Morandini scatenato contro il «nepotismo Provincia-Comune»
E ancora: «Meno caviale agli stranieri e più pastasciutta ai concittadini»
Come abbiamo comunicato in un
precedente articolo, è stato scelto il consigliere provinciale Pino
Morandini come candidato sindaco di Trento per il Popolo delle
Libertà.
Molti gli aspetti che questa scelta porta con sé.
Il più importante è che non hanno avuto bisogno di passare dalle
«primarie». Come sostiene il senatore Santini che l'ha presentato,
le primarie «logorano chi le fa». In effetti basta guardare la
campagna che i due candidati «fratelli» del Centrosinistra
Andreatta e Bortolotti stanno facendo per passare il taglio di
domenica 22 febbraio. Sono praticamente diventati concorrenti, con
tutti gli aspetti negativi che comporta la competizione, cioè
nemici. Con il rischio peggiore che questo dualismo si ripercuota
poi sulle elezioni vere e proprie per cui i sostenitori del
candidato sconfitto potrebbero sentirsi portati a votare per il
Centrodestra.
Pino Morandini, nel presentarsi alla stampa, ha fatto un discorso
molto credibile e corretto. Il suo discorso di fondo sta
nell'interrompere quella sorta di moderno nepotismo per cui il
presidente della Provincia «sponsorizza» il sindaco della città e
il sindaco di Trento è predestinato ad entrare in Provincia. Di per sé non è un
discorso politico, dato che possiamo applicare la metafora di
Menennio Agrippa, per cui l'una non può fare a meno dell'altro.
Tuttavia questa specie di «affrancatura» della città da piazza
Dante avrà certamente una forte presa emotiva nei confronti degli
elettori.
Morandini è riuscito a rendere l'idea della staffetta
Comune-Provincia citando il «molinello» che si riesce a fare
giocando a tria: «bina e molinel». È chiaro che Morandini
si riferisce sia ad Andreatta che a Bortolotti, «sponsorizzati»
l'uno da Pacher e l'altro da Dellai. Ma è evidente anche che
Bortolotti si sta esprimendo esattamente come lui, nel senso che
vuole una soluzione di continuità.
Morandini ha voluto evitare di pronunciarsi su aspetti del
programma, dato che dovrà concordarli a breve con i suoi alleati.
Tuttavia ha espresso la sua soggettività su alcune problematiche.
Dai posteggi d'accesso alla città al rifacimento completo del
traffico, dalla sicurezza della gente in tutto il territorio
comunale alla rinuncia dei «progetti faraonici».
Aspetti questi, affrontati pari pari anche dal collega Bortolotti
candidato come lui a palazzo Thun. Per questo gli abbiamo chiesto
di essere più preciso.
«Non c'è bisogno di ricorrere ad architetti di fama mondiale, - ha
precisato a un collega giornalista, aggiungendo poi una frase che
diventerà famosa: - Invece che offrire il caviale agli stranieri,
dobbiamo pensare di dare la pastasciutta alla nostra gente.»
«L'interramento della ferrovia, - ha aggiunto a un altro collega, -
la ridondante facoltà di lettere, la faraonica biblioteca di
piazzale Sanseverino, e così via, sono tutte cose che sapevamo fare
benissimo noi anziché spendere centinaia di migliaia di euro per
progetti che non vuole nessuno.»
«Io sono autore di una legge provinciale sulla sicurezza che non è
mai stata applicata. - ha risposto ad una nostra domanda specifica,
coniando un'altra frase che farà presa. - Ma sarebbe sufficiente
che i vigili urbani facessero meno multe e si dedicassero di più al
controllo del territorio.»
Altro punto, pure condiviso dagli altri candidati, sta nella
necessità di ridurre il numero di consiglieri comunali: cinquanta
sono una cifra spropositata.
Entro la settimana avremo il programma dettagliato del candidato
sindaco del Centrodestra.
La Lega ha fatto sapere che comunicherà se aderire alla candidatura
unica oppure se presenterà un candidato proprio. Certamente la Lega
appoggerà Morandini se si dovesse andare a un ballottaggio.
Noi ci fermiamo qui, perché fino a domenica preferiamo dare spazio
a Claudio Bortolotti e ad Alessandro Andreatta. Però sentiamo che
colui che uscirà vincitore dalle primarie si troverà davanti un
pretendente di tutto rispetto.