Approvata la riforma costituzionale che salvaguarda le Autonomie

Fravezzi: «Oggi raggiunta la tappa fondamentale nel complesso processo riformatore, necessario per ridare credibilità al nostro Paese ed alla politica stessa»

Oggi il Senato ha approvato in terza lettura la riforma costituzionale, raggiungendo così una tappa fondamentale che sta alla base dell'avvio stesso di questa difficile e travagliata legislatura.
Tale processo riformatore è stato un passaggio complesso e complicato, ma necessario per ridare credibilità al nostro Paese ed alla politica stessa.
Il senatore Fravezzi esprime un particolare apprezzamento per quanto è stato accolto relativamente alla parte del Titolo V della Costituzione.
«Si è migliorata e ampliata la clausola di salvaguardia per le Autonomie speciali. Abbiamo, invero, acquisito nuove fonti normative per rendere la nostra autonomia più dinamica e responsabile.»
Nel nuovo testo costituzionale viene infatti espressamente scritto che per le Autonomie speciali resterà in vigore la Costituzione ancora vigente sino alla revisione dei rispettivi statuti d'autonomia.»
 
«Non si parla più di adeguamento degli statuti, bensì viene inserito in Costituzione il termine revisione per sottolineare che l'eventuale modifica degli Statuti non equivarrà a un adeguamento di merito alle disposizioni previste nella nuova Costituzione.
«Siamo riusciti, inoltre, ad elevare a rango costituzionale il principio dell'Autonomia dinamica nonché il principio fondamentale che per diverse situazioni debbano essere trovate soluzioni differenziate.
«La novità principale, – conclude Fravezzi, – Consiste nel fatto che alle Autonomie Speciali potranno essere attribuite nuove competenze tramite un meccanismo più semplice e ciò era, fino ad ora, previsto soltanto per le Regioni a statuto ordinario.»
 
Vergognoso il comportamento da parte dei senatori di Forza Italia e del Movimento Cinque Stelle, in occasione dell'intervento del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il Presidente Napolitano era intervenuto in dichiarazione di voto a nome delle Autonomie ed è stato contestato in maniera irriverente e maleducata per qualsiasi senatore, tanto più un ex Presidente della Repubblica.
Una palese mancanza di rispetto per le Istituzioni.