Accordo di governo PD-M5S, ora la strada è in discesa

Ma rimane pur sempre una corsa a ostacoli, non ultimo il voto sulla Piattaforma Rousseau

Dopo la crisi di ieri, l’intesa di oggi. Non su tutto, sia ben chiaro, ma ci sono ancora 15 ore di tempo per trovare la quadra. E, a vedere l’impegno che ci mettono, è probabile che ce la facciano.
Stamattina l’incontro era saltato perché Di Maio voleva un ministero e la vice presidenza. Il PD, invece, oltre alla concessione di un Conte Bis, non ha inteso ragioni.
Poi nel pomeriggio sono riusciti a superare questa e  altre divergenze. Ci sarà un solo vice premier, al momento Franceschini.
Per quanto ne dicano, il programma di governo ci pare che sia l’ultimo problema delle due formazioni politiche. È un po’ esagerata l’affermazione di Salvini che lamenta la spartizione delle poltrone prima ancora del programma, ma è evidente che gli equilibri possano essere commisurati nella distribuzione dei dicasteri.
 
Al momento Di Maio andrebbe alla Difesa, Franceschini l'abbiamo detto, Orlando poterebbe andare all’Interno. Agli Esteri, o Gentiloni o Gualtieri. Ma tutto è ancora nel campo delle ipotesi.
Il presidente Mattarella non potrà valutare la solidità della nuova maggioranza sulla base della spartizione dei ministeri, ma è assai improbabile che possa farlo sulla base di un programma. Domani vedremo quanto l’accordo risulterà credibile per il Presidente della Repubblica.
Infine c’è un ultimo ostacolo da superare: il risultato del sondaggio sulla Piattaforma Rousseau, voluto da Di Maio. E questa rimane l’unica vera incognita a tutti gli effetti.