Come scegliere lo psicoterapeuta?
Abbiamo selezionato alcuni consigli fondamentali da tenere presente
Sono sempre di più le persone che scelgono di affidarsi a uno psicoterapeuta per migliorare la loro salute mentale o per risolvere problemi piccoli e gravi, depressione in primis.
Soprattutto da dopo la pandemia, l’attenzione a questo aspetto è aumentata notevolmente. Nulla di strano, dato che la pandemia ha messo a nudo numerosi aspetti critici nella gestione sia della vita privata, sia del lavoro.
L’offerta di terapeuti è aumentata a dismisura, anche grazie a piattaforme dedicate. Questo può rendere le cose un po’ difficile in fase di scelta. Ma nessun problema! Nelle prossime righe, abbiamo selezionato alcuni consigli fondamentali da tenere presenti.
L’iscrizione all’albo
Partiamo dalle basi, ricordando che, nel momento in cui si valuta se scegliere o meno un determinato professionista, è necessario essere certi della sua regolare iscrizione all’albo.
Basta accedere al sito dell’ordine degli psicologi, in particolare al portale della Regione dove opera il professionista, e inserire il suo nome e il suo cognome.
Ci si troverà davanti una scheda con il numero di iscrizione all’albo e con i dati sul tipo di target a cui si rivolge.
Orientamento
Gli psicoterapeuti, professionisti laureati in psicologia che, dopo l’iscrizione regolare all’albo, hanno frequentato un ulteriore quadriennio di specializzazione, possono lavorare scegliendo diversi orientamenti.
A seconda della propria situazione e della problematica che si riscontra, può essere utile optare per un orientamento o un altro, in quanto le cose possono cambiare notevolmente.
Prendiamo come esempio il celebre orientamento cognitivo - comportamentale, famoso anche come psicoterapia breve. In questo caso, con sedute che durano 45 minuti, ci si focalizza sul presente e sulle implicazioni dei pensieri e delle convinzioni sui comportamenti.
Differente, invece, è il caso dell’orientamento analitico che, con sedute a cadenza settimanale e della durata di 50 - 60 minuti, indaga aspetti inconsci, andando a scavare nel passato del paziente.
Collaborazioni con altri professionisti
La collaborazione dello psicoterapeuta con altri professionisti, nutrizionista in primis, può rivelarsi decisiva per la qualità del lavoro. Per rendersene conto basta pensare a situazioni come quella del diabete psicosomatico.
Si sa da tempo che lo stress può influire, aumentandola, sulla glicemia, motivo per cui il ruolo dello psicoterapeuta può essere prezioso nel miglioramento degli effetti della dietoterapia somministrata a chi soffre della sopra citata patologia metabolica.
Prima seduta a pagamento
Il pagamento delle sedute di psicoterapia è un momento molto importante. Si tratta di un’assunzione di responsabilità da parte del paziente, che impegna le sue risorse economiche per un percorso fondamentale per il suo cambiamento, un viaggio che si basa su una relazione, quella terapeutica, che si fonda sulla fiducia.
Anche la prima seduta è parte di quella relazione e serve a gettarne le fondamenta. Alla luce di ciò, è importante pagarla, perché così le si dà la giusta rilevanza.
Disponibilità a effettuare le sedute online
Purtroppo, nonostante la rivoluzione portata nel settore dalla pandemia e dalle restrizioni sociali, non tutti gli psicoterapeuti sono disposti a fare sedute online.
Scegliere un professionista che, invece, le comprende fra i suoi servizi è importantissimo. Si riesce così a dare continuità al percorso anche in caso di problemi di salute propri o di una persona vicina (qui un approfondimento) e ad evitare situazioni di disagio derivanti dalla convivenza con altre persone, con ovvia compromissione della privacy.
Empatia
Nel momento in cui ci si accorge, dopo due o tre sedute, che non è scattato nulla con il terapeuta scelto e che non ci si sente a proprio agio durante la conversazione, è opportuno cambiare.
Come già detto, il percorso si basa sulla qualità di una relazione, quella terapeutica. Se non parte questo prezioso meccanismo, è molto difficile apprezzare il risultato desiderato.
La cosa giusta è quindi interrompere, esattamente come si farebbe con qualsiasi altro tipo di relazione non soddisfacente, rispettando il proprio tempo, i propri soldi e la professionalità del terapeuta.