L'Autonomia e la favola della rana e dello scorpione
Cerchiamo di dominare l'indole e riportare la politica nei limiti della ragionevolezza
Uno scorpione chiede a una rana di lasciarlo salire sulla sua schiena e di trasportarlo sull'altra sponda di un fiume.
In un primo momento l'anfibio rifiuta, temendo di essere punta durante il tragitto.
«No, – risponde la rana – perché prima o poi mi pungi. Ti conosco.»
Ma l'aracnide argomenta in modo convincente l'infondatezza di tale timore.
«Fidati, – le dice lo scorpione. – Finché sono sul tuo groppone non ti pungo, altrimenti morirei anch’io perché non so nuotare.»
La rana, allora, accetta e permette allo scorpione di salirle sulla schiena.
Ma a metà strada la punge condannando entrambi alla morte.
«Perché l’hai fatto? – Le chiede la rana. – Adesso morirai anche tu.»
E lo scorpione le risponde in tutta sincerità: «Non è colpa mia, è la mia indole.»
Questa leggenda, che viene attribuita a Esopo, è l’allegoria del momento che sta attraversando la Provincia autonoma di Trento.
Molti attacchi inutili ma strumentali vengono mossi ai vertici della nostra Autonomia, pur sapendo che anche se non dovesse emergere qualcosa di disdicevole, si metterebbe a rischio l’esistenza stessa del bene più prezioso che i Trentini sono riusciti a creare in questi settant’anni passati dall’Accordo de Gasperi Gruber.
Sembra che pur di abbattere l’avversario si sia disposti a segare il ramo dove si è seduti tutti.
Cerchiamo di riportare la politica all’interno di certe soglie pericolose. L'Autonomia deve essere traghettata verso il terzo Statuto e il momento è particolarmente delicato.
La ragionevolezza e il buonsenso devono essere più forti dell’indole di chi vuole abbattere tutto a tutti i costi.
GdM