Pasticcio elettorale, Baratter chiede la «messa alla prova»

Consiste in una specie di patteggiamento «lieve», come lavori di pubblica utilità

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Il Consigliere provinciale del PATT Lorenzo Baratter ha chiesto la «messa alla prova» per l’inchiesta che lo vede coinvolto nell’ipotesi di «corruzione elettorale».
La vicenda era cominciata qualche tempo fa, quando venne alla luce un accordo scritto tra il consigliere provinciale e gli schützen Corona e Dalprà, in virtù del quale il primo si sarebbe impegnato di versare all’associazione 500 euro al mese nel caso di elezione riuscita.
L’ipotesi avanzata dai suoi detrattori è stata subito configurata come «voto di scambio», ma la Procura della Repubblica aveva chiesto l’archiviazione del caso.
L’archiviazione però non era stata concessa per via dell’opposizione mossa dal Movimento 5 Stelle e alla fine è stata fissata un’udienza per il 20 febbraio davanti al giudice.
 
Corona e Dalprà hanno deciso di affrontare il giudizio con rito abbreviato, mentre il consigliere Baratter ha avanzato la richiesta di cui sopra.
La «Sospensione del procedimento con messa alla prova» è prevista dall’articolo 464 bis CPP e consiste in una specie di soluzione condivisa tra magistrato e imputato, un tempo prevista per i minorenni e recentemente estesa ai maggiorenni in certe situazioni particolari.
Il vantaggio per il consigliere provinciale sta nell’evitare il clamore di pubblico dibattimento che, anche se limitato alla sola udienza dell’abbreviato, sarebbe negativa per l’immagine del politico. Lo svantaggio è che potrebbe essere vissuta come ammissione di colpa.
I due «schützen» Corona e Dalprà invece hanno optato per il rito abbreviato, fissato per il 20 febbraio. In quell’occasione il giudice deciderà anche sull’istanza di Baratter.