Arco, truffatore individuato e denunciato dai Carabinieri
Aveva comperato un'auto di lusso e l'aveva pagata con un assegno cabriolet
La Stazione Carabinieri di Arco, nei giorni scorsi con una fulminea e proficua attività di indagine ha individuato e denunciato un truffatore seriale.
In particolare, un imprenditore rivano un mercoledì mattina si è presentato presso il presidio arcense denunciando che il venerdì precedente aveva venduto la sua autovettura BMW X5 ad un uomo distinto residente nel milanese che dopo brevi convenevoli e scambio foto del mezzo giungeva in Trentino e dopo aver visto e provato la lussuosa vettura la pagava con un assegno circolare del controvalore di € 65.000, che l’imprenditore la stessa mattina, prima di effettuare il passaggio di proprietà, versava presso la propria banca che ne accertava la genuinità.
Il giorno successivo l’imprenditore appurava che l’assegno, sebbene valido, era stato bloccato dall’Istituto di credito con la dicitura «titolo non valido/contraffatto».
Il commerciante quindi, sporgeva denuncia per truffa e l’immediata attivazione della Polizia Giudiziaria arcense con la geolocalizzazione dell’autovettura della famosa casa automobilistica bavarese e la richiesta di un decreto di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Rovereto consentivano ai militari arcensi di recuperare la BMW che era stata parcheggiata nell’interrato del parcheggio dell’ospedale Niguarda della città meneghina (ndr. si ritiene per il successivo trasporto all’estero che avrebbe vanificato ogni provvedimento giudiziario).
Gli accertamenti bancari hanno permesso di evidenziare la condotta criminosa del presunto autore reato che aveva acceso un conto corrente presso un istituto di credito versando 70,00 € in contanti per poi richiedere un assegno circolare di € 65,00: titolo valido ma poi abilmente e perfettamente contraffatto con l’importo 65.000 €.
Il veicolo lunedì scorso è stato restituito all’avente diritto che è rimasto soddisfatto per la tempestività e l’efficacia dell’operato dell’Arma.
Il responsabile è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Rovereto e dovrà rispondere di truffa.