Lorenzo Dellai favorevole a un «Monti bis», ma a una condizione

«Monti è l’uomo più capace espresso dal nostro Paese, ma per essere confermato anche dopo le elezioni dovrà guidare un governo politico e non tecnico»

Cosa pensa il presidente Dellai di un Governo Monti che succede a se stesso?
La domanda l’abbiamo rivolta direttamente a lui, al termine della conferenza stampa del venerdì, in Provincia.
Non è un segreto che Lorenzo Dellai candidi per le elezioni politiche che si svolgeranno in Italia nell’aprile 2013, quindi una scelta di campo ci pare inevitabile già oggi.
 
Domanda non da poco, quindi, perché Monti rappresenta quella parte più centralista dello Stato, quella che vorrebbe ridurre fortemente l’autonomia delle regioni e province a stato speciale.
Eppure, Monti raffigura anche la parte migliore della classe dirigente del nostro Paese, quella che ha salvato l’Italia e che in Europa tiene a bada gli Stati più refrattari alle politiche finanziarie della Comunità.
Inoltre, Monti appartiene a quella stessa formazione di Centro a fianco della quale l’attuale presidente della Provincia intende scendere in campo.
Come conciliare posizioni così difficili da farle convivere in una stessa logica politica?
 
«Posso rispondere con un parere e una considerazione, – ci ha risposto il presidente Dellai, dopo averci pensato per qualche secondo. – Il parere è affermativo: Monti attualmente è di gran lunga l’uomo più titolato a guidare non solo il Paese ma anche l’Europa.»
«La considerazione – ha proseguito – è questa. Monti va bene alla guida del Paese, ma a condizione che non sia più il Presidente di un governo tecnico, ma di un esecutivo politico.»
 
Con queste parole Dellai ha sintetizzato da una parte il guaio di questo esecutivo, quello di essere pragmatico nel raggiungimento degli obbiettivi, determinato indipendentemente dalla volontà del Paese, che è rappresentata appunto dai politici eletti dal popolo.
Con la logica della minaccia più o meno velata, per cui «o così o si va al voto», Monti ha portato a casa grandi risultati. Ma ha anche espresso forti incongruenze che una classe politica autorevole non avrebbe permesso. O che, quantomeno, avrebbe smussato nei suoi effetti più critici.
 
Dall'altra Dellai ha anche indicato la strada che si dovrebbe seguire. La propria, ma anche quella del presidente Monti, che nel caso si trovasse costretto a candidarsi alla guida del Paese, dovrà farlo conducendo una campagna elettorale vera e propria, anche se la sua presenza in Parlamento è garantita dalla sua nomina a Senatore a vita. 
Insomma, per diventare Presidente del Consiglio, Monti ha bisogno del sostegno degli Italiani che dovranno votare la sua linea politica espressa nel corso della camopagna elettorale.

G. de Mozzi