogno di giustizia, di lavoro, di azione, sono gli stessi. E l’amore prima che un sentimento è una forza cosmica, un fenomeno fisico, risultato di una aggregazione di elementi. Come tutto quello che ci sta intorno: l’aria, l’acqua, la terra.
L’amore è una “attrazione irresistibile” che riunisce tre elementi: il corpo, la psiche e lo spirito. Dalla combinazione di questi elementi nascono le diverse tipologie di amore. L’amore erotico, l’amore sentimentale, l’amore romantico. Se tutte e tre le componenti sono soddisfatte, si ha l’amore maturo, completo, ideale.
Sì al divorzio, anche religioso
Una «alchimia» difficile da realizzare, a giudicare dal boom di separazioni e divorzi.
«Oggi – ha spiegato il prof Mancuso – è venuto meno quel senso del dovere che un tempo faceva stare insieme le persone anche senza passione. Ma la chiesa cattolica sbaglia a non considerare che il matrimonio possa finire, ormai quasi tutte le religioni lo contemplano.»
No alla «sindrome» da famiglia tradizionale assediata
Mancuso, rispondendo ad una domanda del pubblico, è entrato anche nel dibattito attuale sulla tutela della relazione omosessuale, da alcuni vista come attacco alla famiglia tradizionale.
«Niente di tutto questo – ha affermato. – L’omoaffettività (preferisco chiamarla così) fa parte dei diritti civili garantiti in questa parte di mondo che chiamiamo occidentale, come il diritto di parola, di coscienza, di opinione. Solo in una dimensione diversa. Se la cosiddetta famiglia tradizionale ha le forze in sè, non si deve sentire attaccata.»
Infine anche un pensiero sulla cooperazione: che può essere definita anche come capacità di fare le cose con amore, mettersi in relazione con gli altri.