Prende corpo la spending review trentina
La giunta Dellai approva il piano per il miglioramento della pubblica amministrazione
L’Amministrazione provinciale è impegnata da diversi anni in un continuo processo di efficientamento della propria struttura e delle proprie procedure.
Quello approvato oggi in seduta straordinaria dalla Giunta è però qualcosa di più: è un vero e proprio Piano di miglioramento della pubblica amministrazione, con il quale prende corpo la Spending review trentina, che come spiegato dal presidente Lorenzo Dellai, non si basa tanto su tagli lineari ma su interventi selettivi che consentono alle strutture già efficenti di continuare ad esserlo e a quelle meno efficenti di migliorare le proprie performances, pur in presenza di un calo delle risorse.
Ciò si tradurrà, a regime, in un risparmio di 120 milioni all'anno per le spese di back office (o di funzionamento dell'amministrazione), pari al 4,2% della spesa corrente del bilancio della Provincia, quindi di fatto maggiore di quanto si propone di fare lo Stato con la spending review nazionale (riduzione del 2,2%).
Ma questo risparmio avverrà attraverso decisioni assunte dalla comunità trentina, non imposte dall'esterno; nel rispetto dunque delle prerogative dell'Autonomia speciale.
Fra gli obiettivi attesi da qui al 2016: un miglioramento della produttività del lavoro pubblico di almeno il 25% (per le attività di back office) e una riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese del 25%, una riduzione del 50% dei tempi medi di almeno la metà dei procedimenti amministrativi (tanto verso le imprese quanto verso i cittadini) e comunque la riduzione del 30% dei tempi medi di tutti i procedimenti; una riduzione del 35% del numero dei procedimenti amministrativi.
Le decisioni assunte oggi dalla Giunta affondano le loro radici nella manovra finanziaria per il 2012, che già prevedeva un rilevante intervento di riorganizzazione delle strutture provinciali. La modernizzazione del sistema pubblico costituisce infatti un intervento cruciale, considerato che i servizi offerti dalla pubblica amministrazione rappresentano il 15% del Prodotto interno lordo provinciale (in totale, come si legge nella relazione di accompagnamento al Piano, il 72% del Pil provinciale deriva dal settore servizi in generale).
Tenuto conto che la competizione avviene sempre più a livello di sistemi territoriali, un’amministrazione più moderna ed efficiente costituisce un indubbio fattore di vantaggio competitivo per il territorio.
Non si tratta, quindi solamente di far fronte alla crisi economica internazionale e di confermare quell'atteggiamento solidale e responsabile che il Trentino ha sempre tenuto nei confronti del resto del Paese; si tratta di introdurre riforme che avranno effetti anche sul lungo periodo, e che renderanno il Trentino più moderno e più competitivo, nonché più solidale, soprattutto con chi ha di meno, perché l'efficienza dell'amministrazione si riflette anche sul complesso delle misure di welfare.
«L’obiettivo ambizioso - si legge ancora nella relazione di accompagnamento - è, pertanto, quello di coniugare rigore nei conti pubblici e rilancio della crescita, al fine di sostenere, con il concorso di tutti, la ripresa economica su un percorso di sviluppo duraturo, sostenibile ed equilibrato, che crei benessere per le imprese e per i cittadini e, nel contempo, garantisca nuove fonti finanziarie per l’Autonomia. Ciò è di particolare rilievo, in considerazione dello stretto legame esistente fra l’andamento dell’economia locale e la finanza pubblica provinciale, a seguito della riforma dell’ordinamento finanziario, avvenuta con la modifica del Titolo VI dello Statuto di Autonomia.»
Tutto ciò quali effetti avrà sulla comunità trentina nel suo complesso?
Ecco alcune cifre:
- miglioramento della produttività del lavoro pubblico del 25% (per le attività di back office);
- riduzione degli oneri amministrativi a carico delle imprese del 25%;
- riduzione del 50% dei tempi medi di almeno la metà dei procedimenti amministrativi (tanto verso le imprese quanto verso i cittadini) e comunque riduzione del 30% dei tempi medi di tutti i procedimenti;
- riduzione del 35% del numero dei procedimenti amministrativi;
- riduzione complessiva delle spese di funzionamento della Provincia e degli altri enti e organismi del sistema pubblico provinciale di almeno il 10%, pari a 120 milioni di euro annui, ovvero al 4,2% della spesa corrente totale della Provincia.
Quest'ultima voce si articola in questo modo:
- risparmio del 12% della spesa relativa al personale di back office;
- risparmio dell’8% della spesa «aggredibile» per acquisto di beni e servizi;
- graduale riduzione di circa il 5% dei trasferimenti ad enti e soggetti esterni al sistema pubblico provinciale, interessati da analoghi processi di modernizzazione.
Il Piano è stato messo a punto dalla Conferenza dei Dirigenti generali assieme al Comitato guida per il miglioramento dell’amministrazione provinciale.
È previsto, inoltre, che analoghe azioni siano realizzate anche da agenzie ed enti strumentali, secondo specifiche direttive, e da parte di Comuni e Comunità, d’intesa con il Consiglio delle autonomie locali.
Il Piano ha durata quinquennale. Entro il 31 ottobre saranno approvate le misure di attivazione, emanate le direttive e adottati gli atti necessari per l’individuazione degli interventi da attuare da parte degli altri soggetti del sistema pubblico provinciale (Enti, società controllate, Fondazioni).
Su queste linee generali nei prossimi giorni ci sarà anche un confronto con le organizzazioni sindacali.
A questo proposito, l'assessore Mauro Gilmozzi ha riconfermato l'impegno al finanziamento del Foreg utilizzando una quota parte dei risparmi ottenuti. In questo senso, la cifra del 120 milioni è da considerarsi al netto di ulteriori risparmi che saranno utilizzati per finanziare il Foreg.