Cosa insegna la «Tempesta Vaia» dello scorso fine ottobre
Lunedì 25 marzo all’Università di Trento un incontro per capire dinamica ed effetti del fenomeno sul patrimonio forestale
La tempesta Vaia dello scorso ottobre è stata un fenomeno distruttivo, inedito per intensità e portata.
Vaia ha posto interrogativi nuovi a chi si occupa di tutela del territorio, ha dimostrato la necessità di adattare l’approccio alla gestione delle risorse naturali e alla difesa del suolo.
«Vaia ci impone di aggiornare progetti di ricerca e piani di intervento» osserva Maria Giulia Cantiani, docente di Ecologia al Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento.
Nel suo corso propone ora un incontro per approfondire la dinamica di quell’evento e per analizzare gli effetti sul patrimonio forestale trentino e delle zone confinanti.
Il seminario, dal titolo «La tempesta Vaia: 28-30 ottobre 2018», si terrà lunedì 25 marzo alle 14.30 nell’aula «biblioteca» del Dipartimento (Via Mesiano, 77).
«A seguito dell'evento di fine ottobre scorso, che ha gravemente colpito il territorio montano del Trentino, ho ritenuto utile fornire spunti di riflessione e di discussione agli studenti e a tutti gli interessati per comprendere meglio questo fenomeno, figlio dei cambiamenti climatici» spiega Cantiani.
Lorenzo Giovannini (Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica, Università di Trento) interverrà su «Caratterizzazione dell’evento sotto il profilo meteorologico», Alessandro Wolynski (Ufficio Pianificazione, Selvicoltura ed Economia forestale, Provincia autonoma di Trento) parlerà del «Piano d'azione per gestire l'emergenza forestale», mentre Davide Geneletti, Francesco Orsi e Marco Ciolli (Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica) si soffermeranno sulle connessioni tra l’evento e il progetto europeo Horizon 2020 InnoForESt.
InnoForESt (Smart information, governance and business innovations for sustainable supply and payment mechanisms for forest ecosystem services) nasce con lo scopo di individuare, quantificare e valorizzare il reddito derivante dai servizi ecosistemici non ancora riconosciuti dai mercati tradizionali.
Per farlo è necessario approfondire le conoscenze di diversi approcci locali alla gestione forestale, individuare quelli più innovativi e provare ad applicare quelli più performanti a una scala di livello più ampio.
L’Università di Trento collabora con il Servizio Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento per individuare forme innovative di governance in uno dei casi studio del progetto, il Primiero, che è stato duramente colpito da Vaia.
«La tempesta – racconta Cantiani – è stata occasione per ripensare l’approccio del progetto, che non può prescindere dal tenere in debito conto eventi calamitosi come quello che si è verificato lo scorso ottobre e con i quali in futuro dovremo sempre più confrontarci.»
Cosa ha insegnato la tempesta Vaia? «Il principale obiettivo del progetto – risponde Cantiani – è costruire possibili futuri scenari di gestione delle risorse naturali coinvolgendo i portatori di interesse locali, con processi di partecipazione dal basso. La tempesta ha inciso in modo pesante sull’economia del luogo, in particolare sulla filiera del legno e sul turismo (penso alla distruzione della sentieristica), e ha colpito profondamente, anche da un punto di vista emotivo, le popolazioni locali, costringendo a ripensare gli scenari in uno sforzo collettivo, capace di far fronte all’emergenza e di trasformare in opportunità, dove possibile, gli effetti drammatici dell’evento (un esempio può essere il recupero a prato di aree boschive)».
«Ulteriore attività del progetto – conclude – è quella di costruire mappe dei servizi ecosistemici forestali europei. Questa attività, assieme alla mappatura degli attori e dei sistemi di governance, che verrà effettuata dai partner di progetto, permetterà di illustrare la varietà sociale, ecologica, tecnica e istituzionale delle forme di gestione delle foreste europee.»