Prima proposta «a 5 Stelle»: ridurre gli stipendi ai parlamentari

Niente da dire, ma attenzione alle controindicazioni che la demagogia porta con sé a discapito della democrazia

Ci viene inviata con orgoglio la prima proposta depositata in parlamento dal Movimento 5 Stelle, che consiste nell’abbattimento consistente delle retribuzioni e degli oneri accessori dei singoli parlamentari.
Apprezziamo il gesto, anzi la buona volontà, tanto vero che nel riquadro riportiamo il comunicato per esteso.
Questo non ci esime però dall’esprimere degli appunti.

Il primo è che si deve usare un minimo di buonsenso nell’operare queste scelte, perché è la democrazia e non la demagogia che deve avere il sopravvento.
Anzitutto al Parlamento devono poter accedere anche coloro che non sono abbastanza benestanti da potersi permettere di fare il parlamentare. Come per contro non si deve rinunciare alla persona giusta solo perché guadagna di più a fare il proprio lavoro piuttosto che a sedere in Parlamento.
Non dimentichiamo che si tratta pur sempre di una delle massime dignità del nostro Paese e ci sembra giusto che lo stipendio sia adeguato alla carica che ricopre. Un mensile da 2.500 euro netti ci sembra decisamente ridicolo. Almeno quanto è ridicolo l’appannaggio attualmente attribuito nell’insieme delle voci che sono riusciti a farsi riconoscere.

Il secondo riguarda i costi del Parlamento che stanno altrove. Anche nei benefit dei parlamentari, certamente, che una volta per tutte dovrebbero essere definite con il buonsenso del padre di famiglia. Diamogli agevolazioni di viaggio, aiutiamoli a trovar casa a Roma e a pagarla, ma nient’altro.
Ma il costo del Parlamento sta innanzitutto nel numero spropositato di parlamentari: quasi mille!
E poi negli innumerevoli rivoli che nessuno riesce o vuole controllare.
Perché piuttosto non ci rapportiamo alla media mediata dei parlamenti degli altri paesi europei, sia nel numero dei parlamentari che nei loro costi?

Non è una critica a chi mostra buona volontà, ma la fretta è una cattiva consigliera.
Anche Monti ha salvato il Paese dalla bancarotta in poco tempo con una cura da cavallo. Ma il risultato è che ha semplicemente trasferito il problema dallo Stato ai cittadini.
Di seguito il testo del comunicato.

Il Movimento 5 Stelle ha proposto all'Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati una delibera che ha lo scopo di risparmiare 42 milioni di Euro all'anno senza incidere su servizi al cittadino, ma solo applicando gli stipendi parlamentari che già sono applicati dai portavoce (deputati) del Movimento.
Firmatario della proposta è Riccardo Fraccaro, del Movimento 5 Stelle Trentino AltoAdige-Sudtirol, insieme a Luigi Di Maio e Claudia Mannino.

La proposta ha il duplice scopo di abbassare il costo del parlamentare e di rendere variabili i rimborsi spese, oggi forfettari e non rendicontati.
La proposta abbassa a 5.000 € lordi al mese l'indennità parlamentare (ovvero lo stipendio) e cancella ogni indennità d'ufficio; accorpa tutti i rimborsi spese, ma ne rende obbligatoria la rendicontazione e la pubblicazione sul sito della Camera dei Deputati. Non saranno più ricevuti come diaria, ma solo in base a spese ascrivibili all'attività parlamentare. Tutti gli altri rimborsi e indennità d'ufficio saranno cancellati.

Succede oggi che i parlamentari ricevano i rimborsi, che possono ammontare a 8.559,24 € mensili (102.710,88€ annui), anche senza effettuare alcuna spesa, ma rimanendo comodamente a casa.

La proposta ha il duplice scopo di diminuire drasticamente lo 'stipendio' dei parlamentari e cancellare le indennità d'ufficio, facendo risparmiare così 42.119.753,40 € all'anno.
Un ulteriore risparmio si avrà dal meccanismo di rimborso delle sole spese rendicontabili, che facilmente saranno minori rispetto al tetto previsto di 8.559,24 € mensili.
Il tutto senza effettuare alcuna variazione legislativa e senza prevedere alcun licenziamento tra il personale addetto alle segreterie della Camera dei Deputati.

Ricordiamo che tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle rifiuteranno comunque i rimborsi per l'esercizio di mandato, per le spese accessorie di viaggio e le spese telefoniche e si sono diminuiti l'indennità a 5000€ lordi mensili.

Crediamo che tale proposta, sia il primo passo concreto per rendere operativo il nostro programma, fatto di risparmi immediati su capitoli di spesa inutili e di rendita di posizione, senza intaccare i redditi dei cittadini e delle imprese.
Il prossimo passo sarà creare un apposito fondo, gestito dall'amministrazione pubblica e rendicontato pubblicamente, ove versare i risparmi ottenuti, al fine di aiutare i settori più in crisi in questo momento.