Dellai: «Il tutto si gioca ora nella scelta del Presidente della Repubblica»
«Le elezioni anticipate non risolvono i problemi, sia perché la legge elettorale è la stessa, sia perché i partiti non potrebbero maturare i processi politici in corso»
Dunque le cose stanno pragmaticamente così.
Bersani ha confermato il suo no alla formazione di un governo con Berlusconi, il quale ha così avviato la campagna elettorale anticipando che la prossima volta sarà lui candidato leader del PDL.
Bersani ha dunque bruciato l’occasione della sua vita, preferendo così essere piuttosto che avere.
Giorgio Napolitano ha concluso il suo mandato e così entro una decina di giorni è possibile avere un nuovo presidente della Repubblica, verosimilmente non gradito al PDL, il quale con ogni probabilità procederà allo scioglimento delle Camere.
Il cosa accadrà dopo, allo stato può essere immaginato così.
I sondaggi dicono che dallo scontro a tre i Grillini perderanno consensi, a favore del PD e del PDL.
Oggi ci guadagnerebbe di più Berlusconi del PD, ma è assai probabile che se candidasse Renzi il PD si troverebbe nuovamente in testa.
La maggioranza di governo monocolore molto probabilmente non ci sarà ancora, per cui sarà necessario un raccordo Tra Renzi e Berlusconi.
In altre parole, accadrà quello che sarebbe potuto accadere già una settimana fa, quando Bersani aveva riferito a Napolitano l’impossibilità di trovare una maggioranza.
Ma abbiamo voluto rispettare le procedure e così si sono persi sei preziosissimi mesi, mentre l’Italia sta agonizzando.
L’incognita, a questo punto, rimane la Lista Civica per Monti e in particolare il futuro di Lorenzo Dellai, il quale si trova ad essere il politico più potente di una formazione il cui leader ha dichiarato di rinunciale a fare «il capo partito».
Ed ecco il commento di Lorenzo Dellai.
«Monti non era comunque il capopartito, – ci ha risposto Dellai. – Non lo è mai stato. Ma il punto è un altro. Tornare alle elezioni subito non risolve i problemi, sia perché si voterebbe con la stessa legge elettorale, sia perché non darebbe tempo ai partiti di trovare soluzioni politiche in grado di consentire la formazione di un governo di coalizione di tale portata storica.»
«Con questa legge elettorale – ha precisato il leader trentino, – il Senato resterebbe sempre un’incognita. Ma anche la probabile scelta di Renzi porterebbe con sé degli anticorpi piuttosto pesanti, perché non è amato da tutto il PD. La sua nomina potrebbe sparigliare il quadro politico nazionale, ma potrebbe portare anche alla spaccatura del suo partito. Il che sarebbe ancora peggio di adesso e le condizioni per formare il nuovo governo verrebbero dettate dal PDL.»
«Il futuro immediato dipende dunque dalla scelta del nuovo Presidente della Repubblica, – conclude Dellai. – Un presidente non gradito a Berlusconi sarebbe una dichiarazione di guerra e si andrebbe a elezioni anticipate. Un presidente riconosciuto come super partes potrebbe dare all’Italia una chance a coloro che vogliono pensare al bene del Paese.»
GdM