Se ne è andato Ulisse Marzatico, aveva 85 anni

Cordoglio del presidente della Provincia Pacher per la sua scomparsa

Se ne è andato, all’età di 85 anni, Ulisse Marzatico. L’uomo di cultura, il Censore.
Lo conoscevamo da quanto, insieme a suo cugino, gestiva la zincografia Tridentum, nata quando ancora si incideva la lito, prima dello zinco.
Poi l’attività venne chiusa con l’evolversi della tecnologia e i due cugini presero strade diverse.
Ulisse assunse la gestione della libreria Disertori, dove lasciò traccia di sé per il suo carattere che gli imponeva di scrollare la cultura cittadina.
Ma continuava a scrivere articoli, conduceva trasmissioni letterarie, criticava tutto ciò che non andava, senza farsi problemi di sorta, tanto che amavamo chiamarlo il Censore.
 
Aveva collaborato alla nascita del Film Festival della Montagna e aveva collaborato attivamente con la Pro Cultura.
Politicamente era un socialista della vecchia scuola, poi divenne amico dei radicali e in particolare di Marco Pannella.
Non credeva molto nelle capacità politiche e sociali dei potentati del Trentino, né nelle loro possibiità di riscatto.
Gli uomini di cultura trentini non sempre condividevano la sua visione manichea della vita politica e culturale della città, ma gradivano comunque confrontarsi sempre con lui.
«Abbiamo avuto solo due trentini importanti, – mi aveva confidato una volta. – Cesare Battisti e Alcide De Gasperi.»
   
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, assieme all'intera Giunta, ha dato voce al cordoglio della comunità trentina per la scomparsa di Ulisse Marzatico, «rappresentante di una professione antica e nobile quale è quella del libraio ma al tempo stesso promotore culturale, uomo di grandi passioni civili, attento ai cambiamenti dei tempi e alle novità, mai stanco di imparare e di indagare».
«Di Marzatico mancherà l'intelligenza attenta e critica, – scrive Pacher in una nota. – Sempre capace di elaborare proposte costruttive, la capacità di interlocuzione, la dedizione al lavoro.
«La sua libreria – ricorda ancora il presidente della Provincia – non era solo un punto vendita di libri ma un luogo dove circolavano le idee, dove si dibatteva e ci si confrontava. È anche di luoghi così che vivono le città come Trento.»
 
GdM