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Il governo vara il decreto per la Banca Popolare di Bari

Stanziati 900 milioni per salvare la banca più importante del Mezzogiorno

Questo governo sta avendo solo problemi da risolvere. A parte l’Alitalia che risale nella notte dei tempi, la crisi dell’ex Ilva prima e la Banca Popolare di Bari poi, rappresentano problematiche che un esecutivo così debole, incompetente e litigioso non può essere in grado di risolvere.
L’Italia non voleva varare il Fondo Salva Stati per non doversi trovare a salvare banche tedesche come la Deutsche Bank, per poi scoprire di avere in casa un malato più terminale della banca tedesca.
La Banca Popolare di Bari, la più grande del Mezzogiorno, rischia il tracollo. Tra crediti in sofferenza, titolo tossici e altre pratiche che hanno spinto qualche giornale a definirla «Banca di bari», con la B minuscola, la popolare rischia di mettere in ginocchio in meridione d’Italia e quindi l’Italia stessa.
 
Ovviamente, vista la gravità della situazione, tutti i partiti si sono impegnati a trovare soluzioni in tempi brevi, anzi prima che aprissero i mercati finanziari.
E difatti oggi il Governo si è trovato in serata per emettere un decreto salva banca.
Dopo un’ora di riunione, l’esecutivo guidato da Conte ha approvato un decreto che stanzia 900 milioni per sanare la situazione.
Il metodo però non è ancora stato definito, anche se è probabile che la nuiova capitalizzazione venga gestita dal Mediocredito Centrale.
 
Negli obiettivi del decreto c’è il salvataggio dei risparmi dei clienti della banca in difficoltà e, nel contempo, la punizione dei responsabili del disastro.
Si è parlato di non salvare gli azionisti, il che è molto grave in quanto si tratta di decine di migliaia di persone che avevano deciso di consolidare i propri depositi acquistando azioni della banca.
Nell’operazione di salvataggio si è pensato anche di coinvolgere nella partecipazione del capitale anche fondi bancari e internazionali. Si spera che non vengano chiesti quattrini a fondo perduto come è stato fatto per il Monte dei Paschi di Siena.
 
La riunione di Gabinetto ha messo in luce anche antichi e recenti rancori in essere tra Di Maio e Renzi.
Per Renzi si tratta di una rivincita sull’accanimento dei Pentastellati per il crac di Banca Etruria.
Di Maio ha rincarato la dose, ricordando che la Banca dell’Etruria aveva fatto perdere soldi ai risparmiatori e al Paese, cosa che con la Popolare di Bari non dovrà accadere.
La posizione conflittuale tra i due e stata confermata nelle dichiarazioni rilasciate a termine del Consiglio dei Ministri.
Il Paese non è in buone mani.

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