Verso le elezioni del 20 settembre – Di Paolo Farinati
Seconda parte dell’intervista a Marco Zenatti, candidato sindaco di Rovereto per la Lista Civica di destra
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Proseguiamo la serie di interviste ai candidati sindaco della Città della Quercia con Marco Zenatti, la cui prima parte è raggiungibile a questo link.
Parliamo della società partecipata SMR, Società Multiservizi Rovereto, che gestisce servizi minori ma altrettanto significativi e che è stata recentemente oggetto di una rivisitazione societaria. Cosa proporrebbe lei in merito? Vede interessante per SMR un bacino più ampio, ovvero la Vallagarina?
«Mi piace poter sottolineare come la trasformazione societaria da AMR a SMR sia avvenuta con il convinto e determinato sostegno del sottoscritto. La maggioranza sembrava incerta sull’argomento, ma successivamente si è intrapresa una strada che ha portato alla trasformazione societaria.
«Il motivo essenziale che ha reso necessaria questa modifica è dato dal fatto che l’AMR non aveva un sicuro futuro aziendale.
«Il bivio impegnativo, ma inevitabile a cui si era difronte era rassegnarsi ad un lento declino, ineluttabile ed irreversibile, che aveva come esito il fallimento aziendale, e l’altra strada era dare alla Società una prospettiva di vita futura, certamente impegnativa, ma unica scelta per assicurarle un futuro.
«E tutto questo assicurando all’Ente comunale un sostegno prezioso nel garantire maggior efficienza nell’espletamento dei servizi ai cittadini. Il percorso è certamente laborioso, ma necessario. Esso si traduce nell’individuare nuovi servizi da affidare alla SMR.
«Questo porterà ad un duplice vantaggio, il primo: la SMR, esercitando questi nuovi servizi, potrà avere nuovi introiti finanziari che le consentiranno di vivere una nuova e positiva situazione economica, il secondo vantaggio: il Comune si potrà avvalere di un braccio operativo che lo alleggerirà di incombenze e procedure burocratiche e nel contempo la SMR, operando come società di capitale in modo più efficiente e snello, garantirà ai roveretani servizi più efficaci, in tempi più celeri e a costi inferiori.
«Il tutto mantenendo alla SMR un ruolo sociale, che sappia aggregare gestionalmente, anche il diffuso volontariato territorialmente presente.
«Un ruolo dunque importante e qualificato, dove la massima trasparenza e partecipazione, possa essere per l’Amministrazione una certezza tanto da interpretarne una vera e propria delega amministrativa e di gestione.
«Concludendo, ora l’unico socio della SMR è il Comune di Rovereto, è ovvio che la prospettiva futura deve vedere un continuo allargamento del raggio d’azione territoriale della Società, aggregando altre realtà comunali nella compagine societaria.
«È di questi ultimi giorni la notizia dell’emissione di bandi di concorso per l’assunzione, da parte della SMR, di ben undici responsabili. L’unico grave aspetto negativo, come peraltro evidenziato dalla stampa, è dato dal fatto che queste assunzioni avvengono senza la precisa individuazione dei nuovi servizi che saranno affidati alla Società e se ci saranno nuovi affidamenti.
«Considerando poi l’effettuazione delle elezioni, è facile prevedere che eventualmente questi nuovi affidamenti non potranno essere decisi prima della primavera prossima e questo causerà un ingente danno economico, dato dall’assunzione di dipendenti che semplicemente hanno competenze inutilizzabili nella SMR per i mesi in cui saranno assunti.»
Uno dei temi da molti anni ormai scottanti per Rovereto è la mobilità interna alla città. Quali sono la sua lettura del problema e le proposte concrete?
«Intanto si deve cominciare a ragionare mediante una visione generalizzata a volo d’uccello della rete di trasporto cittadina e non a compartimenti stagni, o interventi random o sperimentazioni da laboratorio in vitro.
«La visione della mobilità urbana nella sua più ampia accezione del termine (viabilità, ciclabilità, pedonabilità, ecc…) deve avere come obbiettivo la massimizzazione della funzione di utilità collettiva della città, verso quindi una ottimizzazione del grafo cinematico esistente delle diverse offerte di trasporto per gli spostamenti intracittadini, minimizzandone le diseconomie generalizzate (economiche, sociali, di inquinamento, di tempistica, ecc….) ed eliminando le criticità caotiche.
«Si dovrà revisionare completamente il P.U.M. (Piano Urbano della Mobilità) con altri criteri di efficienza ed efficacia e adattabilità realistica alla città, ed introduzione di un nuovo ed innovativo Piano urbano del Traffico (P.U.T.), per ottimizzare i cinematismi urbani della rete viaria e di mobilità esistenti e futuri.
«IL P.U.T. sarà un piano di immediata realizzabilità, con l’obiettivo di contenere al massimo mediante interventi di adeguato onere economico, le criticità della circolazione generalizzata; tali criticità, specialmente nelle aree urbane più sensibili, e sulle intersezioni critiche, saranno interamente rimosse attraverso adeguati potenziamenti sull’offerta di nuove infrastrutture e/o mediante soluzioni degli incroci più problematici, mediante ottimizzazione del grafo esistente e dei servizi del Trasporto Pubblico collettivo locale (TPL).
«La corretta progettazione dell’organizzazione della circolazione stradale prevedrà interventi su tutti i suoi settori, ivi inclusa, oltre alla gestione ottimale degli spazi stradali e delle intersezioni esistenti, pubblici o aperti all’uso pubblico (individuazione degli interventi di organizzazione delle sedi viarie, finalizzata al miglior uso possibile delle medesime per la circolazione stradale), anche ove necessario la gestione ottimale quindi del sistema di trasporto pubblico collettivo stradale (individuazione di nuovi percorsi e nuove frequenze delle linee, finalizzata al migliore uso possibile del relativo parco dei mezzi esistenti).
«Il PUT si riterrà perciò come una gestione ottimale ed oculata degli spazi stradali esistenti, degli incroci, dei flussi, dei miglioramenti da apportarvi e di una nuova efficienza cinematica generalizzata e del TPL.
«Nella nuova visione generalizzata della mobilità urbana si dovrà rivisitare completamente anche il ruolo di via Fontana e Via Dante come interfacce viarie di importanza primaria, rendendole arterie protette per ogni forma modale di spostamento, di interscambio nord-sud e sud-nord ed interfaccia tra il centro storico ed area ZTL ed il resto della città ad ovest.
«Nella ratio generale della visione nuova della rete trasportistica si prevede la realizzazione di una nuova Stazione delle autocorriere del Trasporto pubblico, presso il Piazzale Orsi e direttamente collegantisi sia con la Stazione ferroviaria, sia con il nuovo snodo intermodale adiacente, sia con il centro città; la realizzazione di nuovo senso unico a doppia corsia sulla S.S. 240 (Via del Garda), tra la rotatoria presso la Metalsitem Italia SPA e la rotatoria a Sud del Millenium, per agevolare gli spostamenti e i flussi ai centri commerciali e/o industriali presenti su quella tratta, migliorarne la sicurezza generale della mobilità, eliminare le pericolose isole esistenti al centro della carreggiata e favorire un anello di scorrimento zonale inter/commerciale/industriale tra la rotatoria alla Favorita-Viale Caproni-Viale dell’Industria-Via del Garda stessa.
«Mantenendo a doppio senso, sulla S.S. 240, solo il tratto tra la rotatoria alla Favorita e la rotatoria a sud del Millenium per agevolare l’ingresso e l’uscita ai numerosi operatori economici limitrofi e considerando che su quel tratto con piccoli aggiustamenti viari e infrastrutturali mirati è facilmente gestibile, e in sicurezza, la regolazione dei flussi; una analisi realistica, fattibile ed in sicurezza della rete di ciclopiste urbane ed extraurbane attuali e future, in un’ottica di sostenibilità, fruibilità, coesistenza e compatibilità intermodale con le altre componenti del trasporto sul territorio; un piano straordinario di manutenzione stradale urbana e del verde urbano: nuovi manti bituminosi sulle vie e ripristino di quelli ammalorati, manutenzione e pulizia delle pavimentazioni stradali anche in materiali lapidei, pulizia di caditoie puntuali e lineari, pulizia strade, aggiustamento cordonature, ottimizzazione e adeguamento e/o ripristino segnaletica orizzontale e verticale con idonea razionalizzazione ed integrazione, piano del verde con aiuole e alberi curati e mantenuti in buono stato, e del decoro cittadino, ecc.
«Uno studio di fattibilità e costi per la realizzazione di una funicolare di collegamento tra il centro cittadino e il Bosco della Città, per poter fruire di un’area verde attrezzata a disposizione dei cittadini, compreso lo studio di fattibilità per il recupero totale della costruzione ex Anmil; il recupero aree dismesse o demolite o relittuali o abbandonate esistenti sul territorio comunale con soluzioni ed interventi ad hoc: Via Macello, Ex Alpe, ex SAV S. Ilario, area Microleghe ed adiacenti, Ex Anmil, ecc.
«Il tutto si integrerà con un nuovo piano della sosta ottimizzato, innovativo ed efficiente su tutto il territorio comunale con la funzione attrattiva e circolare verso tutto l’ambito urbanizzato, il centro storico e le offerte storico/culturali e le peculiarità anche eno/gastronomiche cittadine.
«Questa azione di analisi e realizzazione dovrà essere condotta con la precisa indicazione che tale riordino non dovrà penalizzare assolutamente i quartieri cittadini.»
Ma non dimentichiamo la mobilità esterna alla città, altro cruccio e tema che nasce da lontano ma tuttora irrisolto. Come intenderebbe lei addivenire ad una soluzione?
«Si deve precisare come premessa ed in via prioritaria che la mobilità extraurbana va in simbiosi con quella urbana e che le loro interfacce devono presentare elementi di contiguità, agibilità ed interscambiabilità sinergici, efficaci ed efficienti.
«In questa ottica e sempre nella visione a volo d’uccello della territorialità cittadina e limitrofa si ritiene essenziale: la realizzazione di una nuova Variante Urbana di Scorrimento Ovest a latere della Ferrovia lato Ovest, dalla Rotatoria dello Stadio Quercia sino alla rotatoria alla Favorita, con adeguati innesti/svincoli/intersezioni a pettine selezionati e numerati (vedi informatizzazione delle tangenziali urbane) per le esigenze viarie contingenti e consentire quindi il rapido transito verso i vari punti attrattivi della città, in primis la Stazione ferroviaria, con realizzazione di un nuovo snodo intermodale gomma/rotaia/altro nelle sue prossimità, la zona ospedaliera, l’area del Follone, i vari parcheggi di attestamento ed interni alla città, la zona sportiva, fino alle aree commerciali più a Sud, ecc… accelerandone anche quindi l’informazione tempestiva ed interattiva all’utenza, con declassamento quindi dell’attuale S.S. 12 a strada urbana da abbellire con decoro e arredo e fruibilità, valorizzazione dell’areale microleghe ed adiacenti, attualmente in stato di trascuratezza ed abbandono, e conseguente inutilità della passerella pedonale esistente e del sottopasso futuro presso la stazione ferroviaria, con risparmio di costi e risorse pubbliche.
«Lo studio e analisi ipotesi di Variante Urbana di Scorrimento Est che intercetti i flussi viari e di mobilità provenienti dalle valli laterali e ne razionalizzi la trasversalità viaria e l’impatto in sicurezza con la città, e rivesta anche il ruolo di strada collinare turistica e panoramica; Studio e analisi realizzativa della variante by pass di S. Ilario che dalla Rotatoria allo stadio Quercia porti sulla S.S. 12 presso Volano e che poi raggiunga la nuova tangenziale di Volano parallela alla linea ferroviaria ed al fiume Adige; lo studio e realizzazione di nuova arteria stradale con nuovo ponte tra la rotatoria allo stadio e il casello autostradale A22, con successivo abbattimento del serpentone attuale, molto pericoloso e non a norma; la realizzazione di un nuovo collegamento viario a Marco di Rovereto, dalla rotatoria presso la Protezione Civile al casello A22, per intercettare il flusso veicolare dalla S.S.12 da e per l’autostrada, sgravare il traffico parassitario da Marco e nella zona di Lizzana, e rendere più celere il collegamento dal sito Provinciale alle arterie stradali più importanti ed essenziali della PAT.
«Attenzione massima, nella rete di trasporto extraurbana, soprattutto con l’interfaccia sovracomunale e le esigenze delle altre Istituzioni territoriali; Comuni limitrofi, Comunità di Valle e P.A.T., coordinando gli interventi e le infrastrutture contigue per giungere ad una sinergia unitaria dei cinematismi della mobilità territoriale locale e provinciale; realizzazione completamento della A31 Valdastico da Piovene Rocchette in Veneto fino al territorio trentino, di carattere e competenza provinciale, da realizzarsi, ma assolutamente non con uscita nel Comune di Rovereto, bensì a Trento Sud, come snodo di intersezione/attrazione/intermodalità baricentrico ed ottimale rispetto ai macropoli attrattivi Alto Veneto-Trentino.»
Ci consenta ora di stimolarla su un'area ben specifica della città: il grande spazio del Follone. Come lo utilizzerebbe?
«L’areale del Follone diventerà il nodo strategico per lo stop and go economico/turistico/informativo/di sosta di tutta Rovereto. La parte superiore e aerea dovrà esibire ed informare sulle multiformi e variegate attività della Città e del territorio, mediante sedi dell’APT, di info, di prodotti locali ed offerte, di eventuali uffici pubblici, parcheggi e partenze di ciclabili, ecc….; la localizzazione di una agorà/piazza di riferimento per manifestazioni ed eventi a pochi passi dal centro storico cittadino; la realizzazione di una zona a verde e giochi nel lato più a nord; un parco dove l’apparente vuoto è riempito dalle attività culturali, da manifestazioni, uno spazio dedicato alla gente, creando un ampio luogo d’incontro, ad esempio con la creazione di un mercato permanente con spazi vendita riservati unicamente ad aziende trentine per i prodotti trentini.
«Si dovranno realizzare quindi in superficie degli stalli per autobus locali e/o turistici ed adeguata rete pedonale e ciclabile.
«Si realizzerà un parcheggio pluripiano interrato sull’attuale Piazzale Achille Leoni, con un congruo numero di piani e di stalli, fondamentale opera di attestamento centrale per la futura e sicura fruizione del centro città e del centro storico, mediante adeguati ed idonei accessi in entrata/uscita e realizzazione di adeguate soluzioni infrastrutturali delle intersezioni adiacenti esistenti, viarie e di traffico, per il collegamento celere sia con la S.S. 12 che con la nuova Variante Urbana di Scorrimento, in coordinamento con i flussi urbani locali.»
Rovereto gode di ampi spazi verdi, come i giardini interni alla città, come pure i potenziali parchi esterni quali i Lavini di Marco, la zona di Miravalle e il Bosco della Città. Quale politica d'investimento sul «verde» intenderebbe porre in atto?
«Si propone di interessare Borgo Sacco l’edificio ex-Cral seguendo le linee guida provinciali sul recupero del patrimonio esistente e non invischiandoci nell’annoso problema della riconversione dell’edificio. L’area ex-Alpe, dove sono già stati effettuati i lavori di demolizione e bonifica, può essere attrezzata a parco poli-sportivo organizzando sull’ampia area a diposizione apprestamenti per varie attività sportive (calcetto, basket, beach-volley, pallavolo, arrampicata, ecc.).
«Tali spazi potranno essere utilizzati dalle scuole in orario mattutino, dalle associazioni sportive per attività giovanili di avvicinamento e promozione dello sport e dai cittadini che potrebbero fruire a pagamento degli impianti così da rientrare nei costi di gestione.
«Rovereto offre, oltre alle orme dei dinosauri, numerose occasioni di passeggiate panoramiche al momento assolutamente non sfruttate e mal collegate al centro. Si potrebbe pensare di creare un percorso che da Piazza Rosmini salga dalle scalette di Viale dei Colli (da riqualificare) prendendo le vie Bellavista (da riqualificare) arrivando alla Consolata che, sempre tramite convenzioni pubblico-privato può essere destinata ad attività qualificanti comprendendo l’area ex Anmil (con l’idea dell’università o accademia di scienze naturali a cui aggiungere una parte museale ad essa connessa) e poi tutta la passeggiata nel Bosco della Città scendendo poi dal sentiero che da via Bellavista II porta proprio dietro al Mart passando accanto alla Solatrix. Ecco quindi che si andrebbe a creare un anello che collegherebbe numerosi punti di interesse della città alla città stessa.
«Non dimentichiamo, come detto prima, la realizzazione di una funicolare di collegamento tra il centro cittadino e il Bosco della Città, per poter fruire di un’area verde attrezzata a disposizione dei cittadini, compreso lo studio di fattibilità per il recupero totale della costruzione ex Anmil.
«La Campana dei Caduti deve diventare il riferimento di marketing della città, non deve rimanere un’entità a sé stante, ma essere inserita nel contesto culturale e storico della città, ha tanto da dire e tanto da lasciare nelle coscienze di chi la visita. È un bene mondiale, e come tale deve essere visitabile e comodamente accessibile. Pensiamo ad una navetta dedicata, e la visita logicamente collegata alle altre realtà museali della città, con un percorso organizzato che parte dal Mart e arriva alla Campana e alle orme dei dinosauri.
«Crediamo che verde e ciclabili, siano ormai nel DNA di una Rovereto che abbia voglia di crescere. Non dimentichiamo il Parco Dionisi e la zona Moia-via delle Zigherane a Sacco ma nemmeno tutti gli altri spazi verdi dei quartieri, che vanno continuamente rimodellati in base alle mutevoli esigenze territoriali.
«Gli spazi verdi sono luoghi dove va investita competenza gestionale, per garantire fruibilità nella massima sicurezza evitando che diventino luoghi di degrado come sono oggi alcuni spazi dei giardini interni. La miglior sicurezza è garantita dal riappropriarsi degli spazi da parte delle famiglie ma un’idea innovativa, potrebbe essere, l’adozione aziendale di tali spazi e cioè la possibilità che alcuni oneri delle Aziende, siano investiti nella qualificazione strutturale con una gestione manutentiva ma anche con la presenza fisica di comunicazione mirata.
«Le risorse sono limitate, ma proprio per questo dobbiamo attivare meccanismi virtuosi di partecipazione, coniugando fenomeni produttivi e interessi generali di compensazione, nella consapevolezza che i primi attori protagonisti nello sviluppo, siano tutti i cittadini e, tra questi, quegli imprenditori radicati sul territorio che ben comprendono che una oculata gestione ambientale degli spazi, diventa una fucina di economia positiva a disposizione anche della proposta turistica.
«Valorizzazione e recupero, naturalistico e turistico, dell'area ai laghetti del Leno, frequentatissima nella stagione estiva, anche con una nuova adeguata accessibilità, aree di sosta, arredi e ripristino dell'areale nel rispetto della natura del torrente e delle sue peculiarità selvagge ed amene dell'ambiente circostante, per una idonea fruibilità antropica ma dignitosa e rispettosa delle preesistenze, in una simbiosi ottimale tra uomo, acqua, e flora in una zona unica del nostro territorio.
«Questo da concordare con i Comuni cointeressati di Trambileno e Terragnolo.»
Paolo Farinati – [email protected]