Il romanzo dell'estate: «Operazione Folichon» – Capitolo 24°
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Guido de Mozzi
«Operazione Folichon»
Primavera - Estate 2010
PERSONAGGI |
Dott. Marco Barbini |
Imprenditore italiano |
On. Vittorio Giuliani |
Senatore della Repubblica Italiana |
Arch. Giovanni Massari |
Imprenditore italo americano |
Eva de Vaillancourt Massari |
Moglie di Massari |
Geneviève Feneuillette |
Baby-sitter di casa Massari |
Antonio Longoni |
Soci d'affari di Massari |
Julienne (Giulia) Lalancette |
Assistente di Massari |
Rag. Luciano Pedrini (610) |
Promotore finanziario di Massari |
Giuseppe Kezich |
Maestro di caccia |
Amélie Varenne |
Estetista di Eva Massari |
Ing. Giorgio Scolari |
Titolare del calzificio Technolycra Spa |
Col. Antonio Marpe |
Dirigente del Gico |
Gen. Massimo Frizzi |
Alto funzionario della DIA |
Massimiliano Corradini |
Finanziere sotto copertura del Sisde |
Ammiraglio Nicola Marini |
Direttore del Sismi |
Nomi, fatti e personaggi di
questo romanzo sono frutto della fantasia dell'autore. |
Capitolo 24.
Roma, zona Prati, 15 agosto
2002.
La mattina dopo era festivo, in quanto Ferragosto, ma avevo un
appuntamento da Massimo Frizzi e dovevo fare in tempo per la
conferenza stampa di mezzogiorno al Viminale. Se avevo ragione, la
verità sarebbe venuta a galla come un sughero da pesca. Ma torto o
ragione che avessi avuto, il Ministro avrebbe presentato comunque
al Paese i risultati dell'Operazione Folichon. A cena non mi
avevano detto molto, ma questo l'avevo capito. La morte
vera di Massari aveva comportato un sacco di implicazioni,
ma la reale portata la ignoravo.
Cesare era passato a prendermi alle otto ma ci eravamo fermati a
prendere un caffè e un cornetto lungo la strada, perché la
colazione migliore all'Hilton costava centoventicinque euro e,
anche se non pagavo io, non me la sentivo di fare il ganascia.
Entrai nell'ufficio di Frizzi pochi minuti dopo le nove. Non
dovetti attendere e mi fece accomodare senza alzarsi in piedi per
salutarmi. Gli sbattei sul tavolo il resoconto decrittato sulla
morte di Massari che mi aveva dato l'Ambasciatore di Santo
Domingo.
«La ringrazio. - Commentai. - Avevate bisogno di me solo per
ucciderlo?»
«No.» - Rispose guardandomi in faccia.
«Non venga a dirmi che la sua morte è stata del tutto casuale,
perché non le crederò mai!»
Si strofinò la fronte. Non erano ancora le dieci che già gli
faceva male la testa.
«Non è stata casuale, ma non era previsto che…»
«Che succede signor Frizzi, fa errori anche lei? - Gli dissi con
durezza, ma non volli perdere il mio sarcasmo. - Credevo che lei
fosse il Massimo…»
Si alzò e chiuse la porta, poi tornò a sedersi.
«Avevamo infiltrato più di un agente nell'entourage di Massari.
- Iniziò. - Uno era il pilota del jet privato di Massari.»
«Ah, quello che piaceva a Eva perché assomigliava a Johnny
Deep?»
«Depp, si dice Johnny Depp…»
«Ce n'erano altri?»
«L'altro era la ragazza.»
«Ragazza? Quale ragazza, non starà mica parlando di Giulia?»
«Geneviève…»
Saltai in piedi.
«Gène?»
«Si sieda.» - Mi risedetti piano.
Qualcosa mi diceva che avrei fatto bene a non stare lì ad
ascoltare tutto quello che aveva da dirmi.
«Gène si è talmente affezionata alla famiglia che ha porto le
dimissioni. Per questo sta ancora con la famiglia di Eva. Era una
delle mie agenti migliori…»
«Gène…» - Ripetei a bassa voce. E mi venne da sorridere. Era una
ragazza alla quale era difficile non voler bene. Una ragazza alla
quale chiunque avrebbe affidato i propri figli…
«E così non ho potuto più contare su di lei per attuare la parte
più delicata del progetto.»
«Cioè?»
«Qui sapevamo tutti che Corradini non era affidabile, ma solo
lui sapeva come raggiungere Massari. E' così che funziona il
programma protezione pentiti, lo sa solo quello che tiene i
contatti. Per questo non l'abbiamo fermato. Ma il tempo stringeva,
perché il Ministro dell'Interno aveva deciso di comunicare oggi al
Paese che avevamo avviato la più grossa operazione antiriciclaggio
della storia. Il mio progetto stava arrivando al capolinea. Oggi
scatta l'operazione finale, quella che per via dei casini avviati
da lei abbiamo voluto definire "Operazione Folichon".»
Non capivo dove voleva arrivare.
«Ma se Gène non lavorava più per voi, chi di voi mi ha seguito
fino alla Tortuga?»
«Nessuno. A noi bastava che lei lo trovasse. Poi avremmo deciso
cosa fare dei due.»
«E cosa è andato storto allora?»
«Lei.»
«Io?»
«Come tutti i dilettanti, anche lei non ha mantenuto la
parola.»
Mi incazzai.
«Ma io non ho parlato con nessuno! Checcazzo dice?»
«Nessuno? Ne è proprio sicuro?»
Lo guardai. Dopo un minuto arrossii.
«Mi dica che non è vero!»
Non rispose.
«Non è possibile…»
Si alzò e andò a prendere due caffè. Quando tornò, io ero
decisamente sfasciato.
«Non ne abbia male. La cosa rimane tra me e lei.»
«Eva…» - Dissi.
«Già. Lei le ha detto tutto del nostro incontro, e la signora ha
fatto due più due. Ha capito che suo marito era vivo e non l'ha
accettato. Ha fatto consiglio di guerra con Geneviève e ha deciso
in quattro e quattr'otto. Poi hanno chiamato la donna di servizio
haitiana e le hanno affidato una missione da compiere tramite
suo.»
«I miei cinquemila dollari erano destinati a qualcuno che non
era sua madre?»
«Mavà? Ci arriva un po' alla volta…»
«Insomma, - Dissi dopo qualche minuto di meditazione, - l'unico
a non sapere che stavo andando da lui ero io.»
«Già, il portatore sano… - Si alzò. - E' tardi, deve
andare alla conferenza stampa di Ferragosto.»
«Eva…» - Ripetei alzandomi.
«Deve andarci se vuole sentire che cosa abbiamo fatto.
Eva, continuai a pensare lungo la strada, "mi hai
fatto uccidere tuo marito…
Cesare mi portò al Viminale. Lungo la strada squillò il
cellulare.
«Sono io.»
Era Antonio Marpe. Come sempre il colonnello non si presentava
mai al telefono.
«Ehilà, Tom! - Risposi sorpreso. - Ha novità su chi mi ha fatto
la denuncia a Verona?»
«Sì.»
«Ebbene, ha incastrato Macò?»
«Macò? E chi è?»
«Scusi, è Corradini. Massimiliano Corradini.»
«No, le telefono apposta per dirle che non è stato lui.»
«E chi è stato?» - Chiesi sempre più meravigliato.
«Non posso dirle il nome. Prima vogliamo essere sicuri che si
tratti della persona giusta. Nel frattempo però…»
«Dica.»
«Non faccia imprudenze…»
«Colonnello… Lei che si preoccupa di me? Cosa succede, gli
alberi corrono dietro ai cani?»
Silenzio dall'altra parte.
«Mi scusi. - Aggiunsi. - Cosa vuol dire?»
«Non dico niente, prima di aver fatto una verifica.»
«E quanto ci vuole?»
«Tanto. Non oggi comunque. E questo è troppo per lasciarmi
tranquillo. Chi è che la porta in giro per Roma?»
«Un agente, perché?»
«Chi è?»
«Si chiama Cesare, ma…»
«Ottimo…»
Chiuse il telefono, lasciandomi nel mistero. Perché doveva
preoccuparsi per me? Era chiaro che, Massari o Corradini, chiunque
fosse stato, l'aveva fatto fare materialmente a un altro…
Prima della conferenza stampa il senatore mi presentò al
ministro degli Interni e alla sua signora.
«Signor ministro…» - Dissi stringendogli la mano lusingato.
«Barbini… Barbini… Dov'è che ho già sentito questo nome?» - Mi
domandò, cercando di ripescare nella memoria.
«Dal senatore Giuliani che ci ha appena presentati…» -
Risposi.
Tutti, compreso il Ministro, sorrisero.
Avevo cercato di evitare che ripescasse nella memoria altre mie
avventure. Non volevo che alla lunga a sentire il mio nome i
politici, notoriamente superstiziosi, si toccassero le palle.
«Ma no, - aggiunse, pensieroso. - L'ho già sentito da qualche
parte…»
E dagli…
«Forse mi ha sentito nominare in occasione della campagna di
lancio delle calze Cloudy.»
«Sì, sì! - Si intromise la moglie del ministro, togliendomi
dall'impiccio. - Le calze Cloudy!»
«Le conosce, signora? - Chiesi con un inchino che non facevo dai
tempi del ballo delle nobili debuttanti. Poi mentii. - Quelle calze
le ho inventate io.»
«E' davvero un piacere conoscerla!» - Mi disse e mi prese sotto
braccio per portarmi a sedere ad assistere alla conferenza stampa
di suo marito.
«Psss… - Mi fece in un orecchio. - Le porto anch'io!»
«Ne ero certo. Una donna di classe come lei…»
«Ma come ha fatto a venirle in mente un'idea così
azzeccata?»
«Amo le donne in carne.» - Risposi a tutto suo beneficio.
Mi strizzò l'occhiolino e mi strinse il braccio.
A mezzogiorno, puntualissimo, il Ministro tenne la conferenza
stampa di Ferragosto.
«Una delle più grandi operazioni di antiriciclaggio è stata
messa conclusa in questi giorni dai nostri uomini. - Iniziò. - Ci
stavano lavorando da oltre due anni. Abbiamo saputo cogliere
l'occasione del cambio delle monete nazionali europee con
l'Euro…»
Una pallina da golf… pensai, mentre il ministro raccontava una
serie infinita e studiata di balle.
Quante cose erano accadute quella pallina da golf. Rividi villa
Massari sulla Venetian, le uscite in barca, la grande caccia, il
San Lorenzo ghiacciato, il Chateau Frontenac… la fuga nella neve.
La campagna sulle calze. Il sesso al Folichon, la vita… e la morte
al Folichon. La drammatica fuga dall'isola di Haiti. Pensai con
amarezza a quello che avrebbe potuto fare Giovanni Massari se
avesse avuto una solida costituzione morale di base…
Scacciai il momento di commozione pensando con ilarità anche ai
cataclismi che in quel momento Luciano Pedrini stava sicuramente
facendo da qualche parte ai danni di qualcuno. Ripercorsi con gioia
la femminilità di Giulia, ammirai le capacità di Amélie, mi
inchinai alla freddezza professionale di Geneviève.
Ma, com'era immaginabile, mi soffermai di più sulle migliaia di
e-mails scambiate con Eva e sull'amore e sulle emozioni che da
queste e-mails erano nati. Infine mi venne in mente la morte di suo
marito, voluta da lei. Voluta da lei tramite mio…
«Dio mio!» - Esclamai balzando in piedi.
(Continua)
Precedenti
Nella foto, Forte Braschi, a Roma. Non abbiamo mai
pubblicato le didascalie delle foto, ma stavolta desideriamo
precisare che sotto il titolo è riportata la foto aerea Google
Heart della sede dell'ex Sismi, ora AISE
(Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna).