Senato non autorizza l'uso delle intercettazioni su Berlusconi

Riguardano il processo «Ruby ter», che è l'ultimo dei problemi che si merita il Paese

Il procedimento «Ruby ter» contro Silvio Berlusconi è quello in cui la Procura di Milano contesta all’ex premier di aver corrotto ben 30 testi affinché deponessero il falso nell’indagine sulla presunta prostituzione che sarebbe avvenuta ad Arcore.
Con ogni probabilità i lettori non ricordavano neppure questa ulteriore inchiesta su Silvio Berlusconi, sia perché l’ipotesi che si possa riuscire a corrompere tanta gente e gestirla in modo che non entri in contraddizione è piuttosto fantasiosa per la gente della strada, sia perché - e soprattutto - i problemi del Paese sono ben altri.
Nulla da dire contro la Magistratura, sia bel chiaro, ma la nostra opinione è che ci sia un accanimento giudiziario di difficile comprensione.
E invece, oltre ad andare avanti, il processo ha addirittura coinvolto il Senato affinché si esprimesse sulla concessione di utilizzare le intercettazioni che risalgono all’aprile 2012.

Il Senato ha respinto la richiesta. E questa è stata la ciliegina sulla torta, perché quando invece è stato il momento di applicare la legge Severino i senatori non hanno avuto dubbi di cacciare Berlusconi anche se in quella maniera rendevano retroattivo l’effetto della legge.
Ovviamente l’esito della votazione ha scatenato tra i senatori mille manfrine su dietrologie, su ipotesi di accordi sottobanco e sulle ripercussioni che avrà addirittura sul referendum costituzionale del prossimo ottobre.
Insomma, lo spettacolo che ci sta offrendo la politica italiana è davvero di basso livello.
Nulla da dire contro i nostri parlamentari, sia ben chiaro, ma la nostra impressione è che questa sia la peggiore Legislatura mai avuta dal nostro Paese.