Luigi de Magistris, sei un fenomeno: «Napoli è tua»

Tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge, ma qualcuno è più uguale degli altri – L'ex magistrato: «Dimisioni io? Sono i giudici che devono dimettersi»

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Luigi de Magistris, nato a Napoli il 20 giugno 1967, è un politico ed ex magistrato italiano, diventato sindaco di Napoli dal 2011.
Ha frequentato il Liceo Adolfo Pansini del quartiere del Vomero di Napoli, diplomandosi con 51/60.
Dopo la laurea in Giurisprudenza (con la votazione di 110/110 e lode), ha intrapreso nel 1993 - come il padre, il nonno e il bisnonno, che fu a suo tempo oggetto di un attentato per aver perseguitato il malaffare nei primi anni dell'Unità d'Italia - la carriera di magistrato.
Dal 1998 al 2002 ha operato presso la Procura della Repubblica di Napoli per poi passare come Sostituto Procuratore della Repubblica al Tribunale di Catanzaro.
Candidato nel 2009 alle elezioni del Parlamento europeo come indipendente nell'Italia dei Valori, è stato eletto europarlamentare, per poi essere anche designato 2009 presidente della commissione del Parlamento Europeo preposta al controllo del bilancio comunitario.
 
Nel febbraio 2011 si è candidato a Sindaco di Napoli e per questo ha avuto un diverbio con il comico e ispiratore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che aveva supportato la sua candidatura a parlamentare europeo.
Sostenuto da IdV, Federazione della Sinistra, Partito del Sud e dalla lista civica «Napoli è Tua», al primo turno elettorale de Magistris è risultato il secondo candidato con il 27,52% delle preferenze, superando Mario Morcone (candidato del PD sostenuto da SEL, attestatosi al 19% delle preferenze) e accedendo con Gianni Lettieri (38,52% - candidato della coalizione di centro-destra) al ballottaggio, nel quale, dopo aver rifiutato l'apparentamento formale con il Partito Democratico, viene eletto sindaco con il 65,37% dei consensi.
Dopo un'iniziale gradimento, de Magistris ha iniziato ad riscontrare un apprezzamento calante per il suo lavoro. Nella classifica annuale di Datamonitor è sceso, in un anno, dalla seconda alla diciannovesima posizione.
Poi il malcontento è esploso in manifestazioni cittadine contro il suo operato, sfociate in disordini e cariche della polizia sui manifestanti. 
Nulla di particolare, è normale che i cittadini cambino parere sulla base dei risultati. 

Ma il 21 gennaio 2012 il GUP di Roma Barbara Callari, nell’ambito dell’inchiesta «Why not», ha rinviato a giudizio Luigi De Magistris e Gioacchino Genchi con l'accusa di aver acquisito nel 2009 in modo illegittimo i tabulati telefonici di alcuni parlamentari.
De Magistris ha definito l'inchiesta «infondata», né più né meno di come fanno tutti coloro che vengono coinvolti in un’inchiesta, colpevoli o innocenti che siano.
Fatto sta che in data 24 settembre 2014 il tribunale di Roma ha condannato De Magistris e Genchi a 18 mesi di reclusione per abuso d’ufficio.
Con questa condanna Luigi De Magistris avrebbe dovuto dimettersi dalla carica di sindaco di Napoli, così come vuole la legge Severino. Ma lui non solo si è rifiutato di farlo, ma ha anche detto che «sono i giudici che lo hanno condannato a doversi dimettere».
Una risposta spudorata e indegna di un ex magistrato. Innocente o colpevole che sia, una sentenza resta una sentenza. Puoi commentarla, criticarla o altro, ma di certo va applicata.
Non appena il prefetto di Napoli, Francesco Musolino, riceverà la notifica della sentenza provvederà a comunicare al sindaco che la sua carica è decaduta.