Verso le elezioni del 20/21 settembre 2020 – Di Paolo Farinati

Seconda parte dell’intervista al sindaco uscente Francesco Valduga, che ricandida per i prossimi 5 anni alla guida della Città della Quercia

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Proseguiamo la serie di interviste ai candidati sindaco della Città della Quercia con Francesco Valduga, la cui prima parte è raggiungibile a questo link.

 
Dottor Valduga, parliamo della società partecipata SMR, la Società Multiservizi Rovereto, che gestisce servizi minori ma altrettanto significativi, e che è stata recentemente oggetto di una rivisitazione societaria. Cosa proporrebbe Lei in merito? Vede interessante per SMR un bacino più ampio, ovvero la Vallagarina?
«Voglio anzitutto ricordare che Smr è stata oggetto di un percorso che l'ha portata a essere società in house proprio durante questa consiliatura, un iter fatto di approfondimenti tecnici e consulenze mirati a verificare la percorribilità del nostro input politico, che era ed è quello di gestire in maniera ancora più efficiente i servizi di cui già si occupa (palestre, cimiteri, parcheggi, farmacie), aggiungere a questi servizi nuovi campi di azione e allargare il raggio di azione su un territorio più ampio, oltre i confini comunali.
«Sta già collaborando con i comuni vicini per i cimiteri (con Mori e Brentonico) e con Isera per la farmacia. Recentemente le abbiamo affidato l'obiettivo di valutare la possibilità di gestire il patrimonio comunale e la manutenzione del verde.
«È stata incaricata anche di predisporre il servizio di video sorveglianza che andrà a sostegno della nostra polizia sovracomunale per un più puntuale ed efficace monitoraggio del territorio. Il suo destino è quindi quello di continuare a crescere e svolgere servizi per la comunità.»
 
Uno dei temi da molti anni ormai scottanti per Rovereto è la mobilità interna alla città. Quali la Sua lettura del problema e le proposte concrete?
«Il tema della mobilità interna alla città va affrontato secondo una logica di sistema. Alla infrastrutturazione (nuovi parcheggi, by pass ciclopedonali, o nuove arterie stradali) vanno associati il potenziamento del Trasporto Pubblico Locale, la promozione di una mobilità alternativa e l'intermodalità.
«Questi elementi sono già configurati nel protocollo d'intesa che abbiamo firmato con la PAT l'8 febbraio 2016 e che è in corso di attuazione. Il potenziamento del Trasporto pubblico è già in atto con un investimento di 850 mila euro in più ogni anno, che significa più linee e più possibilità di raggiungere luoghi strategici come l'ospedale.
«Abbiamo iniziato i lavori per il sottopasso ciclopedonale di Piazzale Orsi, i lavori per la fruibilità dell'areale ferroviario ad ovest, dove potranno trovare spazio la stazione delle autocorriere per promuovere intermodalità e un parcheggio di attestamento per chi raggiunge la stazione da Est e dalla destra Adige più in generale. Inoltre abbiamo avviato la progettazione dei sottopassi gemelli a nord e a sud della stazione ferroviaria. A breve avremo quindi una stazione bifronte.
«A proposito di parcheggi di attestamento, decisivo sarà il Follone, senza dimenticare che abbiamo inaugurato il nuovo parcheggio dell'ospedale, facilitato con la politica tariffaria l'uso del parcheggio Municipio e all'Urban City, aperto un nuovo parcheggio vicino alle carceri e a Mori Ferrovia e abbiamo chiesto di gestire direttamente il parcheggio del Mart. Presto sarà disponibile anche il parcheggio sotto palazzo Balista.
«A tutto ciò serve accompagnare la promozione della ciclabilità. Le nuove opportunità di estendere l'uso delle e-bike, aiutano a promuovere una viabilità alternativa sostitutiva all'automobile su percorsi che colleghino la periferia con il centro. Vanno in questo senso la progettazione della ciclabile Marco-Lizzana e Sacco-Centro. Un miglior collegamento tra periferia e centro, e tra i paesi vicini con la città.
«In questo tempo ci siamo resi ancora più conto di quanto bella sia la città quando è appannaggio dei pedoni, perché diventa luogo di incontro e quindi via Fontana, Largo Santa Caterina e Via Dante, che abbiamo rigenerato, sono destinate a diventare un asse pedonale e complemento al salotto del centro storico.
«Quando saremo riusciti a creare quel percorso virtuoso tra Corso Bettini e di Palazzo Fedrigotti e la piazza Umberto Savoia ed avremo in gestione il parcheggio del Mart, anche quel segmento di città contribuirà a decongestionare il traffico grazie ad una graduale estensione della zona pedonale.»
 
Ma non dimentichiamo la mobilità esterna alla città, altro cruccio e tema che nasce da lontano ma tuttora irrisolto. Come intenderebbe Lei addivenire ad una soluzione?
«Ho già richiamato la logica di sistema che ha permeato il protocollo d'Intesa con la Provincia sul tema mobilità. Dentro quel protocollo è stata condotta una analisi multicriteriale che ha preso in esame 10 scenari per individuare quale possa essere la migliore alternativa alla SS12 qualora le opere di cui ho appena detto dovessero dimostrarsi insufficienti.
«Tra le alternative studiate (tangenziale ovest, secante, traversa urbana) quella che si è dimostrata più favorevole nel rapporto costi-benefici, sostenibilità ambientale e paesaggistica è stata la tangenziale ovest.»
 
Ci consenta ora di stimolarla su un'area ben specifica della città: il grande spazio del Follone. Come lo utilizzerebbe?
«Come ho già detto prima, il Follone ha una sua prima e naturale funzione: quella di diventare il principale parcheggio di attestamento cittadino e perciò in questa consiliatura abbiamo lavorato per abbattere tutte le ex-caserme, che ancora insistevano sull'area, ricollocando le attività ancora presenti e avviando le procedure di verifica, con i primi carotaggi, preliminari allo scavo per la costruzione del parcheggio interrato.
«Al di là di questa funzione, la progettualità che abbiamo già presentato alla città, prevede la predisposizione di spazi verdi e una valorizzazione del percorso delle Rogge con la possibilità di insediare un hotel e residenzialità nella parte verso Via Dante più uno spazio per un ulteriore struttura di servizi, ma molto ridotta. Il grosso dell'areale sarà una piazza destinata alla relazione.»
 
Rovereto gode di ampi spazi verdi, come i giardini interni alla città, come pure i potenziali parchi esterni quali i Lavini di Marco, la zona di Miravalle e il Bosco della Città. Quale politica d'investimento sul «verde» intenderebbe porre in atto?
«Il tema del collegamento tra le aree verdi della città è strategico per i prossimi anni perché nella Rovereto che vuole essere sempre più turistica, ci deve essere spazio per percorsi diversi tra loro, ma che mettono il turista e il residente in continua connessione tra la Rovereto alta (quella dei grandi spazi) e la città bassa con le sue proposte artistiche culturali, gli spazi commerciali e le aree verdi esistenti al suo interno.
«Il grosso dell'investimento è sull'asse fluviale del Leno, con l'ampliamento dello spazio verde ai Giardini alla Pista in dialogo con le altre aree lungo il torrente: l'ex discarica Zigherane, il laghetto alla confluenza del Leno e Adige ed il percorso Kneipp.
«Ulteriore recupero è previsto con il recupero del Bosco della Città con l'abbattimento ex-Anmil, che (lo ricordo) venne chiesto all'unanimità nella scorsa consiliatura, poi in questa consiliatura è stato oggetto della firma di un protocollo tra Comune e Provincia e il Comune ha già adempiuto ai suoi obblighi, stiamo attendendo le decisioni conclusive di Provincia e Patrimonio Spa.
«Lavorando di concerto con gli altri Comuni, abbiamo poi trovato risorse utili al finanziamento dell'area dei Lavini che è porta di ingresso non solo della città, ma anche di tutta la Vallagarina e del Trentino. Questo parco, finanziato dal Fondo Strategico Territoriale è classificato come uno dei progetti qualificanti perché recupera un'area strategica ed è anche una grande occasione di recupero di percorsi legati alla memoria (su temi come lo Zugna e la Grande Guerra) nonché una chance di valorizzazione scientifico/ antropologico se pensiamo al tema delle Orme dei Dinosauri, la Ruina, il Biotopo.
«Tutto questo si innesta in una possibilità di ulteriore attrattività data dalla creazione di nuovi percorsi per lo sport: dalle bici al golf.»
 
Paolo Farinati – [email protected]