Nico Piro ad Arco con il suo «Maledetti pacifisti»
Venerdì 16 febbraio sarà ospite della biblioteca civica «Bruno Emmert» l'inviato di guerra per il Tg3, in dialogo con Massimiliano Pilati
Venerdì 16 febbraio è ospite della biblioteca civica «Bruno Emmert» Nico Piro, inviato di guerra per il Tg3, che in dialogo con Massimiliano Pilati, presidente del Forum trentino per la pace e i diritti umani, presenta il suo ultimo libro «Maledetti pacifisti» (People, 2023).
Inizio alle 18, ingresso libero.
L’appuntamento chiude «Darsi pace», una mini rassegna di tre incontri dialoganti con autori di libri usciti tra il 2022 e quest’anno, nata da un’idea di Tommaso Ulivieri, consigliere comunale con deleghe a inclusione, diritti civili, beni comuni, laicità e pace, e realizzata con la collaborazione dell’assessorato alla cultura e della biblioteca civica «Bruno Emmert».
«Il potere sa bene che la gente, durante un evento traumatico come la guerra, ha brama di sapere -dice Nico Piro- vuole scoprire come va a finire, è pronta a credere a versioni che ne assecondino le speranze, le paure o gli odi, attende con ansia i racconti che la aiutino a liberarsi dell’incertezza del futuro.
«Non sono un medico, non sono un politico, sono un giornalista. Il mio pezzettino, la mia gocciolina, è provare a raccontare la guerra per quello che è: merda, sangue, morte e dolore.»
Profondo conoscitore dei contesti bellici degli ultimi trent’anni, Nico Piro ha vinto diversi premi ed è autore di libri e cortometraggi.
Amico di Gino Strada, nel 2022 ha scritto «Maledetti pacifisti» proprio per riflettere sull’accettazione compulsiva del marketing della guerra su quello che ha definito «pub», il pensiero unico bellicista.
Mentre l’Ucraina brucia, Nico Piro - in questa nuova edizione aggiornata e pubblicata dopo un anno di invasione russa - ragiona e scrive della vendita del «prodotto-guerra» da parte dei politici e del loro apparato mediatico, disperatamente impegnati a piazzare il conflitto a un’opinione pubblica che non ne vuole sapere nulla ed è schierata - lo dicono i sondaggi - con la pace.
Di fronte alla violenza verbale degli opinionisti con l’elmetto, al sorgere di un pensiero unico bellicista, lo scopo di questo pamphlet è smontare la narrazione della guerra come male necessario dall’alto valore morale.
«Quasi due anni fa, il 24 febbraio 2022, la Russia invase militarmente l’Ucraina -dice Tommaso Ulivieri- o, per meglio dire, mise in campo una «operazione speciale» per «denazificare» il regime di Kiev e liberare la regione del Dombass.
«Fin da subito la propaganda di guerra, da sempre carnefice della verità, si attivò per veicolare le proprie ragioni nel tempo dell’iperinformazione e usando gli strumenti consoni al contesto: con la censura in quello delle libertà represse in Russia; con la più sofisticata costruzione di una narrazione dominante (mainstream) nei Paesi occidentali».