Verso le elezioni del 20/21 settembre 2020 – Di Paolo Farinati
Ultima parte dell’intervista a Gloria Canestrini, candidata sindaco di Rovereto per Verdi, Leu, parte del PD e civiche
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Proseguiamo la serie di interviste ai candidati sindaco della Città della Quercia con l’ultima di Gloria Canestrini, la cui parte precedente te è raggiungibile tramite questo link.
Dottoressa Canestrini, Rovereto e Trento: una lunga storia di rapporti non sempre proficui. Che politica si propone di mettere in campo su questo versante?
«I rapporti a volte poco proficui tra Trento e Rovereto non credo siano ascrivibili a sussulti campanilistici, che certo sopravvivono nel malcontento generale (più come pretesto che come reale rivendicazione di appartenenza). Quello della Valle dell’Adige è un territorio unico ed è giusto considerarlo come tale, sia nel bene che nel male, vale a dire sia riguardo ai problemi sociali, organizzativi, occupazionali ancora irrisolti che a quelli affrontati e superati.
«Penso invece che sussista una considerazione di fondo, da non sottovalutare. Trento è il capoluogo di Provincia, dove il settore terziario legato ai centri decisionali ed economici (Pubblica Amministrazione, Consiglio Provinciale, Fondazioni, Università, Cooperazione, Camera di commercio, Casse centrali, Curia e via dicendo) è molto forte. Rovereto invece ha tradizioni diverse. Pur essendo stata una città anch’essa relativamente potente e organizzata (la prima Camera di commercio del Trentino è sorta a Rovereto e c’era anche l’Università, come pure c’era, ed è fortunatamente rimasta, anche la più grande biblioteca del Trentino, solo per fare qualche esempio) la Città della Quercia ha sviluppato nel tempo una forte vocazione industriale e artigianale.
«Il passo dall’artigianato diffuso e di qualità verso l’arte è stato breve (Fortunato Depero era stato messo a bottega dal padre presso un fine marmista) e non è stato il solo grande Artista a percorrere inizialmente la strada dell’Artigianato (Fausto Melotti lavorava presso un laboratorio di ceramica in Santa Maria). Una ricchezza di esperienze davvero unica: pensiamo solo alla Scuola Reale Elisabettina con gli Artisti di grande livello che ha forgiato agli inizi del secolo scorso e alla vivace produzione culturale che ha sempre caratterizzato via via negli anni la nostra città.
«Ritengo che il MART sia stato il miglior esperimento di compiuta fusione tra queste diverse anime delle due città. Un grande Museo d’Arte che si articola in diversi spazi espositivi situati nei due centri, e che vede come sua maggior espressione la collocazione tra i palazzi settecenteschi di Rovereto.
«Sono fiduciosa di poter trarre buon auspicio da questo connubio, che necessariamente tiene aperto un dialogo con pari dignità tra i due centri e dove la cattiva politica (intesa come pregiudiziale ideologica fine a se stessa, che divide ed emargina non solo le persone ma spesso anche le iniziative) lasci agire quella buona, finalizzata al buon governo e orientata da strategie comuni per il futuro e grandi visioni.»
Completamento verso il Trentino dell'Autostrada A31 della Valdastico: quale il Suo pensiero?
«Autostrada A31 Valdastico e grandi opere stradali, la cui necessità è stata più volte smentita, nel lungo periodo sono dei boomerang, sia sotto il profilo ambientale, sia sotto quello economico. L’attenzione a una corretta pianificazione e l’ascolto delle realtà sociali che difendono l’ambiente e un’economia del territorio sostenibile, rimane fondamentale.
«Quando poi c’è la consapevolezza di mettere a rischio addirittura le sorgenti, non si può dichiarare che il problema non sussiste qualora si studino tracciati che girino intorno alle sorgenti. La politica non ha ancora la facoltà di governare l’acqua, che scorre libera dove vuole.
La lista di Rinascita Rovereto si è formata proprio a partire da questa legittima e lungimirante battaglia per preservare la Vallarsa da scempi ambientali. Abbiamo stilato una petizione, poi sottoscritta da migliaia di roveretani in poche settimane, con la richiesta di dibattito pubblico in Comune.
«Il principio che abbiamo inteso affermare è che non si tratta di scegliere un percorso o un’uscita piuttosto che un'altra, ma di salvaguardare territori ed economie fragili, patrimoni naturalistici e sorgenti da uno scempio inutile, antieconomico e anacronistico.»
Infine, Le chiediamo il Suo slogan elettorale. Un Suo breve messaggio agli elettori di Rovereto.
«Il nostro nome, Rinascita Rovereto, racchiude già un programma (quello per esteso, frutto di un lavoro collettivo durato più di un anno, lo si può trovare sul sito www.rinascitarovereto.it). Una città in declino che va riparata, ben amministrata, ma che soprattutto merita una nuova visione.
«Una piccola città può fare grandi cose. Questo è il mio slogan elettorale.»
Paolo Farinati – [email protected]
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