Renzi ottiene la fiducia anche alla Camera con 378 sì e 220 sì
L’intervento di Dellai: «Non darle la fiducia sarebbe una catastrofe per il Paese»
Dopo la fiducia ottenuta in Senato, con due voti in meno rispetto al presidente Letta, Matteo Renzi ha ottenuto la fiducia anche alla Camera e con numeri decisamente più importanti.
I voti a favore sono stati 378, quelli contrari 220.
Nel suo discorso di presentazione prima e nella sua replica dopo, il Presidente ha enunciato i principali obbiettivi che intende perseguire nei prossimi mesi, che sono decisamente impegnativi.
Dal punto di vista delle riforme, ha ricordato gli accordi presi con Berlusconi sulla legge elettorale, sulla riforma del parlamento e sulla Giustizia.
Non sarà più necessario per il Governo ottenere anche la fiducia dal Senato, che sarà formato in buona parte da esponenti delle autonomie locali.
La formula uscità con la riforma del Titolo V della Costituzione.
La nuova legge elettorale prevederà il ballottaggio quando il differenziale tra le due formazioni politiche principali sarà minimale, ovvero senza la possibilità di dare un governo certo al Paese.
Importanti anche le iniziative concrete del Governo per i prossimi mesi.
Anzitutto intende rinnovare gli immobili delle scuole italiane, il che da solo significa una montagna di quattrini. Ed è solo «il primo passo di un progetto finalizzato a ridare dignità alla scuola e in particolare agli insegnanti, che giocano un ruolo determinante per la formazione del paese».
Quindi vuole pagare in breve tempo tutti i debiti che lo Stato ha in essere nei confronti delle aziende italiane.
Vuole rivedere l'intera macchina burocratica per fare in modo che tutto sia più semplice, chiaro e certo. E questo sia per facilitare il lavoro delle Amministrazioni locali, che (soprattutto) i cittadini.
Infine vuole intervenire in maniera significativa sul «cuneo fiscale», che è la differenza tra quanto costa un lavoratore e quanto effettivamente riceve in busta paga.
Tutti questi progetti richiedono all’incirca un fabbisogno di cassa di 100 miliardi.
Sul come intenda recuperarli, Renzi è stato vago, ma presenterà a breve il suo modus operandi.
Tra questi, c'è l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti, che consente di lanciare bond che non ricadono sul debito dello Stato in quanto vengono emessi a fronte di precisi investimenti e non per necessità di cassa.
Tra le iniziative che intende intraprendere per fare provvista di denaro, c'è anche la volontà di negoziare con l’Europa il futuro dell'intera UE («che senza l'Italia non va da nessuna parte»).
Ovviamente non abbiamo idea se possa riuscire nel suo intento, ma l’impressione che ha dato a chi l’ha ascoltato è decisamente positiva.
Tra gli interventi dei deputati che vale la pena ricordare, quello di Lorenzo Dellai, capogruppo dei Popolari per l’Italia.
Come aveva detto a noi qualche giorno fa, ha confermato la fiducia (già concessa anche al Senato) perché altrimenti «per il paese sarebbe la catastrofe.»
Nel suo intervento, inoltre, Dellai ha criticato la mancanza di un ministero per le Politiche Comunitarie, precisando che trova estremamente riduttivo affidare questo delicatissimo incarico a un sottosegretario degli Esteri.
In proposito, vedremo nei prossimi giorni come cadrà la scelta dei sottosegretari.