Il presidente Dorigatti oggi a Roma per l’incontro con Bressa
Riforma costituzionale: confermata per le autonomie speciali la regola dell’intesa
Il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, ha partecipato oggi pomeriggio a Roma – presente per la Provincia Autonoma il dirigente generale del Dipartimento affari istituzionali e legislativi, Fabio Scalet – all’atteso incontro dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni autonome e delle due Province Autonome con il sottosegretario agli affari regionali, Gianclaudio Bressa.
Tema: la riforma costituzionale promossa dal Governo Renzi e il referendum popolare che in autunno deciderà il varo o la cancellazione della riforma.
Nelle norme transitorie della stessa si stabilisce che il nuovo Titolo V della Costituzione si applicherà alle realtà speciali – quindi anche a Trento e Bolzano – soltanto con apposita revisione dei rispettivi statuti, da approvare in base a un’«intesa» Stato-Regioni.
Il problema è appunto quello di chiarire come si formerà questa intesa e cosa succederà se non dovesse concretizzarsi.
Ebbene, oggi il sottosegretario Bressa ha rassicurato i presidenti che la revisione degli Statuti speciali per l’applicazione della riforma Renzi-Boschi è subordinata a un’intesa che vedrà lo Stato e le singole Regioni e Province autonome in posizione paritaria.
Il Coordinamento delle assemblee delle Regioni e Province speciali ha concordato con Bressa sulla necessità di riunire nel più breve tempo possibile la commissione tecnica (il c.d. Tavolo Bressa) per riprendere la discussione sulle procedure di approvazione delle norme di attuazione e su nuove procedure per le successive, eventuali modifiche degli Statuti speciali, che riprendano il principio della massima condivisione tra Stato e realtà regionali speciali.
Il presidente Dorigatti torna da Roma fiducioso: “Quello di oggi – spiega – è un buon contributo alla chiarezza dei rispettivi ruoli dello Stato e della nostra realtà autonoma nelle procedure di modifica dello Statuto speciale. Risulta chiaro che la riforma Renzi-Boschi sarà applicabile in Trentino solo a fronte di un’intesa condivisa da Roma e da Trento”.
Per tutte le successive e diverse modifiche che potranno esserci sullo Statuto, la prospettiva appare migliorativa, perché lo Stato non potrà più mettere mano unilateralmente alla nostra carta fondamentale (come è teoricamente possibile secondo il Titolo V attualmente vigente della Costituzione).
Le modifiche dovranno invece essere basate ancora su un’intesa, da perseguire attraverso una «commissione paritetica di convergenza», e in assenza di questa intesa il Parlamento potrà intervenire, ma solo con la maggioranza qualificata dei due terzi.