A Chianciano Dellai ha presentato la visione di un Paese che deve credere nel futuro

«Le peculiarità di ogni regione italiana rappresentano la vera ricchezza d’insieme»

Verso le 15 di oggi, Lorenzo Dellai si è presentato al Convegno dell’UDC di Chianciano, dove era atteso come relatore in quanto esponente di rilievo del Grande Centro che rappresenta le Comunità autonome del Nord.
È stato accolto da Savino Pezzotta, che lo ha fatto accomodare in platea tra Lia Beltrami e Pierferdinando Casini, col quale si è intrattenuto per una mezzora, prima del suo intervento previsto per le 16.
Quanto è salito sul palco è stato accolto con applausi dai giovani, particolarmente numerosi perché sarebbe stato concesso loro di rivolgere domande al Ministro Passera che interveniva dopo Dellai.
 
Ma sono state molte le occasioni per applaudire il Presidente trentino.
Dellai ha impostato il suo discorso sulla dignità che la politica deve riprendersi a tutti i costi e sui valori di fondo che non possono essere dimenticati.
Ha citato più volte De Gasperi, precisando però che se lo scomparso statista trentino è la fonte di ispirazione del rilancio del nostro Paese, la politica deve essere attuale, cioè orientata alle nuove necessità che l’Italia e l’Europa sono chiamate a rispondere.
Gli applausi lo hanno accolto sia quando ha citato De Gasperi che quando ha ricordato che il futuro è nelle mani dei giovani.
 
Dellai si è dissociato dagli ultimi 15 anni di politica nazionale, dove non sono stati i valori fondanti a ispirare le decisioni più importanti della nostra storia recente.
«La nostra comunità – ha detto, strappando applausi, – va ricucita, così come va ricucita l’idea di socialità, l’idea di un Paese che deve imparare nuovamente a costruire, a produrre idee e a realizzarle come siamo riusciti a fare nei momenti più difficili.»
Applausi anche quando ha parlato di rilancio economico «da adattare alle singole realtà di un Paese che è profondamente diversificato per città, montagne, pianure e mari. Nord e sud. Culture e tradizioni, tutte ricche, tutte nella più ampia dignità».
«Tutti hanno diritto di attingere alle stesse opportunità – ha precisato, – ma non vanno mai dimenticate le differenze peculiari delle nostre genti, che proprio per questo rappresentano la ricchezza del nostro Paese.»
 
Anche quando ha parlato dell’Autonomia del Trentino e dell’Alto Adige, argomento che tutti attendevano, ha ottenuto consensi a scena aperta.
«Il federalismo ha sostanzialmente fallito – ha detto, – perché ha disatteso le promesse. Per questo si sono levate istanze di rivalsa contro le nostre autonomie. Quello che è singolare è che anziché pretendere le nostre stesse opportunità vogliono abbattere quelli che sono ritenuti privilegi.»
In realtà – ma questo lo aggiungiamo noi – i nostri privilegi stanno nei sessantasei anni che ci sono stati concessi per arrivare fin qui.
«L’Autonomia non la si conquista con una legge da attuare in due anni, – ha ricordato infatti. – È un valore che va costruito nel tempo, mattone su mattone, struttura su struttura, competenza su competenza, trovando le risorse finanziare e quelle umane, che devono essere reperite dentro la stessa comunità.»
 
«Io vengo dal Nord – ha concluso Dellai – Un Nord spaesato proprio da uomini che sono del Grande Nord ma che non hanno mai dato credito a quella visione unitaria che nasce dall’appartenenza di varie minoranze, quelle che compongono il nostro territorio con sincera disponibilità a costruire delle cose importanti.
«I grandi padri della democrazia – ha concluso – stanno a indicarci quanto le autonomie costino meno del centralismo e quanto, per contro, rappresentino il miglior modo per esprimere la vera identità del Paese, che di queste autonomie intellettuali è formata.»
 
Dellai si è fermato ad ascoltare le domande che i giovani hanno rivolto al ministro Passera. Ha ascoltato anche le risposte, poi è tornato a casa.
 
G. de Mozzi
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