Mondiali di calcio del Qatar: dopo la beffa, il danno
Il Ministero della Difesa deve mandare un contingente di 560 militari, 46 mezzi terrestri, una nave e due aeromobili per garantire la sicurezza…
Il Ministero della Difesa ci comunica che 560 militari italiani parteciperanno alla missione bilaterale di supporto alle forze armate del Qatar per garantire la sicurezza del campionato mondiale di calcio.
È iniziato lo schieramento in Qatar di un contingente militare interforze, a guida proprio dell’Esercito Italiano, in vista della FIFA World Cup 2022, che si disputerà nell’emirato del Golfo Persico tra il 21 novembre e il 18 dicembre 2022.
Compito dei militari italiani sarà di supportare, insieme ai contingenti di Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Pakistan e Turchia, le Forze Armate qatariote nell'implementazione del sistema di difesa e sicurezza del campionato mondiale.
La Task Force italiana comprende circa 560 militari delle Forze Armate e dell’Arma dei Carabinieri con 46 mezzi terrestri, una nave e due aeromobili.
In particolare, l’Esercito schiererà unità specialistiche EOD (Explosive Ordnance Disposal), per la difesa CBRN (da minaccia chimica, biologica, radiologica e nucleare) e unità cinofile.
La Marina Militare contribuirà alla sicurezza delle acque internazionali al largo di Doha, con il Pattugliatore Polivalente d’Altura Thaon di Revel, e dello spazio subacqueo, in prossimità della costa, con un Autonomous Underwater Vehicle del tipo REMUS [quelli che abbiamo descritto nel servizio dedicato alla base di La Spezia - NdR - Vedi].
Per completare l’impegno, L’Aeronautica Militare concorrerà al controllo dello spazio aereo per contrastare l’eventuale impiego non autorizzato di mini e micro droni. Sarà infatti schierato un Counter-Unmanned Aerial Anti-drone System (C-UAS) costituito da dispositivi jammer portatili e dal sistema anti-drone stanziale ACUS.
Il comando sul terreno dell'operazione, denominata «Orice» (l’Orice d’Arabia è l’animale nazionale del Qatar), sarà affidato al Generale di Brigata Giuseppe Bossa, comandante della Brigata Sassari.
Il dispositivo nazionale interforze avrà il compito di concorrere e assistere le Forze Armate dell’Emirato nella loro opera di vigilanza sul sicuro e regolare svolgimento della manifestazione sportiva.
I militari italiani saranno pronti a intervenire, in supporto e su richiesta delle autorità dello Stato ospitante, in situazioni di emergenza o in caso di atti ostili che possano minacciare infrastrutture critiche quali stadi, porti, aeroporti, complessi industriali, centri commerciali e luoghi affollati.
Tutte le attività della joint task force italiana, nell’ambito del campionato mondiale di calcio in Qatar, saranno svolte sotto il coordinamento del Comando Operativo di Vertice Interforze della Difesa, guidato dal Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo.
Il Comando di Vertice dell’Area Operativa Interforze (COVI) assolve alle funzioni di organismo di staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa per la pianificazione, la coordinazione e la direzione delle operazioni e delle esercitazioni militari in ambito nazionale e internazionale condotte nei cinque domini: terra, mare, cielo, spazio e cyber.
Fornisce un contributo all’elaborazione della dottrina NATO e delle Organizzazioni Internazionali di cui l’Italia fa parte.
Sviluppa le metodologie per la simulazione degli scenari strategici ed operativi. Inoltre, rappresenta il punto di ingresso per tutte le richieste di concorsi operativi forniti dalle Forze Armate ad altre Autorità Istituzionali sul territorio nazionale, come la Protezione Civile e/o altri Dicasteri in occasione di calamità naturali o emergenziali di straordinaria necessità e urgenza.
Che dire? Fantastico!
Cioè, sarebbe stato fantastico se la squadra italiana di calcio avesse passato le selezioni.
Così invece, alla beffa va aggiunto il danno.
Ci eravamo presi l’impegno a suo tempo, senza immaginare che l’Italia sarebbe stata esclusa dal campionato mondiale per la seconda volta consecutiva.
Dobbiamo mantenere la parola, costi quel che costi. E non costerà poco. Non ci è stato detto quanto, ma secondo i nostri calcoli, di soli stipendi e indennità di missione per tre mesi si arriverà a superare i 15 milioni.
Ovviamente, oltre all’uso dei mezzi, dei materiali, mense e quant’altro.
E Dio voglia che non si facciano male: sono lì a rischiare la vita per garantire la sicurezza (e di squadre e tifosi non italiani)...
GdM