I commenti sulla conferenza Bisesti-Segnana
Riportiamo alcune note inviate in redazione dai soggetti politici in merito all'episodio di contestazione avvenuto ieri sera in Provincia
Sono numerosi i commenti giunti in redazione per esprimere la propria posizione in merito a quanto accaduto in occasione della conferenza intitolata «Donne e uomini: solo stereotipi di genere o bellezza della differenza?». Ieri noi abbiamo pubblicato l’intervento del nostro giornale. Oggi pubblichiamo alcuni commenti espressi da esponenti della politica trentina, in modo che i nostri lettori si facciano un’idea sulle varie posizioni. |
Francesca Gerosa – Fratelli d’Italia
«Solidarietà a Segnana e Bisesti»
Esprimo la mia piena solidarietà agli assessori Segnana e Bisesti per i tristi accadimenti di ieri sera, espressioni sintomatiche di una sinistra che ormai per sopravvivere non sa più cosa inventare.
La nuova Giunta e il nostro Presidente hanno il diritto, oltre che il dovere nei confronti del popolo trentino che ha dato loro fiducia, di ripristinare il buonsenso rompendo l’asfissiante cappa di politicamente corretto con le quali le amministrazioni precedenti hanno tentato di soffocare ogni forma di pensiero critico che non poteva non opporsi alla mancanza di buonsenso mascherato da progressismo.
Solo questo hanno tentato di fare gli assessori ieri, con serenità e con spirito democratico, mentre altri hanno voluto rovinare una serata organizzata con le migliori intenzioni, creando un clima teso e violento.
Per vent’anni abbiamo dovuto subire una sinistra che ha fatto di tutto per imporci la sua visione deviata della società: ora basta, abbiamo il diritto di ascoltare e credere in altro, senza che la «psicopolizia» mediatica possa perseguitare i Trentini perché osano discostarsi dal pensiero unico imposto.
Non si può non condannare con fermezza, dunque, chi, appartenente a quella sinistra che ancora non si è rassegnata alla sconfitta di ottobre, strumentalizza un incontro aperto alla cittadinanza, istigando all’odio, invece di prendere le distanze da certi atteggiamenti di un gruppo di facinorosi che hanno costretto le forze dell’ordine ad intervenire per ripristinare la sicurezza e l’agibilità politica del normale confronto democratico.
Francesca Gerosa.
(Nota fuori campo: da noi interpellata, la dottoressa Gerosa non conferma né smentisce la voce per cui candiderà alle europee. Il che, in politichese, significa sì)
On. Emanuela Rossini – PATT
«Bisogna mettersi in ascolto dei cittadini»
Quando una parte di cittadini ha voluto manifestare in maniera così veemente, come ieri all’incontro organizzato dagli assessori Bisesti e Segnana, vuol dire che non si è voluto dare spazio per l'ascolto.
Da più parti era giunto nelle settimane scorse la richiesta di incontri per parlarne, da parte di chi ingiustamente si era sentito strumentalizzare le idee, tolto il lavoro, offeso nella propria dignità (art. 2 e 3 della Costituzione).
Non basta dichiarare «vogliamo ascoltare», bisogna anche mettersi in ascolto delle persone.
E una gestione politica adulta sa anche sopportare il dissenso e un’opinione opposta. Governare con una maggioranza non significa rappresentare la totalità della popolazione.
Non è che una volta eletti la popolazione che non ti ha eletto scompare. Per questo sui banchi del Consiglio siede un’opposizione e compito del Governo è che questa possa svolgere il proprio lavoro. È il flusso della democrazia questo, il vero totalitarismo è impedire il confronto.
Governare poi un apparato maturo come quello del Trentino significa fare della sintesi politica un punto di forza, imprescindibile nel nostro sistema se non ci si vuole schiantare.
Emanuela Rossini.
Renata Attolini – Liberi e Uguali
«La nuova governance provinciale evidentemente è ancora troppo inesperta»
Da tempo si propagandava un evento dal tema particolarmente coinvolgente «Donne e uomini: solo stereotipi di genere o bellezza della differenza?»
Doveva essere un momento pubblico, aperto, organizzato da assessori provinciali, nella sede istituzionale della Provincia.
Ma la nuova governance provinciale evidentemente è ancora troppo inesperta: una sala troppo piccola occupata per metà da dipendenti provinciali e giornalisti; una folla in attesa che chiede insistentemente che si sposti il convegno in una sala più grande; quattro carabinieri che bloccano l’ingresso ai tanti che volevano assistere; una porta laterale, molto laterale, lasciata causalmente aperta e priva di sorveglianza.
Da quella porta in molti sono confluiti all’interno, nel corridoio antistante la sala, per far sentire la propria perplessità su una gestione approssimativa, sia per la scelta dei relatori che per quella della location.
Si è improvvisato un sit-in pacifico, brutalmente interrotto da una carica del tutto ingiustificata ed improvvisa da parte di polizia, carabinieri e guardia di finanza.
Liberi e Uguali del Trentino giudica la serata di ieri come una pagina nera dell’autonomia, nella quale, vuoi per imperizia vuoi per determinazione, i luoghi della dialettica costruttiva sono diventati luoghi della negazione del confronto e della repressione e una sede istituzionale è stata violata da una carica ingiustificata contro cittadini pacifici.
Liberi e Uguali del Trentino.
Katia Rossato - Lega Salvini Trentino
«Agitatori tentano l'assalto alla libertà di pensiero»
È allucinante vedere i primi articoli su alcuni quotidiani online che danno credito alle voci provocatorie di chi lamenta di non esser stato fatto entrare ad assistere alla conferenza, pur avendo intenti pacifici e con il solo scopo di assistere democraticamente alla serata.
Queste persone sono arrivate con megafoni, cartelloni e bigliettini che incitano, tra le altre cose, a legare un assessore, biasimando il fatto che sua madre non lo avesse abortito.
È evidente che tutto questo sia una scusa, un pretesto organizzato per impedire il normale svolgimento della serata. Una premeditazione che rivela la loro totale malafede.
Katia Rossato
Annalisa Caumo - Unione per il Trentino
«Che giornata buia per il trentino. E quelle che verranno?»
Cronaca della giornata di ieri.
Trento si sveglia trovando decine di cartelloni, affissi abusivamente, che celebrano l'anniversario della fondazione del movimento che diede poi vita al Partito Nazionale Fascista.
A metà giornata arriva la notizia che in città arriveranno i vigilantes, per «mantenere ordine e sicurezza».
In serata si chiudono le porte al pubblico di un seminario aperto alla cittadinanza organizzato dall'assessorato provinciale.
Le persone rimaste fuori - chiamiamoli manifestanti, il senso non cambia - vengono caricate dalle forze dell'ordine. Ci sono cinque feriti.
L'uso della violenza per fare tacere il popolo è inaccettabile. Reprimere con la forza una manifestazione anche accesa, ma pacifica, è indice di una deriva pericolosa che, spiace dirlo, è già stata imboccata.
Si fomentano paura, insicurezza, odio, instabilità, divari. Stiamo perdendo senso democratico, generosità, tolleranza. Ieri non abbiamo assistito a una delle pagine più misere della nostra storia trentina più recente. Altre, ahinoi, ne arriveranno se continueremo a schierarci in divisioni da liti da condominio.
Stiamo rinnegando il buon senso, abbiamo sdoganato rigurgiti fascisti che c'erano ma avevano la decenza di rimanere nascosti. Stiamo coltivando il malessere della convivenza attraverso una propaganda politica che non ci piace.
E' questo il Trentino che vogliamo? No. La giornata di ieri è stata davvero buia. E quelle che verranno?
Noi, stiamo lavorando per ricucire il tessuto sociale perduto.
Annalisa Caumo
Ugo Rossi – PATT
«Tristezza e preoccupazione»
Un mix di inadeguatezza e di irresponsabilità è la causa del triste e avvilente spettacolo cui ieri i cittadini trentini hanno dovuto assistere.
Inadeguatezza e irresponsabilità si mescolano e si palesano: nella scelta di aver organizzato un simile evento privo di ogni disponibilità al contraddittorio in un luogo inadatto per dimensioni e accessibilità, nel non aver saputo o voluto gestire in prima persona e mettendoci la faccia, una situazione che richiedeva calma e capacità di mediazione.
Ma ancora di più, inadeguatezza e irresponsabilità si palesano e si confermano nelle dichiarazioni post evento sbagliate e ancor gravi di chi come l’assessore Bisesti rappresenta le istituzioni.
Tristezza per la brutta figura e preoccupazione per il futuro di una terra che non ha bisogno di contrapposizioni gratuite e di sobillatori ma di serietà dialogo e confronto.
Chi è chiamato a governare lo faccia, ma accetti le critiche le gestisca e la smetta di fare campagna elettorale con le istituzioni.
Ugo Rossi.
Alessandro Savoi – Lega Salvini Trentino
«Vergognose le parole di Ugo Rossi su ieri»
Trovo semplicemente scandaloso il clima incivile venutosi a creare ieri sera fuori - e addirittura dentro - il palazzo della Provincia, dove decine di contestato di chiara estrazione anarchica hanno tentato in tutti i modi di interrompere il convegno «Donne e uomini: solo stereotipi di genere o bellezza della differenza?», organizzato dagli assessori alla Salute Stefania Segnana e all'Istruzione Mirko Bisesti.
Fa specie, in particolare, l'arroganza con cui questi giovanotti, alcuni dei quali provenienti dai centri sociali spalleggiati da una certa sinistra, hanno dimostrato tutta la loro intolleranza non solo verso la libertà di pensiero, ma anche nei confronti di un evento che aveva un'organizzatrice madre e donna, come la Segnana. Si vede che il tanto sbandierato rispetto nei confronti delle donne viene evocato solo quando fa comodo, mentre in altre circostanze può essere messo da parte.
Annoto, per la cronaca, che erano donne due dei tre relatori intervenuti. Dunque è davvero gravissimo quanto accaduto ieri, ragion per cui invito i colleghi consiglieri di minoranza che stanno commentando a vanvera l'accaduto a farsi un esame di coscienza prima di diffondere comunicati nei quali dimostrano di non aver colto la gravità dell'accaduto.
In particolare invito il consigliere Ugo Rossi a smettere di rilasciare dichiarazioni ignobili e che dimostrano veramente ogni giorno di più la sua insofferenza per aver perso il potere.
All'ex - e sottolineo ex - presidente, chiedo anche di vergognarsi per la sua mancanza di umanità nel non esprimere vicinanza all'Assessore Bisesti e all’Assessore Segnana in quanto essere umano. Ieri per poco qualche facinoroso era capace di compiere una strage e lei, caro Rossi, tra l'altro assente all'evento, continua a giudicare dopo aver perso il potere.
Si rassegni e soprattutto pensi prima di fare dichiarazioni irresponsabili.
Alessandro Savoi.
(Nota: Abbiamo chiesto a Rossi se voleva replicare, ma ci ha risposto che «non risponde a Savoi»)
Gianluca Cavada e Ivano Job – Lega Salvini Trentino
«L’assalto al palazzo della Provincia è da condannare senza se e senza ma»
È molto grave che tra i manifestanti che hanno assaltato il palazzo che rappresenta le istituzioni provinciali trentine sia stata paventata la presenza di soggetti che dovrebbero rappresentare in qualche modo le istituzioni e che speriamo non abbiano aizzato all'assalto.
Qualora fosse avvenuto ciò, riteniamo che quanto avvenuto ieri si possa qualificare come un tentativo di golpe psicologico a danno di quanto i trentini hanno scelto il 21 ottobre 2018.
Possiamo anche sorvolare sul fatto che ci criticano, possiamo anche superare il fatto che ci sbeffeggino, possiamo pure accettare il fatto che ci attaccano su ogni lettera da noi usata in aula - e non solo - ma eventuali azioni volte ad attaccare i poteri democratici sono da ripudiare senza se e senza ma.
Aspettiamo reazioni di ripudio verso gli eventi di ieri senza alcun tipo di giustificazione da parte delle opposizioni.
La nostra piena solidarietà agli Assessori Segnana e Bisesti.
Gianluca Cavada e Ivano Job
Katia Rossato/ 1 – Lega Trentino
«Agitatori tentano l'assalto alla libertà di pensiero»
È allucinante vedere i primi articoli su alcuni quotidiani online che danno credito alle voci provocatorie di chi lamenta di non esser stato fatto entrare ad assistere alla conferenza, pur avendo intenti pacifici e con il solo scopo di assistere democraticamente alla serata.
Queste persone sono arrivate con megafoni, cartelloni e bigliettini che incitano, tra le altre cose, a legare un assessore, biasimando il fatto che sua madre non lo avesse abortito.
È evidente che tutto questo sia una scusa, un pretesto organizzato per impedire il normale svolgimento della serata. Una premeditazione che rivela la loro totale malafede.
Katia Rossato.
Katia Rossato/ 2 – Lega Trentino
«Degasperi ormai è solo un uomo di sinistra che cerca solo polemiche»
Dispiace sentire le dichiarazioni del consigliere Degasperi che, da qualche tempo a questa parte, strizza l’occhio a un elettorato di sinistra incline a proporre ai nostri bambini, ai nostri figli, libri di testo che pretendono di essere manuali per insegnare e fare chiarezza sulla sessualità, ma che, di fatto, mettono ancora più confusione.
Il suo atteggiamento non sembra essere quello di un Consigliere provinciale con l'obiettivo di fare opposizione costruttiva, quanto piuttosto quello di un rancoroso esponente di un partito che ha perso e sta perdendo il contatto con gli elettori, come dimostrano gli ultimi risultati elettorali.
I corsi che sono stati sospesi e che Degasperi difende così strenuamente, hanno necessità di essere ridefiniti in maniera più professionale, come ci è stato chiesto a gran voce da moltissimi genitori.
L'intento nostro e degli Assessori Segnana e Bisesti non è quello ascoltare la rabbia di pochi, come Degasperi e certa sinistra fanno, ma gli appelli accorati della maggioranza silenziosa dei genitori trentini, che ha come unico interesse il difendere l'integrità dell'educazione dei loro figli.
Katia Rossato.
Futura
«No alla repressione del dissenso»
Futura, Partecipazione e Solidarietà vuole esprimere sconcerto e condanna per i fatti avvenuti ieri, nel Palazzo stesso della Provincia, a margine della conferenza rivolta al pubblico «Donne e Uomini, solo stereotipi di genere o bellezza della differenza?», organizzato dagli Assessorati di Istruzioni e Pari Opportunità. Si è assistito infatti a una serie di fatti gravissimi e senza precedenti che stigmatizziamo con la massima determinazione: in primo luogo, si è impedito di entrare alle persone che si erano presentate per assistere, nonostante in sala ci fossero molti posti a disposizione e la conferenza fosse appunto rivolta al pubblico. Davanti al dissenso per l'incomprensibile divieto si è deciso, da parte delle istituzioni, di reagire con l'uso della forza, come si è potuto vedere dalle molte immagini in cui le forze dell’ordine in assetto antisommossa caricano persone pacifiche e che non avevano minimamente provocato, molte delle quali sono state strattonate e colpite. Una scena mai vista dentro il Palazzo della Provincia che dovrebbe essere la casa di tutti e non di una ideologia con connotati reazionari sempre più inquietanti.
Da tali avvenimenti si può purtroppo ben comprendere quanto poco sia chiaro a chi ci governa il concetto di democrazia, a partire dal consigliere Cia, che non ha trovato di meglio che rivolgere la parola «democratici di merda» ai manifestanti. Non poteva mancare l’assessore Bisesti che spara un «nazisti rossi»: parole insensate che rispediamo al mittente.
Evidentemente i nostri governanti intendono come pubblico soltanto quello che piace a loro, quello dell'esigua minoranza (perché è una minoranza) che è d'accordo con le idee antidiluviane che propugnano, in un incontro organizzato a spese pubbliche nel quale però non si dà voce alla pluralità di proposte ma solo a un'unica minoritaria e parziale visione del mondo.
Futura esprime la propria solidarietà a chi ieri è stato oggetto di repressione: associazioni, gruppi, cittadini, che hanno avuto il solo torto di esprimere pacificamente le loro opinioni. Non ci faremo intimidire da un modo di intendere il potere che è quello di chi pensa che, siccome ha vinto le elezioni, può comportarsi da sovrano assoluto o da detentore della verità.
Direttivo di Futura, Partecipazione e solidarietà.