Martedì 15 ottobre è considerato il «Giorno della vergogna»
È la data del decreto legge 127/2021 che introdusse l’obbligo per tutti i lavoratori di possedere ed esibire la certificazione verde, il cosiddetto «Green Pass»
I nostri lettori sanno che il nostro giornale è favorevole ai vaccini in genere. Crediamo nella scienza.
Quindi lo è stato anche nel vaccino anti Covid, che venne reso obbligatorio per contrastare la pandemia.
Quello che non ha funzionato è stata la gestione politica dell’emergenza, prima con il Governo Conte 2 e poi con in Governo Draghi, cha ha dovuto mantenere in vita le decisioni prese dai 5 Stelle in quanto il Movimento faceva parte della maggioranza che lo sosteneva.
Ci riferiamo al cosiddetto «Green Pass», che fu introdotto col decreto legge n. 127/2021 e che prevedeva l’obbligo per tutti i lavoratori di possedere ed esibire la certificazione verde.
Per inquadrare la problematica dal punto giuridico, la Costituzione Italiana garantisce il diritto fondamentale del cittadino di non essere costretto a curarsi se non lo vuole. L’articolo prendeva vita dal triste passato nazista per cui i medici del regime potevano addirittura fare esperimenti con i prigionieri. Principio che condividiamo in pieno.
Ma più avanti la medesima Costituzione ammette che il governo del Paese possa, di fronte a condizioni particolarmente gravi, prendere decisioni in contrasto con detto articolo. Quindi, viste le dimensioni della pandemia, il Governo ha deciso di rendere obbligatoria l’assunzione del vaccino nelle sue prime tre versioni.
Ma è altrettanto vero che se le decisioni del governo provocano danni, questo deve risarcire le persone danneggiate.
Ora scendiamo nel cuore della questione. Dei cittadini, molti cittadini, avevano deciso di non assumere il vaccino. Lasciamo perdere il perché, non è di questo che vogliamo parlare.
Parliamo invece dei danni fatti a costoro che si sono rifiutati.
I lavoratori che non possedevano il Green pass non potevano lavorare. Tutti i lavoratori, dai lavoratori domestici al personale sanitario.
E questo è avvenuto nella nostra Italia che, come tutti sanno, è una «Repubblica fondata sul lavoro».
Un ossimoro costituzionale? Uno svarione legislativo? Una leggerezza dettata dalla mancanza di precedenti?
Per una leggerezza del legislatore, alcuni migliaia e migliaia di cittadini non hanno potuto lavorare. Non hanno potuto portare a casa i soldi per vivere.
Non sappiamo – e francamente ci importa poco saperlo – se chi ha varato il decreto si è mai posto il problema della sussistenza di tutti quei cittadini che hanno letteralmente fatto la fame.
Come abbiamo detto sopra, lo Stato deve risarcire i danni che provoca con la propria attività esecutiva. E difatti abbiamo assistito a varie cause civili indette in tal senso dai danneggiati.
Ma le cause possono farle solo quelli che hanno i soldi per farle. E comunque non è questo il modo di vivere in un paese civile.
Eppure, bastava poco per superare il problema: mettere in cassa integrazione speciale tutti coloro che non potevano avere il green pass.
Perché non lo hanno fatto? Non lo sapremo mai.
Ma di certo è giusto definire il 15 ottobre il «Giorno della Vergogna».
Parola di gente come noi che nella scienza crede, così come crediamo nei valori della Costituzione.
GdM