Concluso il vertice tra PD e M5S, ma la strada è in salita

Ci sono divergenze sul programma e persistono le riserve su Conte bis (e sugli ex)

La riunione a Palazzo Chigi è durata quattro ore e, come avevamo previsto, le distanze sono ancora marcate.
Da una parte i Dem non hanno ancora sciolto le riserve su Conte, che i 5S invece vogliono conservare alla guida del Governo. Dall'altra ci sono ancora divergenze sul programma.
I Pentastellati, di fronte alla posizione del PD hanno lanciato un ultimatum ai Democratici: «La nostra pazienza ha un limite». Insomma, ancora arroganza da parte grillina, come se fossero loro a fare un favore ai Dem.
Sappiamo che tenteranno il possibile per trovare un accordo perché è l’ultima volta che possono andare al governo, sia gli uni che gli altri.
Quindi è probabile che per motivi di sopravvivenza, di fronte al presidente della Repubblica, che riceverà i partiti dal pomeriggio di martedì alla serata di mercoledì, Dem e 5S pronuncino il fatidico Sì del matrimonio senza aver raggiunto una comunità di intenti.
 
Intanto, per non perdere l'abitudine, hanno già ipotizzato le squadre, distribuendosi le poltrone alla grande.
Ammesso che Conte presieda ancora il Consiglio dei Ministri, si è pensato di insediare Antonio Misiani all’Economia al posto di Tria, Bonafede verrebbe  riconfermato, De Micheli andrebbe allo Sviluppo Economico, dato che Di Maio vorrebbe fare il ministro dell’Interno al posto di Salvini. Ripicca pericolosa...
I Dem avevano pensato di rimettere Minniti all’Interno, Padoan all’Economia e Gentiloni agli Esteri, ma il divieto sugli ex vale anche per i democratici e non solo su Conte.
Non si vede nella rosa il nome di Toninelli e questo è l’unico dato positivo, anche se si tratterebbe comunque di un matrimonio tra due parti che sono orientate rispettivamente per il Sì e per il No.
Tra poche ore iniziano le nuove e ultime consultazioni con Mattarella e tutto è ancora possibile.