Dove va il mondo? – Di Luciana Grillo

L’Associazione Mafalda Donne Trento APS ha invitato il dott. Vincenzo Iannuzzi a presentare i problemi che affliggono l’umanità

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Dove va il mondo è la domanda che si è posto il dottor Vincenzo Iannuzzi qualche tempo fa, quando – lasciato il lavoro in ospedale – ha deciso di coltivare la sua passione per la scienza.
Lo ha fatto con spirito critico, ne scrive con semplicità perché vuole divulgare concetti difficili con parole semplici, che anche i «non addetti ai lavori» possano comprendere e condividere.
E ci riesce, dal momento che, fin dalla prima pubblicazione, ha ricevuto encomi, menzioni e premi.
Per il suo ultimo lavoro, «L’evoluzione della conoscenza dell’universo e della terra con riferimenti all’attualità», l’Associazione Mafalda Donne Trento APS, che ha già da tempo uno sguardo vigile sull’arte e sulla scienza, lo ha invitato a presentare ad un folto pubblico, composto non solo da socie ma anche da simpatizzanti ed estimatori, i problemi che affliggono l’umanità (dagli inquinamenti all’eccesso di popolazione), le possibili soluzioni, la necessità di un’informazione corretta e completa.
 
E dunque, partendo dallo sbarco dell’uomo sulla luna – evento visto da tanti ma realizzato da pochi – è arrivato al videotelefono, strumento tecnologico alla portata di tutti. Ha poi distinto il significato di teoria scientifica da quello di legge scientifica: la prima è ciò che si ipotizza in base a dati di fatto; la seconda conferma la teoria con dati certi.
Eppure anche nei Paesi più sviluppati c’è chi mette in dubbio la scienza, ad esempio per l’opportunità di somministrazione dei vaccini.
Ma il cuore del problema è l’ambiente che va protetto, perché un ambiente sano garantisce una vita sana.
Gli uomini, per sete di potere e di denaro, dimenticano spesso le buone pratiche, e non solo oggi. Già nel 1992, 1700 scienziati – tra cui 29 premi Nobel – protestarono contro consumi incontrollati dei carburanti fossili (carbone, petrolio e gas); nel 1997 fu firmato il Protocollo di Kyoto, ma ad esso non aderirono Cina, India e Usa, cioè i maggiori consumatori.
 

 
Nel 2015 il Trattato di Parigi impose ai 195 Paesi presenti di ridurre le emissioni di CO2 per fermare l’aumento della temperatura. Il primo a ritirarsi è stato poi il presidente Usa Trump. Certamente, i carburanti fossili, che causano l’inquinamento ambientale che è la prima causa di morte nel mondo, muovono cifre enormi.
E qui ritorna il fattore economico. Nel 2017 ben 15.000 scienziati hanno chiesto all’unisono di preservare le foreste, di ridurre le nascite, di accelerare il passaggio dai carburanti fossili a quelli ecologici… sembrano grida nel deserto.
Intanto i ghiacciai si riducono, sale il livello del mare, i disastri ambientali sono sempre più devastanti.
 
Pochi giorni fa, in sud Corea, 91 scienziati provenienti da 44 Paesi hanno cercato di svegliare i potenti, ricordando loro che se la temperatura della terra aumentasse di 2 gradi, molti Paesi sarebbero sommersi dalle acque, altri morirebbero per siccità, sparirebbero la barriera corallina e le meravigliose isole del Pacifico.
Ci si chiede se qualcuno ascolterà… Ma allora, cosa dobbiamo attenderci? Il dottor Iannuzzi fa trapelare uno spiraglio di ottimismo: più di tre milioni di anni fa la temperatura del pianeta era di 2 gradi più alta, e noi siamo ancora qui.
Di glaciazione in sglaciazione il mondo va avanti: informiamo i giovani e speriamo che le nuove generazioni siano più attente alla salute della terra e dei suoi abitanti che a seguire le leggi del profitto.
 
Dopo questa intensa relazione, molti sono stati gli interventi da parte del pubblico, ai quali Iannuzzi ha risposto con convincente competenza, auspicando che l’educazione ambientale parta dai primi anni di scuola per formare uomini consapevoli.
La presidente dell’Associazione Mafalda, Carolina Bazerla Marangoni, nel ringraziare il relatore ha sottolineato la necessità che di argomenti «difficili» si continui a parlare!

Luciana Grillo