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Wired Next Fest Trentino: l’ultima giornata inizia con… la satira

Il comico e autore satirico Filippo Giardina protagonista di un dialogo sui confini della comicità e sul potere dell’autoironia per allenare il senso dell’umorismo

Il nostro contributo sul tema.
Il nostro giornale tiene fin dai primi anni due rubriche, una ironica e una satirica.

La prima si intitola «Salvagente - Per non annegare in questo mare di cazzate» e la seconda si intitola «La Talpa, il nostro satiro introdotto negli ambienti solitamente ben informati».
Il Salvagente commenta ironicamente i fatti avvenuti in barba al buonsenso, la Talpa esaspera i concetti degli eventi per esaltarne (pesantemente) l'assurdità.
L’Adigetto.it ha sempre sostenuto che l’ironia e la satira non possono essere né diffamatorie né apologetiche. Devono solo piacere o non piacere.

La satira non deve avere limiti e può permettersi di mettere in ridicolo chiunque e qualsiasi cosa.
Ma un simile principio vale ancora nell’era del politicamente corretto, oppure ridere di tutto è diventato impossibile?
Da un simile interrogativo è partito il talk tenutosi questa mattina a Rovereto, in Piazza Malfatti.
Federico Ferrazza, moderatore e giornalista di Wired, ha dialogato sul tema con Filippo Giardina, comico e autore satirico, i cui special di stand-up comedy hanno raggiunto su YouTube oltre 2 milioni di visualizzazioni.
 
«Il senso dell’umorismo è controintuitivo, − esordisce Giardina. – Gli altri sensi sono istintivi, ma quello dell’umorismo deve essere interrogato per essere messo in funzione, perché è fortemente culturale».
E come fare per allenarlo? Secondo il comico romano bisogna partire dall’autoironia, perché «il nemico è allo specchio».
Per prima cosa, è necessario guardare la propria immagine riflessa e imparare a ridere dei nostri difetti fisici, per cominciare a diventare «terzi rispetto a se stessi» e perdere un po’ di empatia nei propri confronti.
Il secondo passo è sicuramente più difficile e consiste nel provare a ridere delle proprie storture caratteriali.
Ma la vera sfida arriva dopo, quando tentiamo di scherzare sulle nostre convinzioni, perché è proprio l’ideologia «la vera nemica del senso dell’umorismo».
 
«Oggi è sempre tutto un attacco personale?» − Interviene Ferrazza.
Seconda Giardina fino a vent’anni fa la permalosità era considerata un difetto, oggi invece la si rivendica come un pregio.
Ferrazza a questo punto ricorda una famosa battuta di Aldo, Giovanni e Giacomo, che definivano Totò Schillaci «il guru di tutti i terroni».
È ancora possibile dire queste cose, oppure ora non si farebbe più? Secondo Giardina certi limiti sono nati con l’avvento dei social network, ovvero da quando «tutti vogliono stare dalla parte dei giusti».
 
D’altro canto, però, i social network hanno dato i natali a molti stand up comedian che lavorano proprio sul web, ma cosa ne pensa Giardina?
A suo parere, la comicità nasce nel qui e ora, quindi i comici del web rischiano di avere difficoltà a esibirsi in pubblico, perché non fanno più quella gavetta che costringe a confrontarsi con la vita reale e far ridere il pubblico.
 
L’incontro si chiude con un accenno a «Strudel», il film indipendente cui il comico sta lavorando e che uscirà nelle sale nei prossimi mesi.
Ma Giardina è attivo anche a teatro, e il suo ultimo tour approderà a Roma (il 3 ottobre), a Torino (il 4 ottobre), a Bologna (il 10 ottobre) e a Milano (il 16 ottobre).

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