Partita In Consiglio la discussione sulla manovra finanziaria

Gli interventi di stamattina sul rendiconto – I 5 «No» di Ghezzi – Savoi (che è stato eletto per un pelo): «Quando uno vince ha il diritto-dovere di fare scelte»

Il Consiglio provinciale ha avviato questa mattina di fatto la discussione generale alla manovra finanziaria, affrontando il primo punto all’ordine del giorno, il rendiconto generale della Provincia. Sono intervenuti i consiglieri Ghezzi, Tonini, Rossi, Savoi e Dallapiccola (che concluderà l’intervento nel pomeriggio).
I lavori riprendono alle ore 15.00.
 
Ghezzi ploemico: «Una manovra a sovranità e socialità limitata»
Per Paolo Ghezzi (Futura) questo primo assestamento della Giunta Fugatti è importante simbolicamente per la sua «colorazione politica» e aldilà di misure in parte condivisibili (dare fiato alle opere pubbliche e interventi sul piano sociale) va raccontata anche in tal senso, ovvero quello della narrazione politica.
«Si tratta di una manovra a sovranità e a socialità limitata l’ha definita Ghezzi. Uno degli aspetti inaccettabili, che ne limita la portata sociale, è il taglio delle risorse alla cooperazione internazionale. Ma ce ne sono altri, come gli interventi alla natalità e le misure «riservate ai trentini».
Ghezzi ha congetturato degli esempi che distinguono in maniera netta e decisa tra i trentini «trentini» e quelli che lo sono un po’ meno, perché non hanno i cinque anni continuativi di residenza.
La specialità trentina di essere terra attenta ai trentini, ma anche aperta al resto del mondo viene minacciosamente oscurata da questo provvedimento.
«Per me, i trentini sono tutti coloro che abitano e risiedono in questa provincia, – ha precisato Ghezzi. – Pensiamo quanta ricchezza umana viene sprecata con queste norme, quante rinunce a possibilità di sviluppo del nostro territorio.»
 
Ghezzi ha sintetizzato le critiche a questo assestamento in 5 NO: no ai tagli selvaggi alla cooperazione internazionale, no alla riforma della scuola infilata di straforo, no ai tagli insensati ai rifugi della Sat, no ai dieci anni di residenza in Italia per i benefici sociali (e 5 in Trentino), no allo scalino Icef dello 0,40 che diventa una lotteria ingiusta per le famiglie trentine.
Il consigliere di Futura ha annunciato 105 emendamenti «di sostanza», per correggere ciascuno degli interventi a socialità limitata, in un quadro in cui la certezza delle risorse è in caduta libera e troppe sono le incognite per avere fiducia che questo tipo di provvedimento possa portare davvero dei frutti duraturi.
Ad esempio, nelle politiche cosiddette per la natalità, anche quelle dedicate ai trentini, trovo discriminate le famiglie con due figli, ha detto: si premia con meno di un caffè al giorno il secondo figlio, mentre c’è un salto tra il primo e il terzo: Ghezzi ha preannunciato un emendamento che rimodula e premia maggiormente il secondo figlio, che è di fatto quello che fa iniziare una rimonta demografica.
 
Quanto al rendiconto, Ghezzi ha richiamato alcuni aspetti di criticità messi in evidenza dalla Corte dei conti: mentre per le spese correnti l’indicatore della capacità d’impegno rileva un elevato grado del 98%, per le spese in conto capitale è al di sotto del 50%.
Su questa Giunta sono state espresse perplessità anche con riferimento ad alcune deliberazioni di Giunta e alla difficoltà nell’esaminare il provvedimento di accertamento dei residui.
Tornando alla manovra, Ghezzi ha concluso dicendo che senza degli interventi correttivi significativi che estendano la socialità di questo provvedimento, ovvero in mancanza di segnali su concrete misure di aggiustamento, in particolare sulla cooperazione internazionale, la valutazione di Futura non potrà che essere negativa, pur riconoscendo qualche sforzo che però andava assecondato con un diverso atteggiamento.
Ho fiducia nelle capacità di ascolto e di recepimento di alcune proposte, ha auspicato Ghezzi.
 
Tonini pragmatico: «Sui fini siamo d’accordo, proviamo a discutere laicamente sui mezzi»
Il consigliere Giorgio Tonini (PD) ha raccolto subito l’invito del presidente alla segnalazione: il nostro atteggiamento è tutt’altro che pregiudiziale, ha premesso, perché l’impianto complessivo dell’assestamento è condivisibile, a condizione che ci sia la disponibilità a discutere laicamente sui mezzi con i quali si perseguono i fini, che sono appunto condivisi.
«Il presidente Fugatti – ha aggiunto – ha avuto l’onestà intellettuale di riconoscere di aver raccolto un’eredità che presenta aspetti problematici, ma anche una finanza pubblica sostanzialmente sana e un sistema economico e sociale che dagli anni 70 in poi ha avuto una performance straordinaria.
«A livello nazionale – ha osservato – c’è un nocciolo duro del governo che sta costruendo un rapporto positivo con l’Europa, anche se non lo può dire (presidente del Consiglio, il ministro dell’economia e il ministro degli esteri).
«Se questo è vero è evidente che la flat tax di cui si è tanto parlato nella propaganda prima delle elezioni non ci sarà, o perlomeno non nella misura in cui viene annunciata nel teatrino quotidiano.
«I timori riecheggiati ieri nella relazione del Presidente danno l’idea di quale sarebbe l’impatto, qualora questa misura venisse introdotta nella sua radicalità, sulle finanze del Paese e anche su quelle provinciali. Misure drastiche - in una non sappiamo quanto lunga fase intermedia - sarebbero finanziate in deficit, cosa che né il Paese, né il Trentino si possono permettere.»
 
«Penso che questa questione si ridimensionerà nei prossimi mesi – ha proseguito Tonini, – ma ciò non significa che non abbiamo un problema strutturale, che è l’intreccio affetto da una grave patologia tra le tre dimensioni della nostra convivenza comunitaria: l’andamento demografico, il nostro sistema di welfare e i livelli di crescita economica.
«Questi tre indicatori ci consentono di andare avanti bene nell’immediato, ma si collocano in una prospettiva problematica: L’invecchiamento della popolazione produrrà un costo dei servizi sociali che in assenza di una forte crescita economica ci condurrà in una prospettiva di tagli significativi dei livelli di qualità del nostro sistema.
«Da questo punto di vista – ha continuato Tonini – non posso non condividere gli assi fondamentali della manovra proposta da Fugatti, che va nella direzione della crescita (con l’aumento degli investimenti) e che si pone l’obiettivo di correggere la tendenza demografica.
«Sui fini siamo d’accordo – ha concluso, – proviamo ad immaginare una discussione laica sui mezzi. Posto che sulle opere c’è condivisione sostanziale, sulla correzione demografica non possiamo non condividere il bonus bebè che abbiamo noi stessi creato.
«Su quest’ultimo punto, ha detto Tonini, con uno sforzo autocritico chiedo alla Giunta di riflettere insieme su come è davvero andata quell’esperienza, che non ha minimamente scalfito l’andamento demografico.
«L’esperienza già fatta ci dice che il bonus bebè è una misura di aiuto alle famiglie con figli, ma non aumenterà il tasso di natalità.»
 
Rossi guarda oltre: «Il rapporto con Bolzano è la polizza di assicurazione dell’autonomia».
Il consigliere del Patt Ugo Rossi ha premesso che parlando di rendiconto, ovvero di «stato dei conti» abbiamo oggi l’occasione di fare una fotografia sugli aspetti sostanziali della nostra autonomia.
«Il primo dato che ricaviamo è che lo stato dei conti su cui poggia il nostro sistema è indice di una buona amministrazione, al punto che la gestione delle spese in funzione delle entrate genera avanzo di amministrazione, aspetto non banale.
«Dentro questo rendiconto c’è anche la voce della solidarietà internazionale, ha proseguito Rossi, che oggi subirà un pesantissimo taglio.
«Un taglio che è prima di tutto culturale – ha argomentato, – perché si cancella una regola che prevedeva che i trentini in maniera automatica destinassero un caffè alla settimana ad aiutare a casa loro i paesi in via di sviluppo.»
 
Rossi ha richiamato l’intervento odierno su un quotidiano locale dell’ex assessore Luigi Panizza, «persona che in questa aula c’è stata con grande trasparenza di operato e che oggi si occupa di solidarietà internazionale: questo cambiamento è un peggioramento, dice il professore, perché diminuendo gli aiuti si potranno realizzare meno opere, in contrasto con lo slogan aiutiamoli a casa loro.
«Ben vengano i controlli e le rendicontazioni, ci si renderebbe conto solo di come questi soldi sono ben spesi, – ha aggiunto Rossi leggendo l’accorato appello di Panizza alla Giunta. – A ben riflettere e ad assumersi la propria responsabilità prima di votare, detto da chi da 17 anni e 37 viaggi pagati di propria tasca fa esperienza come volontario in Kenya e ha realizzato innumerevoli progetti grazie al contributo della Provincia.»
 
«Sempre nel rendiconto ci sono anche risorse con le quali l’ex assessore Dallapiccola ha cercato di gestire il fenomeno degli orsi e dei lupi, ha aggiunto il consigliere del Patt: l’auspicio è che nell’assestamento o nella finanziaria ci siano ancora le risorse.
«Rispetto al rendiconto c’è però la novità che la Corte costituzionale ha confermato la validità di una legge che affida questa gestione alla Provincia di Trento. La Giunta ha fatto benissimo ad essere al fianco degli allevatori che hanno testimoniato la loro protesta contro la presenza di orsi e lupi, però Rossi ha segnalato che il giorno prima di andare in piazza l’assessora Zanotelli aveva comunicato che non esiste la necessità di predisporre piani che prevedano la possibilità di adottare interventi per la rimozione di lupi che risultino pericolosi.
«Oggi c’è una legge che non consente di avere mezze misure e che deve essere attuata in pieno, ha aggiunto Rossi, comunicando la disponibilità sua e del proprio gruppo a sostenere, anche dal punto di vista politico, la gestione di questo complicato fenomeno.»
 
«Un altro elemento che ha caratterizzato la scorsa legislatura, ha proseguito Rossi e sul quale ha invitato a porre la massima attenzione, è che si continui a coltivare l’importanza dell’unità fra Trento e Bolzano che non deve essere necessariamente politica, ma di determinazione rispetto alla rivendicazione di unicità dello Statuto.
«Il rischio della percezione esterna dell’autonomia del Trentino da parte della politica romana e della ragioneria dello Stato, alla stregua delle rivendicazioni delle vicine regioni è gravissimo. Quello dell’unità fra Trento e Bolzano è un patrimonio che le consegna chi c’era prima di lei e che le chiede oggi di salvaguardare massimamente, perché contiene una polizza di assicurazione per l’autonomia.»
Quanto all’assestamento rispetto ai tre ragionamenti indicati dalla Giunta - utilizzo di risorse per la ricostruzione dopo Vaia, investimenti e natalità - Rossi ha annunciato delle proposte correttive, auspicando un confronto con lo spirito laico già richiamato dal collega Tonini.
Le consegniamo una riflessione senza avere la pretesa di stravolgere nulla, ma ci sono dei punti sui quali provare a dialogare, ha concluso, primo tra tutti il nodo della cooperazione internazionale.
 
Savoi insiste: «Quando uno vince ha il diritto-dovere di fare scelte, anche coraggiose».
Alessandro Savoi (Lega) ha notato che questa prima manovra non è una vera finanziaria, quanto un assestamento, «un bilancio di passaggio nel quale si comincia ad invertire la rotta.
Lo decideranno gli elettori tra cinque anni se abbiamo fatto bene, ma quando uno vince ha il diritto-dovere di fare scelte, anche coraggiose.»
Quanto al rapporto con Bolzano richiamato da Rossi, Savoi ha detto che dopo il suo governo «ci siamo trovati una regione ancora più svuotata, dismessa e abbandonata».
Sempre Rossi predica tanto di solidarietà, mentre noi la facciamo veramente e se c’è un partito che ha a cuore l’autonomia è proprio la Lega, tanto che siamo ben felici che l’autonomia -magari non specialissima come quella del Trentino- venga allargata ad altre regioni che da anni lottano per averla.
«Noi aboliamo lo 0,25% fisso del bilancio destinato alla solidarietà, ma non certo la solidarietà in sé, – ha chiarito. – Se verranno presentati progetti seri saranno finanziati perché non siamo antisolidali, anzi.»
 
Dallapiccola: «Il difficile equilibrio nella gestione dell’orso».
Il consigliere Michele Dallapiccola (Patt), ha detto di pensare che non si possa criticare ciò che c’era prima considerandolo sbagliato: sono semplicemente due approcci diversi.
«Normale che arrivino delle critiche, perché è compito dell’opposizione esercitarle, ma c’è anche del materiale sul quale ragionare, in virtù appunto di questo diverso punto di vista.
«Ma scegliere è diverso da criticare, – ha aggiunto. – La prima scelta che avete affrontato, ha detto Dallapiccola rivolto alla Giunta, è stata quella di dove reperire le risorse per porre rimedio ai danni di Vaia.
«Se si fosse ricorsi ad un piccolo prestito, come suggerivamo noi, anziché racimolare i soldi un po’ qua e là le cose sarebbero andate meglio. La ricostruzione comunque procede e in parallelo procede anche quella di un bilancio che comincia a passare dai desiderata alla realtà.»
 
«Gli aspetti che ci stanno più a cuore – ha aggiunto, – a parte welfare, scuola, cooperazione internazionale sono la gestione dei grandi carnivori, il turismo, l’agricoltura, settori ai quali sono particolarmente legato per deformazione professionale.
«La gestione di orsi e lupi, ha osservato, è legata a normative europee che trovano una forte adesione a livello di opinione pubblica.
«Quanto diciamo in quest’aula sarebbe criticato e tacciato di inciviltà se pronunciato in una piazza a livello nazionale. Io non sono né a favore, né contro l’orso, ha aggiunto: l’animale ormai c’è e occuperà sempre più spazio nel nostro territorio e la condizione di equilibrio è difficilissima da sostenere, tra messaggi adeguati e rassicuranti ai contadini e l’immagine da trasmettere ai turisti.
«Saggezza, prudenza, ma soprattutto azione, fatta con l’intelligenza di un professionista affrontata con i ferri del mestiere: questi sono i limiti della gestione dell’orso che non si può affrontare con una strategia bottom up, dal basso.»