Verso le elezioni del 3 maggio: le primarie del 22 febbraio
Prima intervista ai candidati alle primarie del Centrosinistra: Claudio Bortolotti
Andreatta-Bortolotti. Fatte le
debite proporzioni, ci si trova come alle primarie combattute da
Hillaty Clinton e Barack Obama. È dai tempi del '68 che nel nome
dell'evoluzione della specie politica si sognava di vedere un uomo
di colore o una donna alla Casa Bianca, ma il destino ha voluto che
quel momento si verificasse con entrambi i candidati dalla stessa
parte, sicché uno dei due sarebbe stato sconfitto prima di andare
alle elezioni vere e proprie.
Con Andreatta e Bortolotti siamo lì, uno dei due non andrà mai alla
verifica elettorale. Un peccato, perché la scelta sarebbe stata
comunque da affidare a tutti i cittadini e non solo ad una
parte.
Gli altri candidati sindaco del centrosinistra Pompermaier e
Chiariello non si preoccupino, parleremo anche di loro. Ma abbiamo
voluto cominciare intervistando l'ing. Bortolotti. Andreatta lo
intervisteremo domani. A seguire gli altri due e così via fino al
giorno delle primarie. Da lì in poi sarà una normale
competizione elettorale.
______________________________________________________________________
Ingegner Bortolotti, com'è la situazione?
«La strada è in salita. Se andassimo a votare direttamente per il
sindaco, credo che avrei buone possibilità di farcela. Ma da qui al
3 maggio c'è di mezzo la data del 22 febbraio, giorno in cui le
primarie stabiliranno chi sarà il candidato unico per il
centrosinistra.»
Perché sarebbe più tranquillo se si andasse a votare?
«Primo perché sento che la gente ha voglia di cambiare, secondo
perché si deve cambiare. Con Dellai e Pacher trasferiti in
Provincia, direi che si è concluso un ciclo importante, per cui
adesso è necessario introdurre un nuovo corso.»
Andreatta non va bene?
«Guardi che il problema non è
Andreatta, che sarà indubbiamente un bravo amministratore. Il
problema che è passata una generazione da quando Dellai si è
insediato a Palazzo Thun. Non si può continuare ad affinare la sua
esperienza politica, si arriva a un certo punto che si deve
impostarne una nuova.
E perché invece trova difficile passare il
"taglio" del 22 febbraio?
«Andreatta è portato avanti dal Partito Democratico, il quale ha
una tradizione molto più forte degli altri partiti in termini di
elezioni primarie. Le hanno fatte anche di recente, cioè prima di
giungere alle elezioni provinciali, e questo significa che i loro
sostenitori hanno una macchina già oliata e funzionante. Noi invece
ci troviamo spiazzati, perché non abbiamo precedenti. Non solo non
sappiamo quanti dei nostri andranno a votare alle primarie e forse
non è ancora abbastanza chiaro per tutti che è lì che ci giocheremo
il nuovo sindaco.»
Quindi la vostra campagna per le primarie consiste
nell'invitare la vostra gente ad andare a votare?
«Sì, l'impressione è che non ci batteremo né sui principi né sui
programmi, ma nei numeri. I programmi li presenterà alla
popolazione chi passerà il taglio del 22 febbraio.»
Proviamo lo stesso a fare un passo avanti. Se lei passasse il
turno, cosa cambierebbe?
«Beh, anzitutto il rapporto tra la gente e l'Istituzione. Io ho
passato una vita nell'amministrazione provinciale a stretto
contatto con la gente e con i politici. Bene, le posso assicurare
che la popolazione sente che la Provincia è "loro". Il Comune
invece no, il Comune è del sindaco e della giunta. Quando si parla
di Provincia si parla di "noi", in prima persona plurale. Quando si
parla di Comune, si dice "loro", terza persona plurale. Io voglio
che la gente capisca che anche il Comune siamo "noi", tutti
insieme, eletti ed elettori.»
Mi sembra un po' un cambio generazionale…
«Infatti, è
quello che ho detto che serve. La politica delle multe deve essere
accompagnata da opportuni investimenti volti a farle ridurre. I
nuovi posteggi non possono più restare sulla carta a futura
memoria. Il traffico va snellito, la gente deve trovare conveniente
posteggiare l'auto per tutto il giorno e muoversi con mezzi
alternativi, non deve farlo per evitare la multa. In centro si va
solo a piedi o in bicicletta, ma…»
E le auto elettriche come quelle che si usano nei campi da
golf?
«Andrebbe incentivato l'acquisto da parte dei privati. Ci sono cart
elettrici che costano molto poco. Ma ci sono troppi progetti
insabbiati e mi domando perché? Perché mancano i soldi o perché
manca la volontà? L'interramento di via dei Ventuno dov'è finito?
Abbiamo visto tanti progetti, ma poche realizzazioni.»
Quanto alla sicurezza?
«Non si può tollerare che ci siano alcune parti della città in
parte o del tutto prive di controllo. Non parlo solo di Piazza
Dante, che pure è significativa dato che è il cuore della città, ma
di tutto il territorio comunale. Non può essere sufficiente
spostare le bande da una parte all'altra della città con interventi
sporadici. Non possono esistere zone d'ombra. Il Comune deve sempre
essere padrone della situazione. Ci vogliono coraggio e
determinazione. È vero che dobbiamo curare anche i sintomi, ma
soprattutto va debellata la malattia.
Sta criticando duramente la giunta uscente…
«Ma no, come le ho detto, è solo finita un'era. Non incolpo
nessuno, dico solo che questo è solo il termine di un percorso e
che ogni aggiustamento porta lontano dallo spirito originario senza
che il nuovo venga affrontato. Ci vuole una nuova marcia, una nuova
logica. Per questo ho accettato di candidare.»
Qual è lo slogan che vorrebbe venisse diffuso ai nostri
lettori?
«Ragazzi andate a votare per le primarie. Se poi non sceglierete lo
stesso il sottoscritto, pazienza. Ma almeno sarebbe una volontà
popolare e non di partito.»
E dopo il 22 febbraio?
«Io il programma ce l'ho pronto da tempo. Alcune anticipazioni le
ho appena date a lei.»
G. de Mozzi