Crisi di governo, siamo arrivati al giorno della verità
Sembra che Conte si presenti alle Camere, ma intanto Mattarella si è preparato una time-table per le consultazioni
Martedì 20 il presidente del Consiglio si presenta in Senato per risponder alla richiesta di dimissioni da parte della Lega.
L’indomani andrà alla camera, ammesso che serva, ma intanto il presidente Mattarella si è preparato per affrontare la crisi con la massima celerità, senza per questo andare oltre i limiti della Costituzione.
Come si sa, il primo obiettivo di un Presidente della Repubblica Italiana è quello di salvare la legislatura e far sì che arrivi a fine mandato. Se poi accerta che non vi sia una maggioranza in grado di sostenere un governo, non gli resta che sciogliere le Camere.
Il che esclude dunque i tempi rapidissimi che i promotori della crisi si erano prefissati.
La via da percorrere per verificare se possa essere individuata una maggioranza porta a tre ipotesi.
La prima è il reincarico a Conte affinché esplori con i partiti se esista una maggioranza.
E qui le carte sono piuttosto sparigliate.
Atteso che Salvini non stia più bene ai 5 Stelle, Conte dovrà cercare un altro partner politico disponibile a prendere il posto della Lega.
Come abbiamo detto più volte, l’idea che un partito possa legarsi indifferentemente con la destra e con la sinistra è piuttosto deprimente. Ma tant’è, il nostro parere conta poco nelle decisioni della gente.
Però un ipotetico matrimonio PD-5S è, come dice un adagio tedesco, una strada senza fine, con un cielo senza stelle. Da una parte i PD sono spaccati, con Renzi favorevole, Calenda contrario e Zingaretti confuso.
Dall’altra, lo apprendiamo stasera, anche i 5 Stelle sono confusi. Cioè alcuni sono favorevoli e altri contrari all’accordo col PD.
E qui c’è la seconda via che potrebbe aprirsi.
Accertato che di maggioranze possibili non ce ne siano, il Presidente potrebbe dare l’incarico a un altro personaggio di spicco, ma super partes, affinché conduca le Camere all’approvazione della legge di stabilità per poi sciogliere il Parlamento.
Beh, comunque sia, siamo arrivati alla fine di questa prima parte del gioco. Domani - fortunatamente - si va a vedere il bluff.