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Beatrice Venezi e la Haydn incantano al MusicaRivaFestival

Concerto da tutto esaurito ieri sera all’Inviolata: grazia e garbo, fermezza ed empatia di fronte ad un pubblico letteralmente rapito

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Abito lungo elegante: il frac non le appartiene.
Beatrice Venezi, lucchese, 32 anni, ieri sera a Riva del Garda, al Parco dell’Inviolata, ospite della rassegna MusicaRivaFestival, ha diretto l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento nella sinfonia n.39 in Mi bemolle Maggiore, K 543 di Wolfgang Amadeus Mozart.
Grazia e garbo, fermezza ed empatia di fronte ad un pubblico rapito, per una collaborazione con l’Orchestra regionale che continua.
Non solo concerti ma anche progetti di alto livello per riscrivere l’insegnamento della musica classica nelle scuole.
 
Il Direttore non ama essere chiamato direttrice perché, sostiene, è una qualifica conquistata con impegno e lavoro e questo è il suo nome, non altro.
Non ama le quote rose rosa perché ritiene che le donne non ne abbiano bisogno, sul podio rivendica il diritto di essere ciò che è, un professionista, a prescindere dagli abiti che indossa, a prescindere dagli abiti «di scena della classica».
Così il suo modo è anche questo, abiti femminili contro la vecchia scuola, capelli lunghi, spesso sciolti. Dirige che pare danzare.
 
«Dal momento che questo ancora fa discutere significa che probabilmente c’è bisogno di quella che in realtà non è una provocazione ma una cosa assolutamente naturale, anche perché viviamo in un’epoca in cui ognuno rivendica la propria libertà di autodeterminazione.
«Non si capisce perché una donna non possa rivendicare la propria libertà nel vestire anche nella professione, per quanto fuori dai canoni.
«Credo molto nell’importanza di normalizzare tutto questo. Se c’è un problema è in chi critica, per come la vedo adesso.»
 

 
Elegante nei modi e nel pensiero, aggiunge: «Ci sarà ancora qualcuno disturbato da questo, ma è un cambiamento che non può essere evitato.
«Credo che non sia solo una questione culturale ma generazionale. Io credo che nel mio caso specifico non sia solo la componente femminile, le dico la verità, la cosa che più dà fastidio, ma è proprio il mio approccio a questo mondo che forse è meno accademico, ma più volto ad un pubblico più ampio possibile, di non addetti ai lavori.
«Credo sia più questo del fatto di essere un personaggio esposto mediaticamente, piuttosto che la componete femminile.
«Ad ogni modo è un cambiamento che è già in atto, che è già realtà. La vera rivoluzione sarà considerare i due generi alla pari senza pretendere, neanche dalla parte delle donne, di avere un trattamento di favore solo per il fatto di appartenere ad un determinato genere.
«Si valutasse solo la qualità del professionista, questo sarebbe il vero passo avanti.»
 
Venezi usa i social con sapienza, ma affida alla carta una produzione letteraria che riscopre le donne della musica dimenticate dalla storia, come la sorella di Mozart, il vero talento, secondo il fratello, di cui non ci resta nemmeno una nota.
Se la musica a scuola deve essere insegnata in modo diverso, a partire da un ascolto in purezza, allora il Direttore offre un contributo e lo fa proprio con la Haydn, con «Armonie».
Si tratta di un nuovissimo corso di musica della De Agostini Scuola, in grado di soddisfare diverse esigenze didattiche, con uno straordinario corredo digitale che espande e potenzia l'offerta su carta, in particolare con una serie di video realizzati da Beatrice Venezi con l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.

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