Ad Arco il «Sole d’autunno» di Giovanni Segantini
il Comune ha formalizzato l’acquisto del dipinto di Segantini noto anche come «Vacca bianca all’abbeveratoio», un grande olio su tela cm 192 x 90
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Un evento straordinario per Arco: il Comune ha formalizzato l’acquisto del dipinto di Giovanni Segantini «Sole d’autunno» (noto anche come «Vacca bianca all’abbeveratoio»), un grande olio su tela (alto 90 e largo 192 centimetri) che il celeberrimo pittore di origine arcense ha realizzato nel 1887 e ha esposto per la prima volta lo stesso anno alla quinta Esposizione nazionale di belle arti di Venezia.
Il valore è stimato in Italia al minimo di 3,5 milioni, ma se posto sul mercato internazionale si pensa potrebbe arrivare 6,5 milioni; il Comune di Arco lo pagherà 3 milioni.
Si tratta di un dipinto predivisionista, il nucleo di opere appartenenti al cosiddetto Complementarismo, che precede e introduce il Divisionismo vero e proprio.
Il soggetto principale è dato da una vacca aggiogata a un carretto che si abbevera alla fontana, mentre la contadina che la accompagna si disseta a sua volta alla medesima fonte; sullo sfondo compaiono le case del paese, Savognino in Svizzera, e uno scorcio dei prati che lo circondano.
Si tratta si un’opera iconica della produzione segantiniana, che propone il tipico tema del mondo contadino, della relazione uomo-animale e della vita semplice a contatto con la natura.
Le grandi dimensioni sono rese ancora più importanti da una cornice di pregio, coerente con l’epoca del dipinto, che porta l’opera finita alle dimensioni di 140 per 240 centimetri. La tela è molto nota agli storici, documentata in modo capillare e di provenienza garantita.
Il quadro si trova in eccellente stato di conservazione, in prima tela e non presenta nessun danno di conservazione; non necessita di interventi di restauro, salvo una minimale pulizia della verniciatura in superficie, che presenta un sottile strato di polvere ed è leggermente ingiallita.
Anche la cornice è in buone condizioni, con solo la necessità di piccole riparazioni, ma solida e ben conservata.
Le condizioni del quadro sono certificate da un condition report fornito da AF The Lab di Milano, che ha l’incarico da parte della proprietà di eseguire il lavoro di pulizia generale prima della consegna al Comune di Arco (con costi a carico della proprietà).
Proveniente dalla prestigiosa collezione Rosselli di Milano, la tela è stata esposta l’ultima volta nel 1954 a Como, in occasione della mostra «Pittori lombardi del secondo Ottocento» presso Villa Comunale dell’Olmo.
Dopo di che non è stato più esposta al pubblico.
Al valore e al perfetto stato di conservazione, si aggiunge quindi la peculiarità di essere quasi un inedito, di interesse quindi sia per il pubblico sia per i critici e i collezionisti, che per la maggior parte non hanno potuto mai vederlo dal vivo.
L’opera è anche una delle più importanti che si trovano in Italia: al momento le grandi tele di Segantini presenti in Italia sono «Alla stanga», alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma, «Le due madri», «L’angelo della vita» e «L’amore alle fonti della vita», della collezione della Galleria d’arte moderna di Milano.
Di minore dimensione, «Pascoli di primavera» della Pinacoteca di Brera.
Questo indica che quella di Arco diventa la terza collezione segantiniana a livello nazionale per importanza delle opere possedute.
«Il tema della valorizzazione della figura di Giovanni Segantini è al centro del nostro programma e della nostra mission – spiega il sindaco Alessandro Betta – e in questa consiliatura abbiamo voluto dare un forte impulso alla Galleria Civica, che è stato riconosciuto anche a livello internazionale, implementando significativamente il progetto museale ereditato delle precedenti amministrazioni.
«Dopo un importante percorso che ha coinvolto anche la Provincia nella figura della sua vicepresidente Francesca Gerosa e del soprintendente Marzatico, oggi concretizziamo quello che è un acquisto che passerà alla storia: un dipinto che non viene esposto dagli anni Cinquanta del Novecento, ma soprattutto di straordinaria bellezza.
«È uno dei grandi quadri di Segantini in Italia. È significativo che si proceda con l'acquisizione in prossimità del 125° anniversario della morte dell'artista, nei confronti del quale con questo acquisto vogliamo dimostrare la nostra gratitudine.»
«L'ingresso dell'opera "Sole d'autunno" nella collezione della città di Arco – aggiunge l’assessore alla cultura Guido Trebo- è un'occasione straordinaria di crescita e di sviluppo per il nostro territorio, non solo dal punto di vista culturale.
«Bisogna avere il coraggio di fare scelte importanti per costruire il proprio futuro, scelte che ci consentano di crescere e di migliorare. Troppo spesso la mancanza di visione ha fatto perdere alla nostra città occasioni straordinarie ma possiamo dire che altrettanto spesso, scelte che sembravano ambiziose hanno modificato la nostra condizione: come la creazione dei Giardini centrali ha fatto nascere il Kurort.
«Con quest'acquisizione la collezione segantiniana arcense diventa una delle più importanti d'Italia e di rilievo anche a livello internazionale.
«La notizia ha già riscosso il consenso e le congratulazioni dei musei partner nazionali ed esteri, ma soprattutto ha dato il la per pensare a ulteriori e qualificanti scelte future per il recupero di importanti spazi storici di Arco e per la costruzione di progetti condivisi che sicuramente costituiranno un'eccellenza straordinaria per il nostro territorio.
«Quest'ultimo passo in particolare è stato condiviso con la Provincia autonoma di Trento, in particolare con la vicepresidente Francesca Gerosa, ed è la dimostrazione che solo attraverso azioni di grande valore si possono risolvere anche problematiche importanti.
«Un ringraziamento va al sindaco, che ha creduto fortemente al progetto, e a tutto lo staff del museo, soprattutto nelle figure di Giancarla Tognoni, che ne ha la direzione, e di Nicolò d'Agati, il curatore.»