Prodi: «La storia obbligherà i paesi europei ad unirsi»
Si è svolta oggi alla FEM la lectio magistralis sull'Europa dell' ex presidente del Consiglio e della Commissione europea, Romano Prodi
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«L'Europa non dà solo vantaggi economici, ma ci garantisce la sopravvivenza per il futuro.»
Un'analisi attenta, dettagliata, per certi aspetti cruda, che ripercorre le tappe storiche dell'Europa fino alla crisi e divisione attuale, ma che lascia intravvedere segnali di speranza per il futuro, soprattutto per le giovani generazioni.
È una lectio magistralis tutta dedicata all'Europa e alle prospettive dei giovani quella di oggi, alla Fondazione Mach, del professore Romano Prodi, riservata agli studenti e al consiglieri di amministrazione.
Con tutta l'esperienza e la competenza che derivano dai suoi prestigiosi incarichi passati l'ex Presidente del Consiglio dei ministri nonché ex Presidente della Commissione europea ha analizzato le prospettive di una Europa in crisi tra realtà e speranze.
«Non venivo qui da 35 anni, cari ragazzi, sono molto contento di questo invito.»
Il professore Romano Prodi ha parlato di una potenza economica mondiale che ha perso velocità a causa dell'incapacità di restare unita. Un' Europa «imperfetta», incapace di «prendere una decisione», e ha auspicato un rafforzamento delle istituzioni europee, ma soprattutto, lo ha detto più volte, la necessità di una leadership «che prenda in considerazione i bisogni di tutti i Paesi».
E ha accentuato l'attenzione nei confronti della Germania, accusata di «non rendersi conto di questa responsabilità speciale di cui è investita».
Individuando, poi, le cause della crisi e le azioni per riprendere velocità, quindi l'intervento sulle politiche per l'immigrazione, la politica estera, la politica energetica, fino ad arrivare alle infrastrutture, alla ricerca e allo sviluppo.
«La storia – ha detto – obbligherà i paesi europei ad unirsi», parlando infine dell'«anello dei paesi amici» che confinano con l'Europa, inclusa la Turchia.
Prodi ha parlato ai ragazzi di Erasmus come di elemento di grande coesione e dell'importanza della conoscenza della lingua inglese («dialetto trentino e inglese non sono incompatibili tra loro!»).
Spazio poi alle domande degli studenti. «Se qualcuno non si alza vi interrogo!» – ha detto il professore per rompere il ghiaccio. Qualche risata, e poi le domande sono arrivate una dopo l'altra.
«Perché i cervelli italiani fuggono in Europa?» – «Cosa voterà al referendum?» – «Il problema dell'Europa è voler unire tradizioni e storie diverse?» – «Come è vista l'Italia in Europa?».
«Avete avuto un'opportunità straordinaria, – ha detto ai ragazzi l'assessora provinciale alla università e ricerca, Sara Ferrari. – Poter ascoltare le parole del presidente Prodi sul futuro dell'Europa e su quali siano le prospettive per voi giovani, significa infatti potersi confrontare con una persona che all'Europa ha dedicato una parte importante non solo del proprio lavoro, ma della sua vita.
«I paesi europei non devono isolarsi, e così anche il Trentino, un territorio che sta investendo molto nell'economia della conoscenza, strumento che genera mobilità e sfonda i confini tra gli stati.»
Il presidente Andrea Segrè, in aula magna con il direttore generale, Sergio Menapace, la dirigenza e il consiglio di amministrazione, ha fatto gli onori di casa.
«La lezione del professor Romano Prodi ai nostri quasi mille studenti dell’Istituto Agrario, che hanno iniziato il nuovo anno scolastico la scorsa settimana, è servita capire - da un uomo di grande esperienza politica ed istituzionale - quale sarà il futuro dell’Europa e dei giovani in un contesto difficile come quello attuale.
«Il prof. Prodi ha saputo trasmettere ai nostri ragazzi, ma direi in generale a noi tutti, la speranza di un futuro migliore del presente se riusciremo a superare localismi e divisioni che in un contesto globale peraltro molto competitivo non hanno più senso.
«Credo – ha aggiunto il presidente Segrè – che dovremmo ribaltare il famoso detto pensare globale e agire locale. Dobbiamo invece ribaltare la visione: pensare e trovare soluzioni ai problemi locali agendo poi a livello globale se e dove queste servono.
«Questo stimolo mi viene proprio pensando alla mission della Fondazione Mach, nata per soddisfare le esigenze del sistema agroalimentare Trentino ma con una forte proiezione internazionale.»
Terminata la lezione, trasmessa in diretta streaming su live.fmach.it, Romano Prodi ha visitato i laboratori del Palazzo Ricerca e Conoscenza per conoscere le attività di ricerca sui genomi e sulla genetica delle colture agrarie.
La delegazione è proseguita nelle serre per conoscere i sistemi a basso impatto e naturali per difendere le piante, presso l'impianto ittico impegnato a sviluppare e migliorare i metodi di allevamento dei pesci, nei laboratori di tracciabilità in grado di rintracciare l'origine geografica degli alimenti, per concludere nella storica cantina nell'antico monastero agostiniano, simbolo dei 142 anni di storia di questo ente.
Infine, un assaggio dei prodotti agroalimentari preparati dagli studenti della scuola, un veloce pranzo, e la visita al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina.
La dichiarazione di Romano Prodi, raccolta a margine della visita, è stata «La Fondazione Mach è un pezzo di quella formazione specializzata di alto livello che ci serve per fare grande l'Italia. E' chiaro che se avessimo 100 Mach il Paese sarebbe diverso».