Poscia, più che l’onor poté il digiuno

C’è l’accordo tra PD e M5S: il Quirinale ha convocato Conte alle 9.30

Alla fine, pur di trovare un accordo che porti al governo, PD e M5S hanno ceduto e hanno dichiarato al Presidente della Repubblica di essere pronti a guidare il paese con un governo presieduto da Giuseppe Conte.
Forse qualcuno troverà irriverente il titolo che abbiamo dato a questo articolo (l'originale di Dante non parla di onor ma di dolor), ma la nostra impressione è che entrambe le parti abbiano preferito un matrimonio impossibile piuttosto che affrontare nuove elezioni il cui risultato sarebbe stato negativo per loro.
E si converrà con noi che un PD che trova la quadra con un partito che ha criticato per 18 mesi sia qualcosa di difficile comprensione.
Conte ha anche trovato una definizione per il suo governo, dato che gli sta bene essere presidente sia dei 5 Stelle con la Lega che dei 5 Stelle con il PD: «Siamo al post idealismo».
Slogan che Di Maio ha fatto suo, aggiungendo che «le soluzioni non devono essere né di destra né di sinistra, ma giuste».
 
Comunque sia, Giuseppe Conte è atteso al Quirinale per le 9.30 di giovedì 20 agosto, quando il Presidente della Repubblica gli conferirà l’incarico di formare un nuovo governo da sottoporre alla fiducia delle Camere.
Non sappiamo se PD e 5 Stelle hanno illustrato al Presidente anche il programma di governo, dato che Mattarella non è intervenuto in sala stampa, avendo preferito incaricare il responsabile della comunicazione a darne notizia.
Conte dunque non più come garante di un contratto da rispettare come è accaduto con Lega e 5 Stelle, ma da Presidente del Consiglio vero e proprio.
Insomma, da monsieur Travet a Presidente del Consiglio il passo per Conte è riuscito.
Non ultimo - forse - il commento che ha fatto su di lui il presidente americano Trump, che ha affermato che si tratta di un presidente ideale per l’Italia.
Il che genera qualche sospetto. Primo perché Trump è molto più vicino al pensiero di Salvini che a quello dei 5 Stelle. Secondo perché si tratta di quello stesso Trump che ha dato l’imprimatur al premier inglese Johnson che vuole staccarsi dall’Europa in fretta.
 
A questo punto, Conte farà le consultazioni come qualsiasi altro presidente incaricato, cercando di formare un governo che stia bene sia a PD che a 5 Stelle.
Non sappiamo se ha i numeri per ottenere la fiducia, ma pensiamo di sì, anche se Calenda ha deciso di lasciare il Partito Democratico non condividendo assolutamente la scelta del suo partito.
I LEU appoggeranno Conte, la Bonino deciderà sul programma, le Autonomie si asterranno «amichevolmente».
Di certo il lavoro al governo non mancherà. Il problema costituito da Alitalia, Ilva e Whirlpool - tanto per fare nomi - vanno affrontati il più in fretta possibile, molto prima dell'aumento dell'IVA.
E la nomina del commissario europeo che spetta all’Italia sarà formalizzata da Conte, che certamente non incaricherà nessuno della Lega, come era stato concordato prima della crisi.
In tutti i casi, dovrà fare in fretta: adesso non si tratta di dire Sì o No, ma di fare.

GdM