Continua il dibattito sull’assestamento di Bilancio

Gli interventi di Dallapiccola, Degasperi, Savoi, Olivi, Demagri e Guglielmi

La manovra di assestamento in Aula è proseguita anche nel pomeriggio la discussione generale.
Approvato il ddl 20 sul Rendiconto generale 2018.
Iniziato l’esame del «consolidato».
Per le opposizioni la Giunta non ha operato alcun cambiamento rispetto alle politiche precedenti.

Michele Dallapiccola (Patt) ha completato alla ripresa dei lavori pomeridiani l’intervento da lui iniziato stamane nell’ambito della discussione generale in corso nell’Aula consiliare sulla manovra di assestamento del bilancio provinciale 2019-2021 e in particolare sul primo dei due disegni di legge, relativo al Rendiconto 2018.
Dallapiccola ha evidenziato l’inesperienza di questa Giunta che ha causato errori come quello di ignorare qualsiasi aiuto per risolvere il gravissimo problema della drosofila in agricoltura.
Solo con molto in ritardo si è iniziato a vedere qualche sforzo per proteggere i piccoli frutti da questo parassita che con l’inverno è destinata a diventare meno dannosa. Tuttavia un’annata è andata persa e nel 2020 saranno auspicabilmente installate le reti di protezione.
 
A Dallapiccola ha replicato l’assessore Stefania Segnana rifiutando di essere considerata impreparata dal consigliere.
«Stanca potrò anche esserlo – ha continuato – perché ho un bambino di due anni ma non dormo né in aula né in altri incontri di lavoro.
«Capisco che voi volete fare i professori ma ai trentini quello che vorreste insegnarci non è andato bene e io desidero solo impegnarmi a realizzare le loro richieste.»
 
Degasperi: rimediare nel Rendiconto ai problemi evidenziati dalla Corte dei conti.
Filippo Degasperi (5 stelle) sul Rendiconto che funge da base alla manovra di assestamento ha osservato che il documento finanziario appartiene alla passata legislatura ma è stato ben accolto dalla nuova maggioranza.
Sul piano tecnico-amministrativo nulla da dire perché si è già espressa la Corte dei conti. Ma la correttezza formale del Rendiconto non indica che a monte vi sia una buona politica.
Merita un approfondimento la segnalazione della Corte dei conti in merito ad alcuni spunti ripetutamente sottoposti all’attenzione di Consiglio e Giunta. Per esempio la Corte dei conti ci fa sapere che mancano i piani di rientro da una serie di debiti nei confronti delle agenzie, dell’Università e dell’Azienda sanitaria.
Le richieste su questi aspetti sono rimaste senza risposta. Un segnale di cambiamento potrebbe essere per il futuro un Rendiconto di cui la Corte dei conti non si possa lamentare.
 
Secondo: gli strumenti finanziari derivati: il problema sta nel fatto che anche qui la Corte dei conti non ha mai ottenuto risposta, in particolare sull’andamento negativo dei differenziati tra flussi di entrata e flussi di uscita. Si è così arrivati a 23,4 milioni di passivo nel 2018, con un peggioramento netto rispetto al 2017.
Servirebbe qualche indicazione nel Rendiconto che si è intrapresa la strada per risolvere almeno alcuni di questi problemi.
Terzo: la Corte dei conti ha espresso valutazioni poco lusinghiere in merito a qualche servizio provinciale per scarsa capacità di programmazione e quindi violazione delle norme sulle modalità di assunzione delle spese. Inutile ripetere che questo è il governo provinciale del cambiamento se non si provvede a risolvere questi problemi.
 
L’assestamento che deriva dal Rendiconto 2018 è per Degasperi ricco perché porta il bilancio provinciale ad un totale di 4,7 miliardi, con un più 70 milioni rispetto al 2017.
Quanto alla relazione di Fugatti il capogruppo dei 5 stelli ha preso di miri alla presunta «grande attenzione alla crescita economica».
Dal punto di vista dei risultati però il Pil tra il 2018 e il 2019 cala sensibilmente. Tema della fiducia: nel Defp (il Documento di economia e finanza della Provincia) si prende atto che il 2019 risente di una sensibile debolezza della domanda interna ma si afferma anche che si consolida il clima di fiducia degli imprenditori quando subito prima si dichiara il contrario.
La generale caduta del livello di fiducia degli imprenditori è documentata anche dal fatto che nel 2019 rimane stagnante la voglia di fare impresa e l’evoluzione è poco vivace.
 
Sul fisco Degasperi ha plaudito al fatto che dal 2000 ad oggi si è ampliata la platea delle imprese interessata dalle agevolazioni.
Bisogna però a suo avviso preoccuparsi per quello che potrebbe succedere d’ora in poi. Non è certo con la flat tax che per Degasperi si rimedierà a problemi come quello dell’evasione fiscale.
Anche l’auspicato aumento di gettito che deriverebbe dalla flat tax è poco credibile.
Nella manovra e nella relazione di Fugatti di fisco – ha osservato il consigliere – non si parla.
Si confermano quindi di fatto – come è esplicitato nel Defp – le politiche fiscali del centrosinistra autonomista.
Anche in questo caso il cambiamento non si vede. Non cambia nemmeno nulla sul fronte della semplificazione in campo fiscale, se non l’inversione di rotta nel momento in cui si elimina per i cittadini con un reddito inferiore ai 20.000 euro l’agevolazione relativa all’addizionale regionale Irpef, che per qualcuno equivalgono a 400 euro all’anno. Non poco per dei pensionati e i ceti meno abbienti. Altro che manovra sociale!
 
«Manovra sociale al contrario – ha tuonato Degasperi. – L’apice è raggiunto con la conferma dell’imposta di soggiorno alla quale la Lega in passato ha sempre detto “no”.
«L’imposta finisce infatti nel calderone dei bilanci comunali.
«Nel Defp vi sono solo entrate in diminuzione come conseguenza delle scelte compiute a Roma. Si vanno a prendere i soldi da chi guadagna meno per spostarli chissà dove. Spazzate via le promesse da voi fatte nella passata legislatura.
«Questo sì è un cambiamento, ma non quello auspicato dai trentini.»
 
Infine i Grandi Carnivori e l’ambiente. Per Degasperi il tema poteva essere costruttivamente gestito insieme al ministero dell’ambiente senza bisogno che la Provincia mostrasse i muscoli per voler fare da sé.
«La realtà è che la Provincia ha dato una pessima dimostrazione della propria capacità di gestire la questione orso.
«Non si può dire che 70 orsi sono troppi perché significa non aver letto il progetto-base secondo cui questo è il numero minimo di plantigradi previsto fin dall’inizio da tecnici ed esperti.
«L’idea della convivenza in Trentino con i Grandi Carnivori sarebbe per la Giunta “impossibile”, mentre nel Defp sta scritto che si vuol cercare un punto di equilibrio tra l’uomo e questi animali. Si millanta un’attenzione inesistente sui temi ambientali.
«Come nel caso delle 800 Jeep che hanno scorrazzato nei boschi del Primiero, dopo che la Giunta aveva dichiarato di aver appreso dai giornali di questa manifestazione.»
Su orsi e lupi per Degasperi si potrebbe iniziare ad eliminare la pratica del foraggiamento. E invece si fa finta niente e le mangiatoie sono diventate il richiamo dei grandi carnivori.
 
Savoi: allungare i tempi di lavoro in Aula.
Alessandro Savoi (Lega) vista la lunghezza degli interventi, ha proposto di allungare la seduta sia di questa sera che di domani, anche perché venerdì mattina arriverà a Trento alle 11.30 al Castello la presidente del Senato Casellati e il presidente della Provincia sarà quindi impegnato con lei.
Ha suggerito anche di iniziare i lavori pomeridiani di domani e giovedì alle 14.30 anziché alle 15.00.
 
Olivi: troppo poca l’attenzione dedicata al lavoro.
Alessandro Olivi (Pd) sul Rendiconto ha osservato che il documento consente alla Giunta di fare una manovra di assestamento robusta ed espansiva rispetto agli obiettivi di questo primo atto politico dell’esecutivo. Tuttavia si intravvede per Olivi una preoccupazione: la solidità dell’impianto finanziario è quanto mai vulnerabile rispetto alle prospettive di salvaguardia delle risorse nei rapporti con il governo nazionale.
«Vi è da parte di Fugatti una dimensione ambivalente: da un lato di punta agli investimenti ma dall’altro senza una politica che sappia salvaguardare il capitale dell’economia e delle risorse qualsiasi scenario futuro appare molto vulnerabile.»
Quanto alla manovra di assestamento che ruota attorno a tre paletti. Si conferma una programmazione pregressa, si aggiunge qualche opera facendo riferimento a fonti di finanziamento indirette o auspicate ma non vi sono tratti di forte innovazione. 
 
Investimenti che in un bilancio non sono solo opere pubbliche.
«Giusto che la Giunta le voglia rafforzare a beneficio delle imprese che dalla infrastrutturazione del territorio possono ricevere una linfa importante.
Non sono molto presenti gli investimenti immateriali, come quelli nel sapere, nella ricerca e nell’innovazione tecnologica per la modernizzazione della nostra autonomia. Di questo nell’assestamento c’è poco.»
Sulla tangenziale o circonvallazione di Rovereto, il finanziamento dovrà derivare dal piano di A22, cioè da una società in house che ancora non c’è.
E quando ci sarà dovrà finanziare opere di interesse autostradale: serve quindi un dialogo più fitto con tutti i territori in vista della fluidificazione e della messa in sicurezza di tutta la viabilità e non solo di qualche segmento.
 
Olivi ha plaudito alla re-immissioni delle risorse nel bilancio per lo spostamento di due istituti scolastici di Rovereto presso il Polo della Meccatronica. Sbagliato è invece prevedere che questa decisione sia concertata con i presidi.
Sull’ambiente i doverosi interventi di sutura del territorio devastato dalla tempesta Vaia non sono per Olivi politiche per l’ambiente.
Mancano politiche ad esempio per un turismo sostenibile che tengano conto della non rinnovabilità del nostro territorio.
 
Sul terzo pilastro della manovra, vale a dire l’azione di contrasto al calo demografico nella nostra provincia, secondo Olivi questa è una sfida che la Giunta lancia e che è da accettare.
Il problema riguarda infatti anche i tassi di crescita e di salute della nostra economia. La sfida va quindi accettata ma occorre semmai rendere più qualitative le azioni individuate.
Da questo punto di vista l’azione più forte della Giunta, che prevede l’introduzione del bonus bebè, al di là del fascio di luce mediatica.
Tutte le ricerche sociali ed economiche dicono che i bimbi nascono nelle famiglie in cui le mamme lavorano, dove c’è fiducia nel futuro.
Per il Pd, ha proseguito Olivi, non si deve mettere il lavoro in una sostanziale condizione di alternativa rispetto alla famiglia.
Il bonus da solo non è sufficiente: è una misura utile, ma bisogna agire con una politica più strutturale. Per questo il Pd vuole irrobustire alla base questo pilastro con più qualità del lavoro, più sicurezza salariale e più incentivo a lavorare.
 
«Nel 2016-2017 era stato costruito il nuovo impianto dell’assegno unico provinciale. Sarebbe un errore uscire da quest’impianto perché era targato centrosinistra a favore del bonus bebè perché sia targato Fugatti: dobbiamo abituarci a spersonalizzare ogni riforma.
«Non commettete l’errore di superare l’assegno unico che va piuttosto migliorato e irrobustito, –ha esortato Olivi. – Voi oggi fate un passo indietro perché introducete i 15 milioni di euro (7 in meno rispetto ai 22 stanziati per le fasce deboli dal centrosinistra) senza alcun coordinamento con l’assegno unico, con il risultato di complicare tutto il sistema di aiuti.»
A fronte della scomposizione, della frammentazione e conseguente polverizzazione delle risorse per il welfare, appare quindi azzardato affermare che questa manovra di assestamento si caratterizzi per l’attenzione al sociale.
Il vero patto su cui si reggono le politiche per la natalità è quello tra famiglie e lavoro.
«La verità è che con questo assestamento le risorse per il welfare calano. Non si potenzia né si rafforza il welfare, secondo Olivi, perché sul lavoro c’è nella relazione di Fugatti una riga dedicata agli 8 milioni relativi al finanziamento pluriennale ordinario alle politiche del settore. Serve quindi secondo l’ex assessore un approccio laico e disponibile al confronto.»
 
Demagri sulle politiche per gli anziani: un peccato fermare Spazio Argento.
Paola Demagri (Patt) si è soffermata sull’invecchiamento della popolazione evidenziato dal presidente Fugatti, auspicando che la Giunta faccia ulteriori riflessioni sulle politiche a favore degli anziani.
Anziani che esprimono la preoccupazione per il loro futuro in merito alla possibilità di rimanere nel loro domicilio. Ma molti giovani non possono accudire gli anziani. Nè gli anziani possono sempre essere seguiti dalle badanti.
Quali le soluzioni allora? Quelle già in parte progettato dalla Giunta della passata legislatura.
Demagri si è detta dispiaciuta che in questi mesi sia stato bloccato il progetto Spazio Argento e il mancato incremento dei posti letto che rendono difficile l’assistenza agli anziani.
 
Guglielmi: realizzare la circonvallazione Canazei- Campitello di Fassa.
Luca Guglielmi (Fassa) ha apprezzato la volontà espressa dalla Giunta con il presidente Fugatti di “coniugare” al futuro le scelte politiche. Scelta che lascia ben sperare in merito agli interventi a favore delle valli e dei territori che formano il Trentino.
Per Guglielmi l’assestamento di bilancio mostra un netto cambiamento di rotta rispetto alle politiche provinciali del passato.
Per il consigliere di Fassa questa è un’amministrazione provinciale che finalmente ascolta le comunità locali.
Ad esempio eliminando l’obbligo delle gestioni associate dei Comuni. Tra le opere pubbliche Gugliemi ha sollecitato in particolare la realizzazione del progetto della circonvallazione destinata a collegare Canazei e Campitello di Fassa.
Bene anche la volontà della Giunta di contrastare lo spopolamento delle valli. Apprezzabili anche i 20 milioni finalizzati al turismo.
Rispondendo alle 5 A con cui Ghezzi aveva giudicato negativamente l’assestamento, Guglielmi ha definito la manovra audace, astuta, autonomista, analitica e ardita.

(Continua)