«Le Futurose», di P. Giudici, P. Belli, M. Argenti e F. Cassiti
Il libro sarà presentato questo prossimo sabato 9 aprile alle ore 17.30’ presso la sede della Fondazione Museo Civico di Rovereto in Largo Santa Caterina 41
>
Sarà presentato questo prossimo sabato 9 aprile alle ore 17.30’ presso la sede della Fondazione Museo Civico di Rovereto in Largo Santa Caterina n.41, il libro Le Futurose.
Ne sono capaci autrici quattro illustri roveretane: Paola Giudici, Patrizia Belli, Milvia Argenti e Fausta Cassiti.
Il libro narra con molta originalità di giovani donne che progettano il futuro.
Ce ne parla con giusto orgoglio Paola Giudici:
«Le Futurose», da notare la F di Futurose in lettera maiuscola, nasce con due obiettivi.
Il primo obiettivo è quello di voler riprendere, di non mettere da parte, la ricerca per lo studio di un metodo educativo rivolto ai bambini vittime di violenza domestica assistita.
Tutti i bambini che assistono a violenza in casa, fra i genitori, fisica, psicologica, o di altro tipo (comportamentale, di linguaggio ecc.) rimangono traumatizzati. Per tutta la vita portano segni e ferite indelebili.
Una volta si diceva che i bambini non vedono, non sentono, dormono. Non è vero.
Negli anni scorsi grazie all’unione fra Comune di Rovereto, Università di Trento, Facoltà di Scienze Cognitive con la guida scientifica della Pro-Rettrice prof.ssa Paola Venuti, la Fondazione Famiglia Materna e la Cooperativa Punto d’Approdo, grazie alla partecipazione a bandi provinciali e ministeriali era stata avviata un’importante ricerca, che coinvolgeva i bambini ospiti delle due strutture di accoglienza citate e bambini «campione» ospiti delle medesime strutture e anche esterni alle stesse strutture.
L’idea era che uno strumento particolare come la fiaba potesse essere lo «spazio» dentro il quale intuire un eventuale disagio, un eventuale trauma e con lo stesso strumento aiutare i bambini a far uscire quel mostro nero, che tengono ben nascosto dentro di sé e non rivelano a nessuno.
Di tutto questo parlerà la prof.ssa Venuti nell’incontro di sabato. Illustrerà molto bene la ricerca fatta e quella che si spera di poter proseguire con il ricavato della vendita del libro «Le Futurose».
Il secondo obiettivo è quello di creare un focus sulle giovani donne, donne normali, che abitano oggi il nostro presente e il nostro territorio.
Per conoscerle, per osservarle più da vicino, per cercare qualche cosa che noi, con età diversa, non conosciamo.
Abbiamo realizzato 25 interviste a giovani donne scelte abbastanza casualmente, nel senso che ci siamo lasciate toccare da emozioni, sensazioni, curiosità provate nell’incontrarle e nel conoscerle.
Purtroppo, Daniela Preschern, la Futurosa più coraggiosa, più guerriera di tutte, ci ha lasciate nel frattempo, con nostro grande dolore. Abbiamo scelto di dedicare a lei il libro, al suo entusiasmo. Alla sua forza di vivere.
Ci è parso molto importante andare a conoscerle perché abbiamo avuto il sospetto che nessuno le «guardasse» e le «vedesse» abbastanza se non per alcuni scopi.
Quello dei consumi, per esempio.
Quello di sfruttare la loro energia, per esempio, traendo maggior profitto con minima spesa, dal loro saper essere, dalle loro competenze. Pensiamo ai contratti di lavoro con durata minima, parziale e sottopagati.
Quello di renderle dipendenti, negando loro la sicurezza di muoversi liberamente e, quindi, esposte a violenza, aggressioni, stalking.
Quello di renderle dipendenti dalla famiglia, perché nessuno pensa di costruire insieme a loro un futuro di senso dando loro servizi per i figli, l’autonomia economica di costruire una casa per sé stesse, la possibilità di fare dei figli.
Abbiamo scoperto tante cose attraverso le interviste fatte.
Quanto sono fiduciose per esempio, quanto contano sul futuro, quanti progetti hanno.
Quanti lavori particolari, interessanti, nuovi, quanta energia, quanta speranza, quanto buon umore, quanta positività!
Emerge nettissimo il loro amore per lo studio, il loro amore per il lavoro, il loro amore per i figli che chiamano Sole, Vento, Pace.
«È stata una grande continua emozione parlare con loro».
Aggiunge, con una certa emozione, sempre Paola Giudici:
«Ma poi, noi, abbiamo anche visto quanto sono separate fra di loro e quanta forza potrebbero esprimere se solo fossero insieme. Ma il sistema sembra impedirglielo, le separa, le frammenta, con servizi che non ci sono, lavoro che non c’è, dipendenza. Sono sole.
Il messaggio che potremo ricavarne tutti è quello di dare loro la possibilità di stare unite, ascoltandole, vedendole, aiutandole a interiorizzare i propri diritti, dando loro un futuro pieno di senso.
Ancora oggi nelle interviste, Futurose doc si sono lasciate scappare frasi come gli uomini con cui lavoro mi hanno dato la possibilità, mi hanno permesso. No! No! No! Non riescono ancora a pensare, condizionate come sono dalla cultura in cui viviamo, quanto lavoro, quanta fatica, quanto sacrificio per fare quello che dicono sia stato permesso di fare loro.
E quanto interesse si muove perché a fare sia proprio una donna, perché in certi posti e in certi lavori nessuno come lei sa fare e dire e questo lo dobbiamo ricordare.»
Il libro rivela un’altra cosa molto interessante a nostro parere: un linguaggio femminile a cui non siamo abituati a fare caso, che invece c’è. Un linguaggio che speriamo non vada perso perché da considerare prezioso.Fateci caso. Rivelatore di dimensioni considerate obsolete, ma invece quanto sarebbero utili proprio in questi momenti di crisi! Parole che esprimono attenzione, comprensione, pazienza, rispetto.
Il lavoro per realizzare il libro è durato un anno, durante il quale le quattro autrici non hanno mai smesso di incontrarsi tra loro, con Mara Rinner, Presidente dell’Associazione Amici di famiglia, e con la Casa Editrice Osiride.
Anche la copertina (qui di lato) è stata una realizzazione speciale! Una giovane artista, scoperta per caso, sconosciuta, alla quale speriamo di aver dato il battesimo per un futuro da Futurosa!
Un grato e grande saluto, affettuoso e pieno di speranza va certamente alle quattro amiche autrici: Milvia, Fausta, Patrizia e Paola. Sempre unite nel produrre proposte ed iniziative per soddisfare bisogni che ritengono importanti e che non lasceranno mai da parte.
Da loro un grazie molto sentito all’Associazione «Amici di famiglia», alla sua Presidente Mara Rinner, che ha dato loro l’opportunità di realizzare il lavoro. Un altro sincero ringraziamento all’Università di Trento, in particolare alla prof.ssa Paola Venuti, a tutti gli sponsor, generosi e sensibili al tema, per il quale è nato il libro «Le Futurose».
Paolo Farinati - [email protected]