Due arresti per detenzione e porto di pistola clandestina

Si tratta di una guardia giurata e un operaio della zona con vocazione al bracconaggio

Alle ore 23.30 di giovedì 7 febbraio 2019, in Levico Terme, in località Prati di Monte, lungo la Strada dei Baiti, nei dintorni di quella frazione Vetriolo, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Borgo Valsugana hanno tratto in arresto L.A., una guardia particolare giurata 35enne cittadino italiano residente a Roncegno Terme, ed il suo conoscente L.F., un operaio 35enne cittadino italiano residente nella frazione Marter di Roncegno Terme, in quanto ritenuti responsabili in concorso fra loro dei reati di cui agli artt. 110 C.P. e art. 23 Legge 110/1975 (Porto di arma clandestina), ed agli artt. 697 C.P. e 58 T.U.L.P.S. (Detenzione abusiva di armi ed omessa denuncia di luogo di detenzione di armi).
 
Verso le ore 22.25 del 7 febbraio 2019 una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile di Borgo Valsugana, che aveva avuto notizia di possibili attività di bracconaggio nella zona di Vetriolo, notava transitare lungo la Strada dei Baiti l’autovettura Renault Clio condotta dal proprietario L.A., a bordo della quale vi era anche il suo coetaneo L.F.
Data l’ora e le caratteristiche del luogo, particolarmente isolato e scarsamente frequentato in ore serali e notturne, la pattuglia riteneva opportuno fermare e controllare subito tale autovettura.
I militari, mentre identificavano i due occupanti, si accorgevano che costoro manifestavano un’eccessiva ed ingiustificata agitazione nervosa.
Pertanto sottoponevano loro e la vettura fermata ad immediata perquisizione.
Addosso a L.F. veniva subito rinvenuta una munizione a palla calibro 221 Remington Fireball.
Ulteriori 14 analoghe munizioni cariche e 31 bossoli delle stesse venivano rinvenute all’interno di uno zainetto che costui teneva davanti al suo sedile.
 
Infine, celata sotto il sedile del conducente L.A., veniva rinvenuta anche una pistola da tiro sportivo monocolpo marca Thompson Center modello Encore calibro 221 Remington Fireball, dotata di cannocchiale Bushnell, modificata artigianalmente con l’aggiunta di un calciolo metallico ripieghevole e di un silenziatore a tubo avvitato sul vivo di volata della canna.
Tali modifiche sono state chiaramente apportate allo scopo di trasformare l’originaria pistola da tiro a segno nella tipica, micidiale e facilmente occultabile arma da bracconaggio destinata alla caccia di ungulati selvatici, come noto soliti avvicinarsi di più alle zone antropizzate durante la stagione invernale per cercare cibo, specie a seguito di nevicate in quota, come accaduto di recente.
 
I Carabinieri constatavano tra l’altro che la pistola era pronta allo sparo, in quanto aveva un colpo in canna. A seguito di controllo nella banca dati delle Forze di Polizia l’arma è ovviamente risultata clandestina, in quanto mai denunciata all’Autorità di Pubblica Sicurezza.
Pistola, ottica, silenziatore, munizioni e bossoli sono stati sequestrati penalmente quali corpi di reato, e verosimilmente verranno in futuro confiscati e distrutti, se così disporrà l’Autorità Giudiziaria giudicante.
I Carabinieri operanti, coadiuvati dai colleghi della Stazione Carabinieri di Roncegno Terme, completavano l’operazione perquisendo anche le abitazioni delle due persone fermate.
 
In entrambe provvedevano come di prassi in tali casi a sottoporre a sequestro cautelare amministrativo le armi e le munizioni ivi legalmente detenute, nonché al ritiro temporaneo delle rispettive Licenze di porto di fucile, allo scopo di segnalare al Questore di Trento l’accertato decadimento dei requisiti morali per il loro mantenimento.
Nel luogo ove L.R. custodiva le proprie armi, diverso da quello dichiarato all’Autorità di P.S., venivano tra l’altro rinvenute 50 munizioni calibro 12 a palla singola da caccia tipo Brenneke non autorizzate, che pertanto venivano anch’esse penalmente sequestrate.
Il Pubblico Ministero informato D.ssa Alessandra Liverani, nel confermare il provvedimento restrittivo, disponeva la carcerazione delle due persone arrestate, che pertanto in nottata venivano tradotte presso la Casa Circondariale di Bolzano, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.