Si vota la mozione di sfiducia in Senato il 20, alla Camera il 21

La crisi sta generando una forte incertezza, sia sui numeri che sulle incognite di un passo che non ha precedenti

La crisi di governo sta navigando verso il caos
Al momento le date certe sono la discussione della fiducia a Conte, che avverrà in Senato il 20 agosto e alla Camera il 21.
La data più vicina è dunque quella martedì 20 e forse anche la più incerta per via dei numeri.
Il Senato è composto da 319 senatori, dei quali 107 sono del Movimento 5 Stelle, 62 di Forza Italia, 58 della Lega, 51 del PD, 18 dei Fratelli d’Italia, 8 dei senatori per le Autonomie e ben 15 del Gruppo misto.
La maggioranza dunque si assesta sui 160 voti.
 
La maggioranza precedente era formata da Lega e M5S, per un totale di 165 seggi (107+58).
La maggioranza ipotizzata dalla coalizione di M5S e PD porta a 158 seggi (107+51). Insufficiente per due voti.
Si sta delineando anche un’altra maggioranza formata dai partiti del Centrodestra, che possono contare su 138 voti (62+58+18). Anche aggiungendo i senatori per le Autonomie, che sono 8, ne mancano 14 al quorum.
È evidente che le parti stanno facendo i conti senza l’oste, nel senso che sia l’ipotizzata coalizione PD-M5S che, ancora di più, il Centrodestra contano di pescare dal Gruppo misto.
 
Ma prevedere come possano esprimersi i senatori del Gruppo misto è un po’ come giocare al lotto.
Non dimentichiamo infatti che è formato da senatori che hanno abbandonato il partito di appartenenza, da senatori a vita per nomina (come Monti, Piano e Segre) o di diritto, come l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Se sulla carta ha più chance il PD con i 5 Stelle, in realtà non si può dire nulla, anche perché ci sono sempre i dissidenti.
Per votare la mozione di sfiducia a Conte, inoltre, i ragionamenti vanno oltre ai conteggi fatti sulla maggioranza, perché subentrano altre valutazioni personali, che vanno dalla paura di dover rifare una campagna elettorale alla paura di una nuova maggioranza-ribaltone che presenta più incognite che certezze.
 
GdM