Verso le elezioni del 20 settembre – Di Paolo Farinati
Intervista a Marco Zenatti, candidato sindaco di Rovereto per la lista Civica di destra
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Zenatti Marco è di Rovereto, dove è nato il 26 aprile 1953. È coniugato.
Dopo aver studiato al liceo classico Rosmini di Rovereto, si è laureato in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Padova 110/110.
Nel 1977 è divenuto direttore della Biblioteca dell’Università di Trento. Nel 1988 è entrato nella Provincia autonoma di Trento in veste di Funzionario presso l’Azienda di Promozione Turistica del Trentino con l’incarico di responsabile degli Uffici di promozione turistica a Milano, Roma e Monaco.
Dal 2001 è stato Funzionario presso il Servizio Rapporti Comunitari e Sviluppo Locale, successivamente denominato Servizio Europa, fino al termine dell'attività lavorativa.
Quanto agli incarichi istituzionali e amministrativi, dal 1978 al 1983 è stato Consigliere comunale di Rovereto. Dal 1981 al1986 è stato Assessore alla Sanità del Comprensorio / USL della Vallagarina.Dal 1987 al 1990 è stato componente del Consiglio di Amministrazione del Mediocredito del Trentino Alto Adige.
Dal 1996 al 2008 è stato Consigliere comunale di Rovereto.
Dall’8 febbraio 2005 fino a fine Legislatura è stato nominato dal Governo, in rappresentanza dello Stato, componente della Commissione dei 12 per l’attuazione delle norme previste dallo Statuto di autonomia della Regione Trentino-Alto Adige.
Dall’8 luglio 2008 al 1° dicembre 2008 è stato Consigliere della Provincia autonoma di Trento e della Regione Trentino Alto Adige.
Dal 2015 al 2020 è stato nuovamente Consigliere comunale di Rovereto.
Ora candida alla carica di sindaco di Rovereto per la Lista Civica di destra.
Dottor Zenatti, lei è tra i cinque candidati a Sindaco di Rovereto alle prossime elezioni comunali di settembre 2020. Cosa l'ha motivata a fare questo importante passo?
«L’attaccamento al senso civico, al principio di correttezza e di responsabilità, per elaborare proposte concrete nell’interesse della comunità roveretana, mi hanno portato a fare questa difficile scelta, perché avverto molto questo momento di difficoltà economica sociale e politica, e vorrei cercare di trasformarlo in una grande occasione di rinascimento e rilancio della nostra città.
«Intendo dare vita ad una costruzione dal basso di una nuova Rovereto, assieme a tutte le sue circoscrizioni, con un’azione improntata all’inclusività verso tutti coloro che vorranno elaborare assieme, a me e ai candidati della lista che mi affianca, un programma unico, reagendo alla rassegnazione e al disimpegno, mettendo in campo professionalità, competenze e impegno personale disinteressato per elaborare strategie, per trasformare questo prossimo appuntamento politico-elettorale in un progetto di rilancio e di concreta speranza per la città.
«Rovereto ha assistito negli ultimi decenni al progressivo deterioramento delle sue eccellenze e dei suoi punti di forza che erano riassumibili nel felice incontro economia e cultura, fra i settori produttivi e le tante istituzioni scolastico-formative e intellettuali, e questo impegno riguarderà tutti i versanti, da quello economico e della ripresa produttiva, alla ripresa della roveretanità operosa, dello spirito di iniziativa e della creatività, senza dimenticare di ampliare la fruizione dei diritti sociali che oggi non sono assicurati a sufficienza ad una parte troppo estesa della cittadinanza.
«La mia sfida è anche rivolta al ruolo che intende assumere Rovereto nei confronti del nuovo divenire del quadro dell’Autonomia trentina, perché non è immaginabile che Rovereto abbia un ruolo strategico isolato dalla Vallagarina, per cui credo che la nostra rinascita passi attraverso la ripresa del suo protagonismo geopolitico, assumendo un ruolo da protagonista dentro le strategie territoriali di tutto il Basso Trentino.
«Rovereto deve rappresentare gli interessi di una vasta area del Basso Trentino punto d’incontro fra gli assi strategici che transitano lungo il Brennero, la Lombardia, il Veneto, il Garda, le Dolomiti. Una città a forte vocazione produttiva con la sua grande area industriale e un indotto di piccole e medie imprese che rendono questa realtà l’unico e vero distretto del Trentino.
Quali sono le sue idee, le sue proposte, la sua visione futura della città da proporre agli elettori roveretani?
«Dobbiamo imparare a gestire situazioni nuove, è una grande sfida, e tante sono le problematiche da affrontare.
«Innanzitutto il Welfare, con particolare attenzione ai bisogni delle realtà più fragili, la famiglia, gli anziani, i non autosufficienti che vivono sulla soglia della povertà, senza dimenticarci dei giovani.
«Lo sviluppo e implementazione dei rapporti di collaborazione con le realtà sia provinciali che extraprovinciale quali: industria tecnologica (Nanotecnologie, Robotica, Domotica, Informatica, etc.), Università (Facoltà di scienze cognitive, CIMEC, CERIN, NEUROSCIENZE, CEBISM,) Fondazioni e Istituti di formazione professionale.
«Realizzazione di una nuova Variante di Scorrimento Ovest parallela alla Ferrovia lato Ovest, partendo dal confine con Volano per bypassare S. Ilario, raggiungendo la Rotatoria dello Stadio Quercia, sino alla rotatoria alla Favorita, per arrivare a Marco, con adeguati innesti/svincoli/intersezioni a pettine, con conseguente declassamento dell’attuale S.S. 12 a strada urbana.
«Realizzazione di un nuovo collegamento viario a Marco di Rovereto, dalla rotatoria presso la Protezione Civile al casello A22, per intercettare il flusso veicolare dalla S.S.12 da e per l’autostrada, sgravando di conseguenza il traffico parassitario a Marco e nella zona di Lizzana.
«Realizzare urgentemente la nuova Stazione delle autocorriere del Trasporto pubblico presso Piazzale Orsi e direttamente collegantisi sia con la Stazione ferroviaria, sia con il nuovo snodo intermodale adiacente, sia con il centro città.
«Realizzazione di parcheggio pluripiano interrato sull’attuale Piazzale Achille Leoni o Follone, fondamentale opera di attestamento semi-centrale per la sicura fruizione del centro città e del centro storico, mediante adeguati ed idonei accessi in entrata/uscita. Al piano terra invece prevedere aree verdi, aree dedicate allo sport e alla promozione dell’offerta turistica.
«Studio di fattibilità e costi per la realizzazione di una funicolare di collegamento tra il centro cittadino e il Bosco della Città, per poter fruire di un’area verde attrezzata a disposizione dei cittadini, compreso lo studio di fattibilità per il recupero totale della costruzione ex Amnil.
«Completare velocemente l’istruttoria per la realizzazione della nuova RSA in via Ronchi, così come non perdere più tempo prezioso per la realizzazione del Liceo d’arte a S. Giorgio, consentendo comunque che tale opera si integri con le esigenze degli abitanti del quartiere.
«Un pensiero particolare al verde cittadino ci potrebbe portare ad un’idea di integrazione fra funzione sportive, culturali e aggregative di grade interesse per elevare le superfici a verde ad elemento di pregio, possibilmente plurifunzionali, all’interno del contesto cittadino, recuperando aree dismesse, vedi ad esempio l’Ex Cava Manica.
«Piano straordinario di manutenzione stradale urbana e del verde urbano: nuovi manti bituminosi sulle vie e ripristino di quelli ammalorati, manutenzione e pulizia delle pavimentazioni stradali, del verde pubblico con particolare attenzione alle sempre ostruite caditoie.
«Attenzione massima, nella rete di trasporto urbana ed extraurbana, soprattutto con l’interfaccia sovracomunale e le esigenze delle altre Istituzioni territoriali; Comuni limitrofi, Comunità di Valle e PAT. Una Città semplificata, dove viverci, sia un piacere; dove incontrarsi, sia un modo per crescere; dove l’appartenenza, sia un valore da condividere. Una Città che ritrovi dunque la sua anima, attraverso la partecipazione, il riappropriarsi degli spazi e la constatazione che abbiamo la fortuna di vivere in un territorio che è una risorsa per i giovani e gli anziani.
«Un territorio, terra d’impresa e di un’invidiabile socialità frutto di un volontariato ineguagliabile; terra con una vocazione culturale e turistica innata, cui si sta dando una caratterizzazione. Vocazione che partendo dal Mart, dal Museo della Guerra, dal Museo Civico, dalla Casa Depero, dalla Campana dei Caduti, dall’Ossario, dal Teatro Zandonai, dalle ineguagliabili architetture del nostro centro storico e dei quartieri, possa essere quel territorio, meta di un qualificato turismo che possa condividere Rovereto, non in via episodica, ma con la costanza e i tempi che una città turistica sa offrire.
«Una città che sappia valorizzare le sue Piazze, come salotti da vivere (pensiamo alla Piazza Filzi di Sacco, ad esempio!),che sappia coinvolgere in modo attivo i rioni, ad esempio durante i mercatini di Natale, che sappia essere anche Città dei Bambini, dove possano convivere, spazi dedicati, ciclabili in sicurezza e diffuse, in un contesto di una Rovereto che con la dignità di sempre, sappia essere luogo di lavoro e dunque d’attrazione d’impresa, industriale e artigianale.
«Per tutto ciò e con tutto ciò, l ’impegno di amministrare in modo trasparente e partecipativo, tanto che, nel caso di elezione, riserverò un posto di osservatore in Giunta comunale, ad un membro delle minoranze, poiché crediamo fermamente che finite le schermaglie elettorali, Rovereto ha bisogno di essere governata raccogliendo le migliori disponibilità.»
Rovereto è riconosciuto capoluogo della Vallagarina. Come intenderebbe operare con i futuri Sindaci della valle?
«Rovereto è territorialmente al centro della Vallagarina, terra tutta ricchissima di genti e di storia. Le contrapposizioni territoriali sono state artificiosamente create nelle recenti politiche degli slogan.
«A noi piace pensare, invece, che le diverse collaborazioni, siano una ricchezza da mettere in campo, anche perché è impensabile fare scelte strategiche su viabilità, gestione generale e sviluppo, senza il coinvolgimento dei Comuni limitrofi. Dunque, una rete di collaborazioni fitte e finalizzate allo sviluppo coordinato della Vallagarina tutta, con un rapporto paritario, che sappia dare spazio alle specificità dei luoghi, generando una crescita e una sicurezza comune.
«Le grandi problematiche della nostra terra, pensiamo solo allo sviluppo economico, turistico e al riordino della viabilità, passano indispensabilmente dalla collaborazione convinta di tutto il territorio, aldilà delle distinte realtà comunali. Senza questa azione, progettuale e realizzativa, congiunta non si risolvono le importanti tematiche che, infatti, attendono da troppi decenni una soluzione concreta.»
Rovereto e la Vallagarina sono, quantomeno da due secoli ad oggi, la comunità trentina che ha sposato più di altre il settore secondario, ovvero quello produttivo, con l'industria e l'artigianato quali protagonisti. Qui le difficoltà sono percepibili sin dalla crisi del 2007, quali sono le Sue proposte per garantire rinnovato benessere alla nostra realtà?
«Vero. Rovereto ha avuto da sempre una caratterizzazione di Città industriale, che nei tempi di un recente passato, ha un po’ ridimensionato per una serie di motivi che superano i confini delle responsabilità locali.
«Rovereto per anni è stata considerato, a giusta ragione, il polo industriale del Trentino ed ancora oggi, seppur colpita dalla crisi industriale degli ultimi anni, gioca un ruolo di primo piano nella dimensione industriale provinciale.
«Lo stato di salute dell’industria trentina, oggi come ieri, è direttamente connessa a quella roveretana e viceversa, in considerazione del ruolo strategico che Rovereto ha avuto ed ha circa la localizzazione e le produzioni industriali del Trentino.
«La Banca d’Italia nell’ultimo rapporto sulle Economie Regionali per le province di Trento e di Bolzano ha confermato che, dopo un triennio di crescita, dal primo semestre del 2019 ha segnato un rallentamento dell’economia in provincia di Trento in ragione del ridimensionamento sia della domanda estera che degli investimenti delle imprese.
«Dovremo quindi essere capaci di intercettare nel nostro comparto industriale le attività, sia manifatturiere che con altissimi contenuti tecnologici avanzati, in maniera di generare quell’effetto a cascata, che contribuirà a mantenere e incrementare la ricchezza cittadina, costituita da attività commerciali, di servizio, di artigianato e di indotto.
«Bisognerà sviluppare strategie e strumenti per riuscire ad intercettare i nuovi investimenti sull’economia circolare, green economy, innovazione e ricerca. Saranno temi che contribuiranno in maniera sostanziale a ridefinire i criteri dei nuovi processi industriali, i quali, fino a qualche anno fa, si consideravano generatori di grosse problematiche ambientali, ma che oggi determinano la nuova immagine della moderna industria.
«Il polo della Meccatronica ed il progetto Manifattura dovranno diventare sempre più strategici per la città sia sotto l’aspetto della visibilità cittadina, che della fruibilità di indotto derivante, un luogo performante dove ricerca, formazione, conoscenza e innovazione, si contaminano e trovano il loro naturale trasferimento favorendo l’insediamento di aziende ad altissima specializzazione, per rispondere alla necessità di innovazione dell’intero sistema economico ed industriale provinciale trentino e non solo roveretano.
«In tutto questo chiaramente Trentino Sviluppo gioca un ruolo fondamentale. Dobbiamo essere esigenti e chiari con Trentino Sviluppo perché presti le massime attenzioni alle dinamiche industriali e di sviluppo della nostra cittadina
«Oggi quindi, necessariamente, Rovereto va riscritta, sia per dare spazio all’ulteriore consolidamento industriale, comunque ben presente e radicato, sia per ridefinirla in modo chiaro, anche quale luogo turistico, che dovrà incidere sempre di più nel rendere vivibili le nostre proposte di Città.
«Città meta qualificata, di un turismo in pieno sviluppo, che possa dare risposte occupazionali, di sviluppo urbanistico ma anche di spazi di riqualificazione industriale, mirata alla piena occupazione degli spazi esistenti in zona industriale con in più la proposta di quell’interessante turismo industriale, che leghi produzione, clienti e territorio, in scelte strategiche e di proposte, che possano far convivere con efficacia, industria, artigianato e turismo.»
Rovereto in alcuni servizi pubblici fondamentali gode dell'apporto di due società partecipate, di cui la più importante e ricca, anche finanziariamente, è il Gruppo Dolomiti Energia. La PAT tra poco più di 24 mesi metterà in gara la pregiatissima produzione dell'energia idroelettrica in Trentino. Quale Sindaco di Rovereto e quindi quale Socio di riferimento del suddetto Gruppo, come intenderebbe operare sul tema?
«Questo sarà un passaggio molto importante dove il Trentino, attraverso tutte le articolazioni istituzionali del suo territorio, dovrà essere protagonista, anche, attraverso i suoi Sindaci. Rovereto, secondo il mio pensiero, farà sicuramente la sua parte, affinché i tesori locali siano valorizzati e mantenuti in modo proficuo per i territori.
«Ricordiamo solamente che i dividendi che Dolomiti Energia e Fin DE versano al nostro Comune - annualmente circa 4,5 milioni di Euro la prima e 1,5 la seconda - costituiscono una posta di grande rilevanza che sarà destinata a essere sempre più significativa stante il dimagrimento che il bilancio pubblico provinciale dovrà patire, per diversi anni, a causa della sfavorevole congiuntura economica.
«Per non dimenticare l’acqua che sarà il petrolio del domani e dunque, l’attenzione sarà massima, in un progetto che deve essere ben chiaro a tutti i roveretani. Infatti, oltre ad essere una risorsa dal punto di vista finanziario per la Città, è anche una scelta di sostenibilità ambientale, che attraverso la gestione oculata dei progetti energetici, senza scadere nelle speculazioni, metta al centro il sistema produttivo dell’energia compatibile e rispettosa dell’ambiente che oggì abbiamo in prestito da coloro che seguiranno dopo di noi.»
Paolo Farinati – [email protected]